di Caterina Della Torre
Nessuno si salva da solo, storia di una campagna sui social media. Intervista ad Alessandra Rossi
“Nessuno si salva da solo”.. ed il Social Media Management, nuova professione del decennio.
Alessandra Rossi, classe web 1995, ovvero attivamente connessa da 16 anni, una delle pioniere della Rete nel nostro Paese; dopo averla intervistata agli esordi in cui era conosciuta nelle prime community su marketing e comunicazione digitale italiane come la “mammaweb”(ne pubblicò pure un libro..), la ritroviamo oggi sempre impegnata in attività d’avanguardia, stavolta come “Social Media Manager”.
Alessandra, cosa vuol dire Social Media Manager?
Nel nostro piccolo, su Facebook, Twitter, Friend Feed etc., siamo tutti dei “Social Media Manage”: su questi network abbiamo uno spazio che gestiamo inserendo contenuti e rispondendo ai commenti. Farlo per mestiere richiede però anche competenze analitiche, oltre ad una eclettica capacità comunicativa e, ovviamente, un certo stile narrativo.
Come si svolge questa professione? Puoi farci un esempio diretto?
Volentieri. In questi giorni sono tornata a gestire la FanPage dell’ultimo libro di Margaret Mazzantini, “Nessuno si salva da solo” (Mondadori Editore), per curare la nuova iniziativa: un’intervista all’autrice dal titolo “9 domande + 1”; (qui tutti i dettagli). Gran parte del lancio di questo libro è stato tutto basato sui social media attraverso un’originalissima campagna iniziata con uno “Slam Book.., cioè una performance di poeti “Slam,, i quali hanno interpretato brani del libro in spettacoli dal vivo, che poi sono stati condivisi e commentati su Facebook e Twitter. La parte ardua è stata riuscire a coinvolgere attivamente un numero soddisfacente di utenti intorno ad un libro, in un’Italia che, lo sappiamo tutti, legge pochissimo. Non si tratta infatti di gestire una pagina di un “club di amanti della lettura.., come ce ne sono diverse su Facebook, ma di riuscire a dialogare per settimane e mesi, su un solo libro! Non è scontato riuscirci.
E tu come hai fatto?
Qui la differenza la fa la strategia di comunicazione decisa inizialmente. Parlare di un libro non è come parlare di musica, argomento molto più popolare e facile alle interazioni. Bisogna tenere conto di questo ed anche del pubblico che presumibilmente si avrà, ovvero per l’80% donne dai 18 ai 50 anni, di media ed alta cultura. Devo dare i meriti a chi li ha: Marco Marozzi e Nadia Benatti, agenzia The Good Ones di Milano, che hanno concepito una strategia, premiata dalla Mondadori, pensata “al femminile” ed iniziata non a caso proprio l’8 marzo. L’originalità è stata, oltre al coinvolgimento di poeti d’avanguardia, quella di stralciare e rilasciare il libro attraverso frasi selezionate che il pubblico ha molto apprezzato. Chi aveva letto il libro sottolineava il gradimento, chi non lo aveva ancora letto è stato invogliato all’acquisto.
Il tuo ruolo preciso quindi, qual’è stato?
Sono stata un’autrice ed un’animatrice che oltre a scrivere articoli ed a postare le frasi del libro prescelte, ho soprattutto esortato il pubblico a tirare fuori la propria anima. Come avevano previsto Marco e Nadia, le donne intervenute su quella pagina hanno trovato in questo libro molte storie personali o di loro conoscenti e con i commenti sono andate via via sempre più sul personale. Saperle leggere e capire, rispondere con citazioni ad hoc ma soprattutto con calore ed empatia, oltre che con delicatezza dato il tema trattato – si tratta dell’amaro racconto di una coppia che si separa – è stata la chiave per riuscire in questo particolare lavoro. Ma è importante ribadire che quando si tratta di farne un mestiere, è basilare la strategia di approccio, che va progettata come si progetta qualsiasi campagna di comunicazione, con estrema attenzione ai dettagli, dalla grafica al resto, sino al “tono” da usare nelle communities. Il pubblico della Rete non risponde “a comando”, ma va capito,e monitorato. Per fa r meglio comprendere: mentre io mi attivo su Facebook, a The Good Ones si scrive quotidianamente su Twitter quello che accade su Facebook e sul blog, ed anche dallo staff del cliente (in questo caso Mondadori) vengono periodicamente controllati ed analizzati sia gli accessi alle varie pagine web che i commenti, i “mi piace”, i rilanci su Twitter etc. etc. Non si tratta di semplici “chiacchiere sulla Fan Page” in realtà è una fatica poliedrica in cui è importante far parte di un gruppo di lavoro affiatato.
I risultati?
Dopo il primo mese di lancio, la pagina è stata poi lasciata ai lettori, che hanno continuato da soli a selezionare, pubblicare e commentare frasi dal libro di Margaret Mazzantini, assumendosi loro il ruolo di animatori. Direi che non è poco. Sono rientrata in questi giorni, appunto, per lanciare la nuova iniziativa, ma i risultati delle scorse settimane sono innegabili. Cercando su Google notizie di questo libro o dello “Slam Book” (come è stato chiamato il lancio), ma anche scrivendo su Twitter #mazzantini, i numeri sono a dir poco eccezionali. A dimostrazione del fatto che il successo si ottiene dal lavoro corale e dalla capacità reale di interazione con i lettori. “Nessuno si salva da solo” può anche essere il motto di questa professione, che richiede una cultura capace di spendersi con profonda umanità.