di Rita Cugola
SI CHIAMA MARIYA E VUOLE ESSERE LA NUOVA AMICA DELLE EGIZIANE
Il prossimo 20 luglio l’Egitto festeggerà diversamente l’inizio del Ramadan – nono mese del calendario lunare islamico dedicato al digiuno. In questa occasione verrà infatti lanciato il canale satellitare “Mariya”, così battezzato in onore della schiava copta che fu offerta in moglie al profeta Maometto dal sovrano egiziano.
Interamente gestito dalle donne per le donne verrà trasmesso dalla rete ultraconservatrice Umma Islamic Channel, di proprietà dello sceicco salafita Abu Islam Ahmad Abd Allah.
In video e dietro le quinte, solo figure femminili rigorosamente velate. Obbligo del niqab anche per chi parteciperà ai dibattiti in qualità di ospite. Non un solo uomo, insomma, si imporrà sulle scene: nemmeno per un solo minuto.
Gli argomenti da affrontare nel corso dei programmi saranno ovviamente parecchi e verteranno prevalentemente sulla condizione matrimoniale, dal momento che “Mariya intende educare le egiziane all’Islam”, come sottolinea la predicatrice el-Cheikha Safaa Refai, chiamata alla direzione del progetto.
E’ in ogni caso già possibile anticipare che una puntata del ciclo televisivo sarà dedicata all’infedeltà femminile e si intitolerà “Memorie di una donna”.
Il canale, secondo la Refai, intende incarnare il tentativo concreto di restituire dignità a tutte quelle donne velate che in passato sono state fortemente penalizzate e oppresse: basti pensare che all’epoca dell’ex presidente egiziano Hosni Mubarak l’hjab (ossia il semplice foulard che ricopre i capelli) era stato bandito dalla tv nazionale.
Ora le dipendenti di Mariya potranno e dovranno indossare il niqab, una sorta di velo integrale che lascia scoperti solo gli occhi.
Era quasi ignorato fino a circa 15 anni fa, ma dopo la Guerra del Golfo la situazione è cambiata. Probabilmente i severi valori wahabiti importati in patria dai reduci egiziani hanno contribuito a rivalutarne il significato simbolico, ma non indifferente sembra essere stata anche l’influenza esercitata direttamente dai canali satellitari di stampo salafita finanziati dal Qatar o dall’Arabia Saudita.
Resta ora da vedere verso quale direzione verrà pilotato l’Egitto in seguito alla vittoria dei Fratelli Musulmani alle ultime consultazioni presidenziali. E’ ancora troppo presto, forse, per riuscire a formulare ipotesi attendibili sul futuro che attende le donne nel “paese della Terra Nera” e sarà quindi necessario aspettare le prime mosse del neo eletto Mohammed Morsi Isa al-Ayyat, quinto presidente della nazione.
Se da un lato la decisione di dar vita a “Mariya”- canale largamente pubblicizzato al quale molti guardano con curiosità – va letta in senso positivo per il fatto stesso di concedere ampio spazio alle donne e ai loro problemi, dall’altro non può essere ignorato l’intento (alquanto preoccupante e neanche tanto nascosto) di indottrinare le masse in virtù di una progressiva ma inesorabile accettazione dei dettami integralistici. Il che, tutto sommato, non è certamente un segnale incoraggiante.
1 commento
La nuova amica delle egiziane? Se il nuovo Egitto riparte così, la vedo male per le donne. Anzi la vedo nera, come le donne della foto.
Mi auguro che le donne egiziane non si sintonizzino su questo canale e che lo share della trasmissione sia bassissimo, sperando che venga eliminata.
Dipenderà tutto dalle egiziane se accogliere questo indottrinamento oppure liberarsene. Noi dall’esterno possaimo solo osservare e accettare qualsiasi scelta faranno del loro futuro.