Un laboratorio creativo per il recupero della femminilità all’interno delle mura penitenziarie.
Lacasadipinocchio Associazione Culturale presenta:
Casa Circondariale C.C.Lorusso e Cutugno
Sezione Femminile
Il laboratorio creativo, legato al recupero della femminilità organizzato da lacasadipinocchio presso la Casa Circondariale Lorusso e Cutugno di Torino è ormai consolidato, con una sua propria sede all’interno. Il progetto che lacasadipinocchio svolge con le donne detenute è legato alla convinzione della immediata necessità per tutti di adeguare il nostro modo di vivere e di consumare al progressivo e veloce deteriorarsi dell’ambiente.
In pochissimo tempo il laboratorio si è trasformato in una bottega di lavoro che fa borse, scialli accessori, elementi di arredo e design.
Lo fa in mille modi diversi, ma sempre utilizzando materiali vergini considerati di scarto o restituendo nuova vita e funzioni a tessuti, metalli, plastica, legno… Non ricorre a processi industriali di riconversione che comporterebbero, ad esempio, uso di agenti chimici.
Ogni tipo di materiale è considerato, esaminato, maneggiato e lavorato dalle mani delle detenute come se fosse il più raro e prezioso. Viene dimenticato il suo impiego originario e, nel riuso, quel pezzo di stoffa da divano, quel vecchio cuscino ricamato, quella cerniera trovata in un fondo di magazzino, acquistano una dignità che non sapevano di avere. Così, in un gioco di idee, che a volte sono suggerite dai materiali a disposizione, altre dalla ricerca e realizzazione di un oggetto con certe caratteristiche, nasce una borsa, uno scialle, un bracciale C.C.
Per questo non ci sono due prodotti identici. La storia di ogni pezzo è riassunta nel cartellino scritto a mano che l’accompagna: origine dei materiali che lo compongono, ore necessarie alla sua lavorazione e progettazione, numero di archivio.
Il laboratorio C.C. si approvvigiona recuperando materiali dai più diversi fornitori, spesso salvandoli da una fine in discarica, ma rielabora a suo modo anche oggetti e prodotti semilavorati che provengono da comunità di lavoro in paesi in via di sviluppo. La disponibilità del materiale e del lavoro delle detenute determina la produzione limitata di ogni modello di manufatto, ognuno sempre unico per colori, finiture e materiali. Ciò è stato ottenuto grazie all’entusiasmo delle donne detenute che lavorano alacremente, dal supporto della Direzione, alle Assistenti Sociali, e tutte le persone che hanno finora collaborato.
Il progetto si propone, nelle sue intenzioni dichiarate sin dall’inizio, di ridare alle donne in stato di reclusione la possibilità di mantenere e sviluppare la propria femminilità; e questo in una condizione assai difficile, che spesso vanifica il significato della pena carceraria .Infatti l’annullamento della personalità, rende il reinserimento assai più problematico, esasperando atteggiamenti comportamentali e a rischio di peggioramento. Un importante segnale di essere nella direzione giusta ci è stato dato dalle donne coinvolte nel laboratorio: dimostrano devozione e l’entusiasmo, e necessitano inevitabilmente il riconoscimento della “società civile”, attraverso l’apprezzamento dei manufatti da loro progettati e confezionati.
La ricompensa deve peraltro essere anche economica. Un piccolo guadagno, sicuro e forse sufficiente, in prospettiva , al reinserimento permette un’ attenuazione della ferocia repressa insita nello spirito di autoconservazione.
E’ inoltre un sostegno e una condizione estremamente importante per le donne che a fine pena necessitano e dimostrano di voler continuare il lavoro intrapreso.
Fondamentale è quindi progettare una rete di vendita che possa garantire il proseguimento dell’attività con la stessa forza che si è sprigionata sin dall’inizio. A questo proposito esistono già alcuni spazi dove è possibile richiedere gli articoli, elencati a fine articolo.
C.C. esalta la manualità e la creatività, utilizza oggetti già esistenti e a volte scarti, rifiuti, fondi di magazzino, reinventando forme, materiali e funzioni in modo non convenzionale, propone pezzi unici, tirature limitate e in alcuni casi prototipi, in cui è evidente che l’oggetto di moda è più simile ad un lavoro d’arte che non ad un prodotto seriale.
I manufatti li potete trovare :
• Circolo dei Lettori a Palazzo Graneri della Roccia
Via Bogino, 9 – Torino
• Animaglia più Via San Massimo 53/a – Torino
• Donne Vincenti Via Vittorio Emanuele – Alba
• Eventa Via dei Mille 42 Torino – per la mostra temporanea natalizia dal 10 dicembre 2009 al 30 dicembre 2009
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