di Elena De Paoli
Quali sono i criteri di scelta per ammettere un bambino all’asilo nido?
All’estero, le battaglie per accaparrarsi un posto in un asilo nido iniziano fin dal concepimento del bambino. Anche in Italia ormai si sta delineando il problema sociale della carenza di infrastrutture dove lasciare il bambino mentre i genitori sono al lavoro.
Le donne con figli probabilmente ci sono passate, le donne incinte devono cominciare a pensarci, e coloro che ancora non vedono profilarsi la maternità all’orizzonte ne sentono parlare sempre più spesso: le graduatorie per l’ammissione all’asilo nido. Ma come sono scelti i bambini ammessi nelle strutture?
Un tempo era molto semplice; da quando le donne hanno iniziato a lavorare fuori casa ogni città o paese, per quanto piccolo fosse, ha aperto un asilo in cui lasciare i bambini mentre i genitori sono al lavoro. Si trattava di strutture semplici, costituite spesso da un paio di stanze molto grandi, una da usare come refettorio-sala giochi, e una dove sistemare le brandine per far dormire i piccoli. Oltre a queste, un giardino con la buca della sabbia e un bagno. Le sorveglianti erano donne a cui era riconosciuto il merito di avere molta pazienza e di amare i bambini. La cifra da versare era molto modesta, perchè non esisteva un limite al numero di bambini ammessi all’asilo. Esattamente il contrario di oggi. Le maestre sono perlopiù donne molto istruite, dotate di lauree specialistiche nel campo dell’istruzione (psicologia dell’infanzia, puericultura, ecc…) che per i loro attestati accademici richiedono stipendi pari a quelli di un impiegato e per ognuna si possono affidare un massimo di cinque o sei bambini da sorvegliare. Con questo rapporto bambino/insegnante, chiaramente, la struttura deve chiedere una tassa d’iscrizione sempre più alta per controllare un numero maggiore di bambini, in modo da poter pagare più insegnanti. Si arriva così a situazioni tragicomiche, dove, ad esempio, in un asilo comunale che può permettersi appena una dozzina di posti (quindi, due insegnanti) si nasconde la faccia opposta della medaglia, dove decine di genitori ogni mattina devono alzarsi prima per preparare i bambini e portarli in asili in altre città, anche distanti.
La carenza di posti negli asili nido sta diventando un dramma per le famiglie italiane. I nuclei famigliari sono a doppio reddito per necessità, il che comporta un bisogno assoluto di avere un posto sicuro dove lasciare il bambino. Tra gli aisli poi, si scatena una vera e propria guerra d’elitè; in alcuni casi in città c’è un asilo a cui si desidera particolarmente iscrivere il proprio figlio perchè garantisce, oltre alla sorveglianza e a un’istruzione basilare, anche molti altri servizi e corsi di lettura precoce o altre attività volte a favorire lìapprendimento del bambino in vista dell’ingresso alle scuole elementari. Si tratta si strutture private, molto costose, che però a volte sono l’unica alternativa perchè i posti negli asili pubblici sono già stati tutti presi.
Oramai non si contano più gli asili nido privati sparsi in tutta Italia, persino nei paesi più piccoli. Domanda e offerta si incontrano eppure i tempi d’attesa per un posto all’asilo nido sono ancora lunghi, soprattutto nelle grandi città. Nonostante le tante strutture private ogni anno sono molte le famiglie che rimangono a lungo in attesa in graduatoria.
Alcune mamme addirittura sono costrette a iscrivere il proprio figlio all’asilo nido quando ancora il bimbo è in grembo. Sono situazioni assurde, soprattutto nelle strutture pubbliche. Molti si chiedono in che modo funzionano le graduatorie. Di cosa tengono conto gli addetti ai lavori? Perchè ogni volta in lista vi sono dei sorpassi?
I fattori da prendere in considerazione per le graduatorie negli asili nido comunali o privati sono molteplici e variano da Comune a Comune. Diciamo subito che gli asili nido privati seguono il criterio della data di iscrizione, salvo diverse disposizioni date da situazioni particolari, come ad esempio la quota obbligatoria di bambini di altre nazionalità per favorire l’integrazione e non poter essere additati come struttura non favorevole all scambio interculturale. Anche chi ha un altro figlio già iscritto a un anno superiore nell’asilo, oppure ha avuto un altro figlio nella struttura, può essere avvantaggiato nella selezione.
Negli asili nido comunali invece gli addetti ai lavori, quando le iscrizioni sono superiori al posti disponibili, facilitano alcune famiglie a scapito di altre.
Ai primi posti della graduatoria ci soni i bambini disabili, e poi ci sono i figli delle ragazze madri o comunque i casi in cui vi è un solo genitore ad avere l’affidamento del piccolo. il che significa che il figlio di un genitore separato o divorziato ha la priorità su uno che invece proviene da una famiglia funzionale. Hanno poi più probabilità di essere ammessi i figli degli imiigrati perchè, per disposizioni di legge, occorre favorirne l’inserimento nella società e aiutarli a oltrepassare le barriere linguistiche e comportamentali. La cernita delle famiglie prosegue selezionando quelle in cui entrambi i genitori lavorano, finalmente. Dopotutto, il senso di una struttura come un asilo è proprio quella di dare ai genitori lavoratori un posto dove il bambino è controllato e seguito.
L’asilo nido si frequenta dalla nascita fino ai 36 mesi. Dalla ”nascita” in concreto significa a partire dai 3 mesi, contando il periodo obbligatorio che spetta alla neomamma, il cosiddetto periodo di maternità”. Questo periodo permette di rimanere a casa i 2 mesi prima della nascita del bebè e i 3 mesi dopo, o in alternativa un mese prima e 4 mesi dopo il lieto evento.
Solitamente, se il lavoro e la gravidanza lo permettono, le donne tendono a lavorare fino a un mese prima del parto. In questo modo possono stare vicine al proprio bimbo per i 4 mesi successivi alla nascita.
Considerando l’attuale situazione degli asili nido, le neomamme dovrebbero iscrivere il figlio ancora prima di restare incinte. 🙂
Elena Depaoli, residente a Torrazza Coste e laureanda in Lettere Moderne dell’Università di Pavia. Affascinata dalla psicologia, fornisce le prove dell’esistenza dei clichè umani sul suo blog, fantasticheavventure.blog.kataweb.it. Ha lavorato per la testata online Dailynet, incentrata sul web marketing, e per dimostrare la propria versatilità di scrittura ha collaborato per alcuni articoli con Ragazza Moderna e Cioè. Il suo obiettivo lavorativo è diventare giornalista di cronaca, anche se il mondo la ritiene più portata per l’ufficio stampa . Nel frattempo, sta per pubblicare il suo primo romanzo umoristico.