Il tipo di rapporto che le bambine instaurano col padri single è davvero interessante perché si trovano a svolgere un compito di tutela del maschio di tipo conservativo e materno, assumendo una postura psicologica di effettivo controllo nella gestione di vita dei padri.
L’altra sera mentre, di corsa e nel tardo pomeriggio ero a fare la spesa al Supermercato mi è passata sotto gli occhi, per alcuni minuti, una scena che mi ha sollecitato alcune considerazioni che mi piace condividere con le amiche e gli amici di DOLS.
Un uomo sulla quarantina, di bell’aspetto, ben tenuto, era con una piccola bambina, sicuramente la figlia, di sei o sette anni, graziosa e chiacchierina.
Lui spingeva il carrello e lei gli gironzolava attorno curiosa ed attenta.
Ad ogni articolo che finiva sul carrello il padre cercava l’approvazione o il consiglio della figlia che il più delle volte dissentiva e cambiava tipologia di merce raggiungendo con sicurezza l’articolo adatto.
La situazione ha raggiunto il culmine quando la bella bimba ha tenuto al papà una vera e completa lezione di bucato, consigliando l’acquisto di uno sbiancante adatto alle sue camicie.
I ruoli apparivano invertiti, lui dipendente. timido e indeciso, lei sicura, informata e dominante.
Da spettatrice involontaria, ma estremamente interessata a mia volta da quel dialogo, sono rimasta colpita dall’inversione evidente dei ruoli.
Si è capito successivamente, dal seguito della conversazione tra i due, che la piccola stava trascorrendo col padre alcune giornate poiché i genitori erano separati.
Il tipo di rapporto che le bambine instaurano col padri single è davvero interessante perché si trovano a svolgere un compito di tutela del maschio di tipo conservativo e materno, assumendo una postura psicologica di effettivo controllo nella gestione di vita dei padri.
Sostituiscono molto bene e a tutti gli effetti la funzione della compagna o della moglie quando non c’è.
La bimba in questione ne era l’esempio, anche l’intonazione della voce assumeva la tipologia rassicurante, previdente e confermante di una madre per il maschio indeciso a lei affidato.
Dal filosofo Kant che ci parla della sfera emotiva femminile superiore per sensibilità a quella del maschio a S. Freud che vede nella femmina la “nostalgia da mancanza del fallo” quindi ne sancisce l’inferiorità, tutti i grandi intellettuali si sono occupati, nel tempo, del ruolo femminile nella famiglia e nella coppia.
Alcuni sostengono che le donne userebbero in maniera prevalente l’emisfero DX del cervello, la sfera creativa, emozionale mentre i maschi quello SX quindi sarebbero i portatori di conoscenza. logica e razionalità.
Il noto psicanalista Umberto Galimberti quando parla del ruolo femminile si riferisce a tutte le attività svolte dalla femmina nella coppia e nella famiglia che sono atte a preservare la vita dell’individuo e la conservazione della specie.
Anche Platone nella “Repubblica” afferma che le femmine svolgono il “ruolo materno” perché oltre a procreare i figli ne sono preposte alla cura, all’allevamento ed all’educazione usando l’ affettività e l’attenzione necessarie.
Proprio come quella piccola bambina faceva col suo papà che era rassicurato dalla sua minuscola, ma efficace presenza.