E’ una professione ”diversa” quella di Erika Lust. Quella a luci rosse come imprenditrice. La intervistiamo.
Dalla Svezia alla Catalogna, dall’università ai set a luci rosse.
Come mai questo cambiamento sostanziale? Il mercato è più interessante in Spagna? Gli spagnoli più calienti?
Qualche anno fa non mi sarei immaginata di fondare la mia propria casa produttrice. Provengo dal mondo accademico, sono laureata in scienze politiche, volevo lavorare per le Nazioni Unite, e per questo ha iniziato a studiare spagnolo. Ho sempre avuto intenzione di lavorare per un mondo più giusto, però mi sono subito resa conto che la politica è molto lenta ed è difficile ottenere un impatto forte sulla società. Inoltre, mi stavo rendendo conto che mi stavo annoiando, volevo fare qualcosa di più creativo, ed ero interessata al mondo dell’audiovisuale. Guarda, per esempio, i documentari di Micheal Moore, di Al Gore, sicuramente hanno influito più di moti politici.
C’è voluto un po’, dunque, per arrivare alla prima ripresa. Mentre facevo un corso a Barcellona mi sono innamorata della città e ho deciso di rimanere per lavorare nell’industria cinematografica come assistente. Ho seguito così un corso serale di direzione cinematografica e il risultato finale del mio progetto è stato The good girl, che ha vinto il premio per il miglio cortometraggio al Festival Internazionale del Film Erotico nel 2005.
Perché e quando hai cominciato a fare, produrre film ‘’porno’’?
Inizio dicendo che il mio primo film a luci rosse l’ho visto a 15 anni. Non potevo fare a meno di sentirmi in colpa. È stato il primo segnale che c’era qualcosa di sbagliato nell’industria pornografica tradizionale. Poi, all’Università ho studiato il femminismo e ho cominciato a pormi diverse domande. Per esempio, qual è il ruolo della donna nella società, perché ci sono così tanti pregiudizi verso le donne non sposate, perché una ragazza che ha molti partner è chiamata “puttana” mentre a un uomo non succede. E ancora, com’è possibile che i media riescano ogni giorno a creare un’immagine delle donne così stereotipata? Perché il porno è destinato solo a un pubblico maschile come se alle donne non piacesse il sesso? Perché non possono confessarlo a meno di essere considerate delle “poco di buono”? Insomma, perché il diritto a provare piacere sessuale è sempre negato alle donne? Dopo gli studi ero piena di idee su come mostrare al mondo che era possibile un altro tipo di pornografia che si concentrasse sulla sessualità e il desiderio femminile. Così ho iniziato l’avventura della produzione girando il mio primo corto, The Good Girl, al quale sono seguiti altri corti e film.
C’è un’accezione femminile anche nei tuoi film per adulti?
Si, certo. I miei film sono girati dalla prospettiva delle donne, pensando a ciò che piace alle donne. Per questo non parlano solo di erotismo, ma anche di sentimenti, di storie. Per esempio, nel porno tradizionale viene ripreso solo l’atto, mentre nei miei film si vede cosa succede prima e dopo, come si conoscono i protagonisti, se sono coppie, amici, amanti…
Cosa cercano/vogliono le donne?
La sessualità femminile e più erotica e meno sessocentrica? E’ l’erotismo come fa ad essere porno?
Il sesso non è un atto meccanico, ma bensì un’esperienza, una connessione che si stabilisce insieme ad un’altra persona. Non sto parlando necessariamente di amore, ma di passione, eccitazione e piacere. Probabilmente per questo noi donne non siamo centrate esclusivamente sul sesso come atto fisico, ma lo inseriamo in un contesto più ampio.
L’erotismo arriva ad essere porno se si rende esplicito, se smette di essere suggestivo.
Qual è la versione femminile di un film porno?
I miei film sono la versione femminile del porno. Per farsi un’idea basta dare un’occhiata al mio sito, http://www.erikalust.com, e ad alcuni dei miei corti e trailer visualizzabili gratis online su http://www.lustcinema.com/video/.
Come può un film porno essere femminile e femminista?
Il porno può essere non violento, dolce, sensuale, pensare con la testa delle donne, mostrare modelli in cui tutti (e non solo i maschietti, come spesso succede) si possano identificare.
Come recluta le persone?
Per il casting faccio fatica, non è come nel cinema porno tradizionale. Cerco attrici e attori che siano in grado di fare quel tipo di riprese, certo. Corpi nudi in movimento, primi piani e scene hard. Ma non basta, ho bisogno di capacità espressive particolari, sono molto esigente.
Li scelgo, inoltre, dal tipo di ruolo che intendo fare interpretare, e mi piace anche lavorare con attori che sono coppie vere, ma non sempre è possibile.
Tutto è importante per me, ovvio, verifico che gli attori siano in buona salute, che non siano soggetti a nessuna malattia sessualmente trasmittibile, ma è anche importante che siano puntuali e che non facciano di testa loro. Comunque non ho mai avuto problemi, gli attori spagnoli sono veri professionisti. Non li ho mai forzati a fare cose che non volevano.
Durante le riprese di uno dei miei film, Life, Love, Lust, ho lavorato con una coppia di attori che lo sono anche nella vita reale, Yoha e Leo. Interpretavano un cuoco e una cameriera che lavoravano nello stesso ristorante, e li, una notte, dopo aver chiuso il locale, hanno festeggiato il compleanno di lui. I due si sono lasciati andare a delle scene di sesso e amore come solo una coppia vera sa fare. Hanno interpretato vari film insieme, facendo molto sesso meccanico e ripetitivo davanti alla cinepresa. Mi sono commossa quando mi hanno confessato che era la prima volta che lo facevano con amore, dolcezza, e ciò mi ha fatto rinnovare i propositi della mia crociata: ottenere che nel nuovo cinema per adulti ci sia contatto, dolcezza, intimità…e amore.