Tracce è una piccola antologia di brevi racconti scelti, in cui le WOMEN@WORK, poetesse d’amore ormai acclarate, si riuniscono per la prima volta all’insegna della prosa.
Tracce è una raccolta che riunisce i segni lasciati nel terreno della vita da anime femminili, orme di corpi per impronte scritte e indelebili da seguire, non in quanto esempi, ma poiché semplicemente esistenze e quindi percorsi. A volte ben delineati, altre volte meno definiti: pur sempre itinerari che testimoniano stati d’animo ed eventi.
Quindi Tracce come documenti di emozioni, non tracce intese come residui di quantità minima, ma schizzi o abbozzi che possano servire da guida nell’immensa tela in cui andare a dipingere l’esistenza e l’amore.
L’etimologia stessa della parola “tracce” parla da sola. Da tractus, participio passato del verbo trahere, che significa trarre, tirare, condurre a sé. Ed è proprio quest’ultima accezione del significato che a noi interessa: la parola del titolo dell’antologia, in cui è appunto il participio passato di un’azione già mossa nello spazio e che, perciò, ha lasciato il suo segno in ognuno dei venti racconti brevi, che piuttosto definirei incontri di ars amandi et vivendi.
Eredi di un gruppo denominato in varie occasioni “culla delle idee”, le WOMEN@WORK di progetto in progetto decidono lo stile e pianificano, esse stesse, la loro creatività innata. Nulla nasce dal caso, nulla è lasciato al caso. Sebbene è per caso che siano nati questi diciassette incontri di pensieri, desideri, sogni, stati d’animo… che inseguono emozioni composte da dettagli, caratterizzati quando da opulenza di aggettivi e ridondanze semantiche, quando da minimalismi o sottintesi, che si svelano solo agli sguardi più sensibili.
In Tracce gli elaborati sembrano infatti muoversi in una minuziosa scacchiera in cui ogni parola/pedina è studiata in vista di una mossa/scacco matto. Tracce quindi come incontri di interpretazioni libere di altrettanto libere espressioni linguistiche. Accomunate, tutte, dall’essere vere fino in fondo e contraddistinte, ognuna, dal proprio stile di scrittura, che spazia dal giovanile e disinvolto al sofferto-esistenziale.
In una società in cui quasi nulla più è tabù, raccordandoci in Tracce, noi scrittrici del gruppo WOMEN@WORK abbiamo cercato di sperimentare un equilibrio diverso tramite le testimonianze di esperienze dirette, o percepite – non necessariamente quindi personali – in cui il concetto chiave è esclusivamente il riflettersi nello specchio dei tempi e dei modi a noi circostanti.
La scrittura, infatti, è per noi un’amica a cui non sappiamo rinunciare. E’ una presenza affettiva e liberatoria che accompagna alcune di noi da sempre, ma che ad altre ha teso la mano per la prima volta con Tracce.
Perciò, eccoci riunite in questa raccolta di racconti brevi, che di poetico – rispetto ai progetti precedenti delle WOMEN@WORK – ha ben poco, se non l’aver dato e proposto uno spaccato di realtà condivise e, per ciò stesso, indelebili: come tracce, appunto, quotidiane che mai nulla e nessuno potrà cancellare. Pugni allo stomaco sferrati da dodici signore gentili, o carezze al cuore in punta di piedi, lasciate dalle dita di noi “amiche di penna”, al giusto livello di intimità, così che ogni racconto possa lasciare una traccia di sé, annullando il “tempo vuoto” che intercorrerebbe se non si avesse il potere magico di tale impronta scritta.
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Le autrici:
Alessandra Donati, Alessia Rocco, Bruna Reboldi, Chiara Breschi, Cinzia Sposato, Costanza Bondi, Giovanna Grilli, Luisa Lastilla, Maria Luisa Paulonia, Marina Pisto, Nicoletta Congiargiu, Viviana Picchiarelli.