Mi sveglio con un malessere addosso questa mattina, lo stesso con cui sono andata a dormire, dopo aver letto ieri sera della tragedia di Trapani.
Ogni morte è una ferita, ogni femminicidio è un pugno nello stomaco, ma l’immagine di questa donna con un pancione di nove mesi porta con sé qualcosa di ancora più straziante, più malvagio, orrore nell’orrore.
Mi metto al computer e apro la pagina del Corriere per leggere gli sviluppi dell’interrogatorio al marito della donna.
Devo scorrere un po’ per trovare la notizia, dopo l’inchiesta sull’incidente aereo Rio-Parigi del 2009, dopo le “coppie a caccia di mutuo” (sicuri sicuri di volervi giurare per sempre?).
Allora apro il sito della Stampa per vedere lì come butta e la notizia di “Cronaca” (vogliamo ostinarci a parlarne così?) viene dopo quella dello sport, ma si sa, la svolta hi-tech della Fifa coinvolge tutti a ridosso degli europei.
Famiglia cristiana passa. La notizia proprio non c’è. Clicco in alto a sinistra, su “Famiglia”, magari vogliono approfondire la differenza tra il Mulino bianco e la vita. Niente.
Eppure non sarebbe proprio da questa pagina che dovrebbe nascere una riflessione sulla crisi umana e cristiana dei nostri giorni?
Ma non è solo Famiglia Cristiana a non essersi accorta di Maria, di questa Maria.
Anche il Fatto Quotidiano non ne parla. Per il Fatto il fatto non sussiste e Maria ha ancora la sua bella pancia con l’ombelico teso e forse a quest’ora sta preparando la colazione ai suoi figli.
Il Messaggero ne parla almeno sotto la voce “in primo piano” ma solo Repubblica la evidenzia al terzo posto, dopo i tagli di Monti e la sentenza Diaz, affiancandole anche il link per firmare l’appello di Se non ora quando contro il femminicidio.
Che posso fare allora io, questa mattina, con la nausea per quei corpi bruciati, per quei figli orfani di amore e fiducia, per l’indifferenza, per la vita che scorre tra i saldi e la barbarie della porta accanto?
Niente, se non preparare la colazione al mio bambino, e cercare di crescerlo preoccupandomi ora dell’uomo che sarà domani.
Ieri, tra i Lego e il nuoto, abbiamo parlato della rabbia. Oggi gli parlerò d’amore.
7 commenti
Sono senza parole, solo una grande stretta al cuore. Gli occhi umidi dopo aver letto il tuo articolo Cristina che mi riporta all’indignazione e al dolore che ho provato questa mattina leggendo l’articolo via internet di Maria.
Paola
Stamani seduto in cucina, mentre facevo colazione, sfogliavo sull’ Ipad la Repubblica. Dalle pagine apprendevo dell’approvazione dei tagli previsti dalla Spending Review, che prevede il taglio alla sanità ma non alle spese militari, ma del resto cosa aspettarsi di diverso. Ero quasi di buon umore per la sentenza della Cassazione che confermava le condanne alle forze di polizia per le violenze di Genova del 2001, quasi dicevo. E’ bastato arrivare a pagina 20 per allontanare la tazza del caffelatte e avvertire un blocco alla bocca dello stomaco e sentirmi inorridito per l’atroce violenza, l’ennesima inflitta ad una donna. Per un attimo ho provato un senso di violenza verso questi esseri che si definiscono uomini, mariti, padri e poi si manifestano per quello che sono. Niente. Non sono neanche degli animali, perchè gli animali hanno un codice d’onore di rispetto verso i più deboli. Questi esseri ignobili non meritano di vivere insieme alle donne e agli uomini. A differenza di Cristina non posso preparare la colazione a mio figlio, perchè troppo grande e lontano da me oramai, ma come tutti i giorni parlerò d’amore e di rispetto a mia moglie e sono felice di aver insegnato a mio figlio di fare altrettanto ogni giorno della sua vita alla sua compagna e alla sua figlia.
Bellissimo articolo cristina, ma quello che racconti evidenzia anche un altro problema: le femmine ammazzate non fanno piu’ notizia…..
E sì Caterina molto bello il tuo pezzo, e giustamente quello che si può fare è cercare di educare i nostri ‘maschi’ all’amore.
Educare i nostri figli maschi e
femmine a conoscere come siamo fatti, quali le differenze e le differenti pulsioni: fin da piccolissimi.
Brava Cri, un articolo stupendo! Un bel pugno nello stomaco, soprattutto per noi maschietti che, spesso, iniziamo a leggere il giornale dal fondo, dove ci sono le notizie sportive; un pugno che alla fine si trasforma in una carezza……
Mi piace “un pugno che si trasforma in una carezza”, che sia di buon auspicio. grazie.