di Caterina Della Torre
Quando ho sentito Lucia Annunziata nel suo programma in Mezz’ora chiamare ”professore” Loretta Napoleoni, pensavo si stesse riferendo ad un uomo. Ma ho visto spuntare sullo schermo il viso di una signora, poi indicata e mi sono chiesta se l’Annunziata non avesse preso un abbaglio o avessero sbagliato con il collegamento.
Che l’Annunziata da quando è stata nominata direttora (da settembre 2012) dell’Huffington Post Italia, sia diventata maschilista? Che non riconosca all’italiano, che lei da giornalista dovrebbe conoscere bene (anche se a volte dimentica l’uso sacrosanto del congiuntivo), l’esistenza di un maschile e di un femminile del sostantivo? Oppure che abbia dato per acquisito che ‘’professor’’ in inglese (la Napoleoni vive in Gran Bratagna) in italiano che ha i generi, non debba essere tradotto propriamente?
O che le prof del liceo le siano state così odiose da non volerle ricordare quando parla di più altre più alte professionalità, quelle universitarie?
Eppure non è da poco che è stata lanciata da Maria Pia Ercolini la toponomastica femminile per le strade che in Italia in altissime percentuali hanno nomi maschili. Che ne sarebbe delle varie donne di cui richiediamo vengano conosciuti nomi e cognomi? Verrebbero etichettate con un generico neutro, come dall’Annunziata poi specificato, dato che l’altro intervistato (Landini della Fiom) invece usava il termine ”professoressa” facendo riferimento alla Napoleoni?
Sembra un tematica di poco conto rispetto ad altri molto più gravi problemi il recente terremoto, la crisi che affossa la nostra economia, i giovani senza lavoro e futuro che emigrano, gli esodati, i licenziati, la sanità che fa acqua da tutte le parti, la corruzione, la mafia etc…ma pur da qualche parte che non implichi costi aggiuntivi , la nostra ”italietta” deve ripartire, no? E perché non da dare ad Aurelia (moglie di Giulio Cesare ) quello che è di Aurelia?
5 commenti
Anche io sono sobbalzata alla parola professore! Non è sicuramente neutro, anche perchè il neutro in italiano non esiste. Come detesto “il direttore”, e “il presidente”, se associati al nome di una donna.
Ricordo di aver letto molti anni fa un bel libro sul sessismo sulla lingua italiana, che suggeriva di usare, laddove esistano, termini che funzionano sia al maschile che al femminile: studente, presidente, vigile, giudice, e che si possono tranquillamente usare senza necessità di desinenze che evochino filmetti anni ’70 (la vigile, invece della vigilessa, e così via).
Non mi dispiace neanche l’uso alla spagnola della desinenza -a: la professora, la ministra, e così via. Suona un po’ strano all’inizio, ma in fondo è solo questione di abitudine!
possibile che l’intervistata fosse gay?
Io ho sempre odiato l’uso dell’asterisco, ma devo confessare che da qualche tempo anch’io ne faccio uso, perché lambiccarsi sempre il cervello per girare diversamente la frase o ripetere ogni volta un nome declinandolo e al maschile e al femminile è una reale e gran perdita di tempo.
Questo vale per i plurali, ovviamente. Qui la situazione è diversa.
Probabilmente Annunziata ha ritenuto che fosse grammaticalmente corretto utilizzare la “e” bivalente dei sostantivi di natura participiale (presidente, insegnante e altri) anche per professore, forte del fatto che la desinenza -essa in sé è brutta. Ed è brutta realmente, solo che in quel caso lì ci siamo quasi da sempre abituate.
Sarebbe stato meglio se, per evitare quell’-essa che le ripugna, l’avesse magari chiamata professora, che non è usato ma che ha un retroterra popolare che lo renderebbe forse praticabile (http://www.treccani.it/vocabolario/tag/professore/) e che si apparenterebbe ad altri termini che prevedono la desinenza in -a: per esempio pastor-a.
Gentile dott.ssa Della Torre sarei felice di inviarLe un mio Ex Libris dedicato a un testo inerente M. Duchamp e che ha titolo LA GIOCATORA; da tempo mi interrogo, da Uomo e da Persona, sui sensi linguistici dello “bello scrivere” e credo che un po’ di maggiore attenzione verso il femminile possa rendere più vivace il nostro patrimonio linguistico, peraltro immenso! mi scriva pure e sarò pronto a inviarLe la imago; colgo occasione per salutare Lei e tutte le astanti qui presenti, cordialmente
r.m.
@Daniela: al massimo potrebbe essere lesbica non gay 🙂
E se anche fosse lesbica sempre di donna si tratta. Mi sa che prima di fare la giornalista avrebbe dovuto studiare meglio l’italiano 🙂