di Caterina Della Torre
Nel convegno del’ 11 a Palazzo Marino a Milano partendo dal libro ‘Dove batte il cuore delle donne” di Assunta Sarlo e Francesca Zajczyk si è parlato del voto delle donne italiane, perchè non votano o perchè se votano spesso lo fanno in maniera conservatrice.
La cosa eclatante (loro dicono scandalosa) è che non c’è niente di nuovo, le donne italiane hanno votato a destra da quando hanno avuto la possibilità di voto nel 1946, nel dopoguerra, spinte alle urne dalla democrazia Cristiana, allora un grande partito, legato alla Chiesa Cattolica che sorvegliava e guidava le coscienze anche politiche della nascente Repubblica Italiana.
Da allora i partiti e gli uomini politici si sono avvicendati e sono cambiati, ma la tendenza delle italiane di dare principalmente un voto conservatore non è mutata, che si chiami PDL, UDC o altro..
Un panel di relatori di prestigio coordinati da Marilisa D’amico, Presidente Commissione Affari Istituzionali del Comune di Milano è stato messo davanti a questa evidenza ed ha cercato di dipanare le problematiche inerenti, allargando il tema anche alle responsabilità del femminismo e delle pari opportunità di Italia.
Bianca Beccalli, sociologa, dell’ università degli Studi di Milano, decana delle pari opportunità che lei stessa ha portato in Italia dagli Stati Uniti, come lei stessa ricorda, oltre ad avvallare la tesi delle scrittrici del libro che il problema della scarsa rappresentanza delle donne in politica non scandalizza nessuno, quando dovrebbe, ha fatto rilevare che il femminismo ed i movimenti femministi hanno ottenuto molti risultati e conquiste nella società civile, ma si sono sempre fermati ai bordi del mondo politico senza cercare di cambiarlo. Hanno insistito sulla differenza della donne dagli uomini senza confermare una diversità, ma sempre nell’uguaglianza dei diritti,
Ed è su questo punto invece che le donne oggi devono lottare.
Ospite di onore – Susanna Camusso, leader della CGIL fotografatissima dai reporter.La sindacalista ha fatto rilevare che il problema per le donne verte proprio sulla loro rappresentanza. Chi decide è chi sta al potere e le donne non si candidano volentieri, come se la ”cosa” politica non le riguardasse. Eppure Susanna ricorda che la Rivoluzione francese partì con la marcia delle donne su Versailles per chiedere il pane. Questa marcia come tante altre da allora ad oggi sono state compiute dalle donne stesse. Ciò significa che le donne sono interessate e capaci nella cosa pubblica. Sono le modalità vigenti, tutte al maschile, che le respingono e non le attraggono. Quanto alla rappresentanza, la Camusso conferma che nella CGIL ci sono molte donne che partecipano e lavorano, perchè nel loro sindacato vige da tempo la modalità del 50/50 e quindi se lei adesso è al capo della CGIL è grazie proprio a ciò. Modalità che auspica si estenda altrove. Per cominciare dagli enti locali, con la doppia preferenza.per estendersi per emulazione anche agli altri enti.
Le due autrici Assunta Sarlo e Francesca Zajczyk hanno riconfermato quanto esplicitato nel loro libro dove le tesi vengono anche supportate di numeri.
Con l’ aumento della conoscenza delle modalità politiche le italiane vaglieranno più consapevolmente la loro scelta di voto da una parte e dall’altra parte se verranno aiutate a candidarsi da una legge che preveda la doppia preferenza, dovrebbero farcela ad entrare in questo mondo politico cosi’ distante. E questo sarà un bene anche per l’Italia, perchè provocherà finalmente un cambiamento e ringiovanimento del mondo politico.