di Caterina Della Torre
Cambiare la cultura, operare una vera svolta, altrimenti non si rinasce. Lo dice Simona Macellari, 45 anni perugina, laureata in legge con specializzazione di diritto ed economia; ha conseguito un master in Business administration ed un diploma in export dell’ICE. Madre di due gemelli che le hanno in un certo senso cambiato la vita.
Hai una tua società o sei libera professionista?
Ho lavorato in multinazionale ed ora in una fondazione; sono però anche parte di una società di consulenza. La Fondazione si occupa di tecnologie abilitanti il benessere a 360, benessere fisico e la promozione delle popolazioni dei paesi in via di sviluppo.
Benessere cosa significa?
Può essere fisico e mentale. Se lavori per esempio sull’inclusione per i giovani e gli anziani, diminuisci grandemente le depressioni che stanno aumentano. E ciò impatta grandemente sui discorsi famigliari e sanitari.
La società è cambiata. Il Welfare l’ha sempre fatto la famiglia. Ora invece il tessuto famigliare è cambiato..figli da prendere, accompagnare e i nonni non sono più così disponibili. Spesso è necesario creare un network tra genitori..oltre a servirsi di badanti per gli anziani e baby sitter per i figli piccoli.
Tu in questo momento cosa consiglieresti ad un giovane che voglia prendere l’università?
Chiederei prima di tutto quali sono i tuoi obiettivi: il lavoro è una parte importante della tua esistenza o è un metodo pere sbarcare il lunario? Nel primo caso consiglierei di fare l’università o un’esperienza formativa molto forte all’estero e cercare delle potenzialità fuori dall’Italia.
Nel secondo caso inviterei a pensare se la laurea ha senso o non ha senso e a cercare lavoro anche fuori.
Perché in Italia non c’è lavoro?
Non proprio, o non solo. Ma il punto è che in Italia è passato ormai da tempo il concetto che è possibile far lavorare i giovani senza passare un corrispettivo pervhè è alle prime armi.
Per gli stage per esempio…raramente si è retribuiti.
Inoltre è difficile ottenere un lavoro per e con le proprie capacità, ma si trova il lavoro percorrendo altre strade. Ciò ha spinto i giovani a lavorare sulla costruzione di relazioni per trovare lavoro, dall’altra parte li ha demotivati.
Fin dai primi anni di università non capiscono cosa è il mondo del lavoro a differenza di altri paesi. C’è una profonda differenza di approccio.
Molti hanno parlato di Meritocrazia
Sì è un tema di moda. Meritocrazia che passa anche dalla standardizzazione degli esami..
Ci deve essere l’equaglianza dei punti di partenza, non solo di arrivo. Anche se in Italia stiamo portando avanti una battaglia per i secondi. Mi dispiace ma non è così.
Devono avere tutti le stesse opportunità sin dall’inizio per poi far emergere i migliori. Uomini o donne.
I tuoi figli vanno ad una scuola privata?
Sì e poi dipenderà da quello che vorranno fare da grandi.
Che pensi della situazione delle donne in questa crisi economica?
Le donne hanno perso molto di più degli uomini durante questa crisi. Quanto alle donne in azienda, le aziende che hanno avuto donne nel managment sono quelle che hanno avuto maggiormente un atteggiamento più prudenziale.
Le donne hanno una minore propensione al rischio e sono più attente all’etica e ciò ha fatto sì che molte aziende sono state salvate..
Che futuro ha l’Italia allora?
Se dobbiasmo pensare al presente possiamo dire che se nel dopoguerra l’italia ce l’ha fatta ce la dobbiamo fare anche noi. Ma invece la situazione è diversa: il nostro paese non cresce da più di 15 anni. Noi non siamo stati distrutti dalla finanza ma eravamo già distrutti da prima. Non c’è una forza che può portare al cambiamento Finchè non ci sarà un momento di rottura non ci sarà una vera rinascita.