di Luciana Troisi
….. I sogni volano sulle ali degli aquiloni….
Eccomi, seduta su un divano a fiori sbiaditi, mentre guardo il cielo appena punteggiato di nuvole in cerca di risposte che nessuno ha mai scritto in nessun tomo; vago con la mente, chiudo gli occhi in questo inizio di luglio troppo freddo per chiamarsi estate. Come mi sento? Da quanto non mi faccio questa domanda? Lo so, e’ da quando nessuno e’ piu’ interessato ad una risposta, e’ da quando , presa a combattere una vita piena di sogni che si infrangono sulla scogliera della realta’, ho chinato il capo e deposto le armi.
Guardo fuori, il verde dei pini si staglia netto sullo sfondo azzurro del lago, gli uccellini cinguettano allegri, ed il sole si affaccia pigramente da una nuvola in corsa col vento… tutto e’ calmo, sereno, malignamente impassibile alle sorti “delle umane genti” . Gia’ che importa in fondo al sole di cio’ che accade qui, lui gira e brilla e scalda e brucia ed inaridisce a suo piacere senza alcun ripensamento, in fondo non ha anima ne’ cuore, lui, e’ solo una stupida stella …. Quanto vorrei essere stella adesso, non sentire, non provare, non amare, non soffrire, essere li’ con uno scopo chiaro , visibile a tutto l’universo… senza spiegazioni da dare, senza aspirazioni o necessita’ ….. eppure ammirata, amata, sognata, musa ispiratrice di poesie e canzoni, simbolo positivo di nascita e spendore, … solo per essere nata stella…
Invece sono qui, per fortuna, o cattiva sorte nata sotto la categoria genere umano, sesso femminile … Anni? Difficile a dirsi, credo 5 o 6 quando guardo le formiche affaccendarsi su un muretto, o il cielo trascolorare dal blu al rosa e all’arancio, un po’ di piu’ ma non molti, quando ancora una volta mi sorprendo a pensare che l’uomo che amo sia quel principe delle fiabe, con il bianco destriero che mi porta con se “e vissero per sempre felici e contenti”, circa una ventina, quando intavolo conversazioni con mia figlia di 15 anni su cantanti e mode del momento, o quando ascolto emozionata i suoi racconti , carichi di convinzioni ed insicurezze sul fidanzatino di turno, piu’ di 35 quando mi guardo allo specchio e riesco ancora ad apprezzare il mio seno che, nonostante la gravita’ tiene duro…. E almeno 100 quando come in questo momento sono a fare i conti con un altro sogno in frantumi.
Come e’ iniziata questa mia storia non lo so, quello che so per certo e’ che, la famiglia dove sono cresciuta mi ha amato immensamente, forse troppo, forse mi ha dato un modello di casa del “mulino bianco” che alle soglie del 2007 risulta anacronistico, e forse, per troppi, anche un po’ ipocrita e finto …. Ma e’ stata la mia realta’ di vita e’ e rimane l’unico modo che conosco per esistere, per dare un senso alle cose, amando, rispettando e dando a questo amore tutta me stessa. Ed ecco la chiave di Volta, forse, del naufragare di questa mia vita. In un mondo egoista ed egocentrico, ecco che vengo fagocitata senza alcuna pieta’, perche’ tutti che lo ammettano o no, desiderano essere amati così, senza riserve, pienamente abbracciati, circondati e sostenuti, da un amore grande ed esclusivo, forte e sincero disposto a tutto….. ma poi, sazi d’amore volgono il capo altrove….. Gia’ altrove…
Della mia infanzia ricordo poche cose, o forse i ricordi sono cosi’ tanti che non riesco a visualizzarli chiaramente, ma sicuramente l’emozione che provo nel cercare nei meandri della mente e’ calda ed avvolgente, carica di immagini e profumi rassicuranti e buoni, come l’abbraccio di una mamma amorevole….. Quanto mi manca quell’abbraccio, adesso che mia madre nella sua immagine grigia e affannata, mi riconosce, a volte, solo perche’ si ricorda di avere una figlia con il mio nome. Ma non c’e’ piu’ amore fra quelle braccia che tante volte mi hanno cullata e consolata… non c’e’ altro che il vago respiro della follia.
Mi vengono in mente le lunghe e calde giornate tra le onde e il sole, scandite dall’assordante frinire delle cicale che all’imbrunire lasciava posto ai grilli campestri; risate, spruzzi, pelle abbronzata, amori estivi che arrivano come un mare in tempesta, e svaniscono alle prime brezze autunnali come pallida brina al sole d’ agosto. I primi baci dati con gli occhi serrati, piu’ per vergogna che per trasporto, dove i nasi per quanto piccoli inciampano e si infastidiscono l’un l’altro come spade in un duello di visi… la prima sensazione umida e calda, da fare girare la testa e fermare il cuore … e con la graffiante arroganza della gioventu’, il pensiero di poter essere e fare cio’ che si vuole, avidi di sensazioni e di vita, con due ruote ruggenti, il vento tra i capelli e un’incoscienza cronica stampata a mo’ di sorriso… Ma la vita… la vita vera e’ in agguato, in questo tripudio di colori e gioia, eccola arrivare, ora per porre fine a un amico, ora per donarti momenti di violenza, di paura e di vergogna, ora per strapparti dal cuore un faro di saggezza e amore, quella luce che dalla nascita ti guida e rischiara il cammino, e per mano ti accompagna nel mondo, che io chiamavo: papa’. E allora tutto cambia, la mente vacilla, cio’ che era dato per certo non lo e’ piu’….
La morte arriva e ridipinge in un istante le mura della tua anima, pareti intarsiate di splendide speranze, e magnificamente cesellate di aspettative vengono ad un tratto intonacate di grigio.
Ora sei, ami, sogni, ridi, piangi… ora non sei piu’ e tutto e’ oblio…
Questo lo ricordo bene, 20 giorni dopo festeggiavo la maggiore eta’…. E la fine di un periodo felice e spensierato.
Amici che vanno, amici che vengono, la fine degli studi, un amore acerbo ed infantile; 20 anni, pochi, troppo pochi per una famiglia mia, una mia casa piena di responsabilita’ ed allora cresco, in fretta, troppo in fretta, ed il mio compagno resta ancora li’ con i sogni dell’adolescenza fra le mani e un futuro senza ambizioni. … non dimentichero’ mai quanto mi sono costati quei no, non dimentichero’ mai i suoi occhi mentre andavo via e la sua disperazione, i pianti, il dolore ….
E ricomincio a costruire di nuovo, un nido, una fantasia di vita serena. Ma per amarsi per tutta la vita occorre essere re e regine, alla plebe rimane l’illusione di un pezzo di vita trascorsa insieme ….. e il plebeo si rivela, toglie la maschera, a niente servono anni di convivenza ne’ l’amore di una bimba innocente. L’egoismo freddo e straziante prevale, strappa ogni filo di speranza e di sogni, ed io sola, sconfitta riverso il mio amore nella mia creatura e tiro avanti, a volte spedita, altre volte arrancando, inciampando in uno straccio a forma di cuore. Quante notti ho passato a chiedere al cielo di aiutarmi a capire in cosa avevo sbagliato, ma senza risposta ho continuato a vivere e credere che non poteva essere finita cosi’…. Il mio destino non poteva essere quello, essere una meta’ dispersa nel mondo in cerca di un senso e di un motivo per esistere…..
Ed intanto il tempo passava, ed il vuoto del mio animo era riempito da cose futili, danze, cene, ed uscite con amici interessati piu’ che amici, ed il cuore? Il cuore era riempito a sprazzi da frammenti di serenita’ rubati in segreto, io, sempre seconda, sempre in attesa… e quando la morte ti passa accanto di nuovo e tenta un nuovo furto al tuo cuore, ecco che in un’attimo e’ come annegare nell’aria che pur essendoci non basta a riempirti i polmoni e per respirare devi mettere la testa fuori, vivere un’altra vita, con un altro scopo , con un nuovo futuro davanti….. ma dove, quando, con chi?
Ed in quel momento, forse un angelo distratto lascio’ cadere una piuma che subito si trasformo’ in un foglietto strappato da una busta sgualcita, solo uno stupido pezzo di carta, ma quanta magia nascondeva, quanta speranza, quanti sogni. Era, senza saperlo, il preludio di un colloquio tacito e complice fra due anime i “cui lineamenti non solo si sovrappongono ma che sono completamente congruenti”. E allora mi butto…. giu’ a capofitto, il cuore spiega le ali, si libra piu’ in alto, piu’ in alto, respira, si tuffa, vira e si rialza in volo di nuovo…. La vita riaccende i colori, e l’anima, in mano a nuovi cesellatori si rischiara e si adorna di nuovi graffiti di luce.
E nuovi progetti come fuochi di ferragosto rischiarano il cielo, la vetta e’ scalata i muscoli tesi pronti a saltare, le mani strette fra mani e l’onnipotenza che solo l’amore ti da di plasmare il futuro ….. ma l’ ombra mesta e nera di quell’orrendo mostro schifoso allunga di nuovo le sue mani scarne e rapaci…. La vita, la vita che sfugge, che con un respiro ti crea, ora in un soffio sembra svanire…. Ed io sono li’ ancora una volta a guardare, impotente, atterrita perche’ non c’e’ nulla che possa fare, neanche questa volta, se non pregare come in una lontana notte d’aprile, se non implorare il cielo, le stelle e il demonio di fermare quel mostro mai sazio di vita….
Non so chi, o cosa, o come e’ accaduto, ma il fato ha voluto che la morte si fermasse, forse abbagliata da uno scudo d’amore, a me piace pensarla cosi’, credere che fra tanti angeli pieni di invidia ce ne fosse uno che abbia intercesso proprio per questo amore smisurato e grande, mi piace pensare che si sia alzato in piedi e abbia detto no a quello che stava succedendo … Ma la vita ha un prezzo, la felicita’ ne ha due, ed il destino ha voluto che si pagasse ognuno a suo modo. Ed ora che lo scotto e’ pagato a due anime fiere altro non resta che sostenersi amandosi o perdersi di nuovo per il mondo .
Io oggi qui, strattonata, calpestata e fiaccata dalla vita, mentre aspetto, ancora una volta stringo il rocchetto fra le dita e consegno il mio futuro al vento…..
perche’ ne sono sicura…..i sogni volano sulle ali degli aquiloni….
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