Sconfitti, battuti impietosamente dalle Furie rosse, l’Italia del calcio, quattro volte campione del mondo, con le gambe piegate dalla vittoria estenuante contro la Germania, smarrita ed esterrefatta perde il sogno tanto vicino, quello di essere campione d’Europa…
Non sono una tifosa nel significato completo del termine, ma nelle competizioni internazionali di qualunque sport, mi piace tenere per i campioni quando s’ impegnano a portare lustro alla nostra nazione soprattutto in un momento tanto grigio per il sentimento di unità nazionale e per tutti gli italiani che faticano a sognare tra terremoti naturali ed economico-finanziari.
So degli scandali del calcio, degli sportivi pagati a peso d’oro, ma durante le ultime partite, come migliaia di italiani, mi sono ritrovata ad incitare “i nostri” alla vittoria contro le squadre avversarie.
I quotidiani italiani e i nostri giornalisti e cronisti hanno dimostrato grande fair play verso i rivali, riconoscendone il valore e lo stile in gara.
Se di sport si tratta, come diceva Pierre de Coubertin, pedagogista ed inventore dei Giochi Olimpici, l’importante non è vincere ma partecipare, la cosa essenziale quindi non è sempre la vittoria, ma la certezza di essersi battuti con dignità, rispetto ed onore.
Il pianto degli azzurri, al di là della facile retorica è apparso il risultato della fine di un momento magico carico di attese per la nazione.
Quello che ha infastidito e sdegnato tutti gli Italiani è stato l’atteggiamento violento e razzista di due commentatori tedeschi che, senza mezzi termini, senza sportività, ma con molta cattiveria hanno definito i giocatori Cassano e Balotelli “ due cani randagi”
Qui non si parla di cattivo gusto o di pessima educazione, ma di vero e proprio accanimento contro un popolo che ha dimostrato nei secoli e dimostra ancor oggi di possedere dignità e cuore anche quando temporaneamente è battuto, non sconfitto però, tanto da non perdere la forza di ricominciare e di ritornare a vincere.
Sempre per l’ Italia….