Educare al consumo consapevole serve alla nostra società ed al futuro dei nostri figli.
Questo lo narra Corsina Depalo nel suo libro ”Educare al consumo. Il Commercio Equo e Solidale per una cittadinanza attiva”, rivolto a grandi (genitori ed insegnanti) e piccoli.
Corsina nasce del ’63 a Giovinazzo, la graziosa cittadina sulla costa adriatica piugliese . E’ insegnante di scuola primaria da 15 anni, esperta in processi interculturali e pedagogista.
Molto attenta ai problemi sociali nei riguardi delle diversità tutte, svolge attività di volontariato nei confronti dei disabili (è infatti anche ins. di sostegno nonchè referente Anffas Bari e provincia), e in particolar modo dei Rom del territorio barese sia per quanto attiene l’integrazione scolastica dei bambini sia per il riconoscimento della dignità e delle pari opportunità lavorative per le donne rom che à chiedono di inserirsi nella cittadina a pieno titolo in un cammino di riscatto e dii inclusione sociale.
Dopoil percorso formativo “Com.In.Rom” della prefettura di Bari tenutosi è s stata nominata dall’USR Puglia quale docente referente per i Rom nello staff istituzionale della Prefettura.
Perchè hai scritto questo libro? A chi è principalmente rivolto?
Il lavoro del mio libro è frutto di riflessioni e ricerche su tematiche legate al concetto di educazione e in particolar modo di educazione al consumo alternativo e solidale. L’interesse per questa tematica nasce all’interno dell’università per poi essere messa in pratica nella scuola primaria e infine tornare, come esperienza, ad arricchire lo studio teorico. Il libro è rivolto ai docenti di ogni ordine e grado, ai formatori, agli educatori ai genitori e a tutti coloro che si occupano di educazione.
Pensi che consumiamo male?
Il consumo proprio perchè trascurato in ambito educativo, permette di mettere a fuoco in modo significativo alcune delle emergenze del nostro periodo storico. La famiglia, la scuola, poco si sono preoccupate di affrontare in consumo come campo in cui impegnare seriamente le proprie energie, eppure le centralità della produzione e dell’acquisto continua a caratterizzare la società contemporanea, in un moltiplicarsi di oggetti la cui scelta sembra sempre meno dettata dal bisogno e sempre più tesa a rincorrere desideri che con la necessità hanno poco a che fare.
Nel tuo libro dai consigli?
I genitori delle nuove generazioni e gli insegnanti dovranno avere ben presente la rilevanza dei consumi e la necessità di dare il buon esempio ai loro figli e ai loro alunni sin dai primi anni di vita.. E’ necessario a mio avviso approfondire la dimensione sociale che riconosce all’ins/form/educ un ruolo di grande responsabilità perchè deve tendere alla formazione integrale e armonica dell’uomo. Nell’esperienza di chi cresce, e quindi prende “forma”, deve essere innestata la formazione alla “cura per l’altro”. E’ necessario veicolare anche e soprattutto, i concetti di solidarietà, interculturalità, accettazione.. I bambini diventati una categoria di grandi consumatori, in quanto tali vanno tutelati, educati e accompagnati nel loro percorso formativo per diventare futuri cittadini attivi e responsabili e consumatori consapevoli. Si spiega loro che nel mondo esistono squilibri tra il Nord e il Sud del mondo,per cui chi nasce dalla parte sbagliata del pianeta è condannato a una vita di povertà e senza prospettive. Si propone, dunque, il consumo critico e consapevole come scelta possibile per il consumatore, che è così chiamato a valutare ogni prodotto con parametri diversi da quelli a cui è abituato e in base a criteri di giustizia, erispetto verso gli uomini e l’ambiente, e soprattutto è anche chiamato in prima persona all’assunzione di responsabilità sociali. In questo contesto si inserisce in Commercio Equo e Solidale, che prova a costruire rapporti economici improntati al rispetto dei diritti umani, alla solidarietà,, alla salvaguardia dell’ambiente, alla trasperenza dell’attività economica. insegnare ai bambini modelli diversi di consumo e contribuire a renderli cittadini attivi e consapevoli, contribuisce a credere che davvero sia possibile “un’altra via d’uscita”.
Consumare in modo critico e consapevole significa porsi delle domande: chi ha prodotto un certo oggetto? E’ statosfruttato qualcuno per produrlo? che impatto avrà il suo utilizzo sull’ambiente?
Nel mio libro parlo di tutto questo, nella esperienza con i miei alunni inizio dai diritti dei bambini negati , calpestati. bambini che invece di stare in una classe sono costretti a lavorare, magari in situazioni inumane. Il consumatore critico ha bisogno di essere informato, per riflettere sulle proposte alternative, su nuovi stili di vita, perchè tanti piccoli interventi sommati possono davvero cambiare le cose, rendere il mondo più abitabile.
Il consumo però spinge il PIL, forse dovremmo rivedere anche l’idea di PIL?
Il consumo spinge il Pil e come tale la crescita economica. E’ comunemente accettata l’affermazione che il consumo rappresenta il 70% del Pil.
Ma è anche dimostrato da alcuni economisti che la spesa di consumo è l’effetto e non la causa di una sana economia e che a spingere il Pil e l’economia non è la domanda ma l’offerta e cioè i risparmi, la produzione e i progressi tecnologici. Ma tra queste affermazioni perchè tralasciare un’altra verità?
La capacità di discernere sui consumi, il consumo responsabile, la capacità di non dissipare le risorse che oggi detengono le attuali generazioni a danno delle future generazioni, non rappresentano esse stesse, oggi, un elemenro di investimentono per una produttività e una crescita globale futura?
E questa non è materia educativa che dall’infanzia deve prioiettarsi all’adolescenza e all’età adulta?