Quando una mano lava l’altra. E insieme lavano il viso. Intervista ad Antonietta Ragone e Serafina Gelao
In un periodo di crisi le banche del tempo colmano molti buchi, forse più del passato. E spesso in alcune zone ce n’è più d’una. Per esempio, a Bari, in Puglia, ce ne sono addirittura due. Abbiamo voluto intervistare Antonietta Ragone (il tempo delle donne) e Serafina Gelao (Vola in tempo), presidenti e promotrici di queste due, sicure di non fare un torto nè a l’una nè all’altra.
Antonietta Ragone 53 anni, barese, sposata nel ’76 separata nel ’79 (il tempo giusto per avere due figli). Non ha completato il corso di laurea in scienze politiche. Da sempre impegnata nel sociale. E’ ora presidentessa de ”il tempo delle donne”
Dove hai studiato?
Ho studiato in collegio, scelta forzata perché a 14anni mi cercavano a scuola e mi trovavano in fabbrica a fare volantinaggio. Attivista all’interno del mio liceo a Bari . Comportamenti non condivisi dai miei e di conseguenza la scelta di farmi completare gli studi in collegio. Sono stati aicuramente gli anni più belli della mia vita. La mia suora che aumentava la retta per comprarmi le prime sigarette . Dopo una settimana (unica collegiale che frequentavo il liceo da esterna) occupiamo il liceo. Il giorno della prima assemblea generale. Ricordo ancora il mio intervento… “Noi non abbiamo raggiunto nessun traguardo…. L’assemblea generale è un punto di partenza è da qui oggi, da tutti insieme, che nasceranno le proposte sul metodo di auto gestione. Le suore litigano tra di loro ma quelle che mi adoravano erano in maggioranza e decidono di tenermi ancora. Completo gli studi lontana dalla politica. Mi sposo e mi separo subito dopo. Troppo diversi o troppo giovani (non ho ancora analizzato quel periodo della mia vita)
Ci parli di te? Cosa hai fatto e cosa fai ora?
Nel 1985 L’azienda nella quale lavoro mi promuove dandomi l’ottavo livello funzionale e mi affida il compito di gestire l’ufficio di Coordinamento delle attività aziendali ai fini del lavoro e della produzione. Attorno a questa parola si delinea tutto il percorso del la mia vita “COORDINAMENTO”. Da sempre impegnata nel sociale: inizio con l’Unitalsi solo pochi mesi. Poi la Croce Rossa Italiana quasi vent’anni di sezione femminile (Casa della Luna che si occupa del disagio minorile nella Città Vecchia) nel 2005 eletta nel Consiglio Provinciale CRI di Bari. L’esperienza più significativa è quella del 2004 fatta nello staff della campagna elettorale di Michele Emiliano candidato sindaco di Bari. Mi viene affidata, insieme ad altri compagni l’animazione sul territorio. Sono ritornata così al primo amore… la passione per una politica diversa. Ho ripreso di fatto a rivivere la mia città. girando i quartieri parlando con la gentee, riscoprendo e scoprendo tutto ciò che si conosce ma anche le tante omissioni, le problematiche urlate dalla povera gente che chiedeva soluzioni, mai arrivate.
Ma la fine di ogni campagna elettorale, per chi la fa in prima persona, ti lascia l’amaro in bocca, tanta energia, che poi si disperde.
Stessa cosa nel 2005 per la campagna elettorale per la Regione.
Come è nata l’esperienza delle Banche del Tempo?
Nel 2006 alle Politiche, in un incontro a casa mia con oltre 30 donne … l’onorevole Alba Sasso ci dà l’idea di aggregarci e costituire una Banca del Tempo . E ci suggerisce anche il nome… “IL TEMPO DELLE DONNE. Tre mesi dopo scrivo un progetto che consegno informalmente al Sindaco. Nel 2008 una amica mi dice che stava costituendo una banca del tempo, faccio un passo indietro e vi aderisco Andiamo a Roma, facciamo formazione, a Roma ci sono oltre 17 Banche del tempo. Dopo i primi direttivi nascono incomprensioni che mi portano a dimettermi.E con il gruppo storico del 2006, nel 2008 nasce la banca del tempo “IL TEMPO DELLE DONNE di Bari.
La nostra mission:
“Non esiste vento favorevole per il marinaio che non sa dove andare” (Seneca)
E noi sappiamo dove vogliamo andare.
La nostra meta è nei nostri principi “Riconoscimento della dimensione sociale di sè e degli altri, Reciprocità, Parità”
Parlare del “Tempo delle Donne” , attraverso queste righe, mi riempie il cuore di gioia e di orgoglio. Tutto, anche la scelta del logo è stata determinata e curata nei minimi particolari. Volevamo essere rappresentate per quelle che siamo. cioè donne del sud, che non hanno nulla infatti la nostra donna cammina a piedi nudi, ma dalla nostra abbiamo solo il tempo e dobbiamo farlo fruttare
Questa Associazione nasce come momento di socializzazione nel nostro territorio e attraverso uno scambio di tempo e di conoscenze, si propone lo scopo di migliorare le relazioni fra gli abitanti della città, per renderla sempre più viva e “a misura d’uomo”. La Banca del Tempo “Il Tempo delle Donne” non ha scopi di lucro e non è legata ad alcun partito politico mettiamo in rete le professionalità e il saper fare degli associati perché tutti con il semplice scambio possano fruire di ciò di cui hanno bisogno.
Al sud le banche del tempo funzionano bene? Si basano sul volontariato?
Ogni banca del tempo risponde a quelle che sono le esigenze del territorio, e per questo molto diversificate tra loro. Sicuramente le esigenze di una Enziteto, zona difficile dell’hinterland barese, sono diverse da quelle del centro città e così per le altre regioni, a Messina c’è la vice presidente Nazionale e ogni anno da lei si organizza un mega convegno. Loro sono anni che lavorano con le Banche del tempo, noi da pochissimo. E c’è la stiamo mettendo tutta.
No, non toglieremmo mai né competeremmo mai con i mostri sacri del volontariato CRI, CARITAS, noi siamo di promozione sociale, da noi c’è uno scambio alla pari.
Anche se io credo nel lavoro insieme, dal primo momento che ci siamo presentate in piazza 18 ottobre 2008 lo abbiamo fatto con associazioni amiche. L’importanza di far rete per non ripetersi … l’importanza di far rete per avere maggiore voce in capitolo quando bisogna risolvere un problema.
========================================
Serafina Gelao, 55 anni, ha studiato allo scientifico, ha tre figlie ed è già nonna.
Cosa hai fatto e di cosa ti occupi attualmente?
Il mio percorso lavorativo e culturale mi ha sempre visto operare nell’ambito dell’editoria e del sociale.
Ho fondato insieme ad alcuni amici, a Bari negli anni 80, la cooperativa Samarcanda. Ci occupavamo della diffusione di libri, stampe e materiale discografico per un pubblico di nicchia. Negli anni 90 ho collaborato con i gruppi editoriali Longanesi e Argo. Queste esperienze mi hanno dato l’opportunità di essere vicina al mondo che ho sempre amato, alla lettura e alla musica. Ho avuto la fortuna di incontrare personaggi di grande rilievo che hanno lasciato un segno importante nella mia formazione. Al momento sono assorbita molto dalle attività della Banca del Tempo e appena posso scappo dai nipotini.
Come è nata l’esperienza della Banca del Tempo “Vola in Tempo-Bari”?
Insieme ad un gruppo di amiche, nel 2008 ho fondato la Banca del Tempo “Vola in Tempo-Bari”, per diffondere nella nostra città questo nuovo modello di associazionismo basato sullo scambio paritario e reciproco di tempo, già diffuso da oltre dieci anni in tutto il mondo. Devo dire che l’iniziativa ha da subito raccolto grande consenso nella città, quasi ci fosse un sotteso desiderio tra le persone di attivarsi in maniera innovativa nel campo della solidarietà sociale. Abbiamo realizzato insieme al Ministero della Giustizia un percorso di “giustizia riparativa” che si è rivelato un valido strumento di economia relazionale e di solidarietà a 360 gradi. Con il sostegno di uno staff di assistenti sociali, abbiamo scambiato il tempo di G. D. a favore della comunità in piccole riparazioni domestiche e aiuto per gli spostamenti in auto. Questo tempo gli è stato restituito per la diminuzione della pena. L’esperienza che mi ha visto personalmente coinvolta mi ha insegnato più di quanto avessi potuto immaginare. Se lo scambio reciproco si basa sulla autenticità e sul mutuo aiuto, si possono realizzare davvero cose straordinarie. Ho scambiato con G.D., passaggi auto (io non guido) e durante questi spostamenti ci siamo ritrovati a raccontarci le nostre esperienze in maniera semplice e alla pari. In una parola: bellissimo!
Oltre a G.D. alla Banca del Tempo hanno aderito tante persone che hanno condiviso immediatamente lo spirito del nuovo modello associativo contribuendo alla sua crescita e diffusione, nonché alla realizzazione di iniziative che hanno raccolto grande consenso nella città.
Tra le più significative la realizzazione di un evento collegato all’8 marzo e alla pubblicazione di un “libercolo” che abbiamo voluto intitolare in maniera un po’ dissacrante “bariottomarzo quante storie” .
A maggio dello scorso anno abbiamo invitato Vittorio Silenzi, il presidente della Banca del Tempo di Sant’Arcangelo di Romagna, la prima BdT d’Italia, che ci ha parlato dell’esperienza dell’Emilia Romagna.
Al Sud le esperienze funzionano bene?
Devo dire che negli ultimi anni la Regione Puglia ha vissuto un momento di grande spinta all’innovazione. Le politiche messe in atto dalla giunta Vendola hanno contribuito notevolmente all’attuazione di programmi di sostegno al nuovo Welfare locale. E’ un cammino lungo e complesso, ma si cominciano a raccogliere i risultati di questa nuova visione. Il Sud possiede risorse collegate sia al territorio, che al capitale umano e se a questo si aggiunge la giusta dose di entusiasmo e di impegno possiamo intercettare segnali positivi persino nella grande crisi economica che sta attraversando tutto il pianeta. In questo scenario, soprattutto al sud, le Banche del tempo, possono cogliere l’occasione per rafforzare la loro capacità di agire come comunità in cui ci si prende cura anche delle persone in difficoltà e si promuove l’inclusione attiva.
Il contrasto alla povertà, non rientra, se non marginalmente, nelle possibilità delle BdT. Esse però sono in grado di combattere i rischi d’accrescimento dell’emarginazione sociale, grazie alla costruzione di reti di relazioni tra gli individui, per arginare emarginazione e solitudine.
Molto spesso ci chiedono perché ci occupiamo di Banche del Tempo, la risposta è semplice: desideriamo una società migliore e crediamo che offrire il proprio tempo e scambiarlo con gli altri in maniera paritaria, possa essere una modalità semplice e forte per attivare risorse e relazioni autentiche, per migliorare la vita delle persone e dei quartieri della città.
L’approccio ad una rinnovata modalità d’intrecciare relazioni interpersonali e scambi di saperi può diventare volano d’un nuovo sentire che, dalla riconsiderazione dei tempi della vita, arriva a proporre un “Piano di coordinamento dei tempi, degli orari e degli spazi della città”, modalità che abbiamo iniziato a costruire con altre Associazioni e Centri Sociali e col partenariato del Comune di Bari.
Per quanto riguarda la gestione delle attività, il contributo offerto dai soci viene conteggiato in ore e scambiato con i saperi esistenti all’interno della BdT. Le attività maggiormente scambiate sono: lezioni di lingue, di italiano per stranieri, compagnia per cinema e teatro, lettura non vedenti, laboratori di scrittura e artistici.
Partecipano molte donne e pochi uomini?
I dati risalenti ai partecipanti rientrano assolutamente nella media nazionale e cioè il 65% donne e il 35% uomini, ma è un dato che possiamo riscontrare anche in altri ambiti. Le donne sono maggiormente portate alla relazione, alla partecipazione e alla condivisione. Peraltro, seppure in maniera differente, la partecipazione maschile risulta costante e il contributo incisivo.
Ci parli della vostra rivista?
Da ottobre dello scorso anno collaboriamo con diverse organizzazioni, scuole, con l’Università degli Studi di Bari. La mission che ci accomuna è “condividere e comunicare” e lo facciamo anche attraverso la pubblicazione del nostro periodico che abbiamo chiamato “Impatto Locale”.
1 commento
ciao