La solitudine non mette fretta, regala tempo.
Tra le mail che mi arrivano ce ne sono parecchie di donne e uomini di tutte le età che cercano più o meno disperatamente l’anima gemella, il compagno della vita, la persona con cui condividere amore e dolore ,un amico, l’ amante, con cui compiere il viaggio dell’esistenza o almeno una parte di questo.
Negli ultimi anni anche sul web brulicano varie tipologie di Agenzie di Incontri, ce ne sono per tutti i gusti: c’è chi cerca l’amore disinteressato, chi cerca di collocarsi economicamente, chi invece desidera trovare solo un partner sessuale o il compagno ideale per la propria congiunzione astrale insomma basta un clic e ci si butta nella mischia, a volte anche piuttosto rischiosa, di un mondo di esseri belli pronti sorridenti, invitanti e disponibili sul mercato dell’amore.
Ma è così triste e deprimente la Solitudine?
E’ che nel nostro mondo così concitato rumoroso e veloce solo a pronunciarlo, il termine SOLITUDINE fa una gran paura, rimanda l’immagine di povertà personale, di staticità, di tristezza, di depressione, di un atteggiamento non al passo col gran chiasso della società tanto relazionata e referenziale cui apparteniamo.
E pensare che per i Maestri Zen la Solitudine è la più alta espressione dell’ IO meditativo, un grande momento di quiete mentale, di riflessione, di pace, equilibrio e felicità, è l’attimo unico e irripetibile in cui siamo a tu per tu con il nostro spirito, con il vero nostro mondo interiore, con la vera immagine di noi stessi.
E’ il momento in cui non possiamo mentire né tradire né fingere emozioni o sentimenti.
Nella meditazione in solitaria non ci si nasconde anzi il più delle volte ci si ritrova e si prova a dare risposte alle eterne domande: chi siamo e che vogliamo fare della nostra vita.
E’ solo in solitudine che si medita, si riflette sugli obiettivi da raggiungere nel breve viaggio terrestre, si pianifica il proprio lavoro, ci si concentra sulle strategie da usare per attuare una decisione, si misura la propria energia, il proprio valore, si capisce l’amore o la mancanza di qualcuno.
E’ il momento unico in cui ci si ricongiunge col Tutto, col Macrocosmo che si lega al Microcosmo che ciascuno di noi ha dentro di sé, è il momento del rapporto privilegiato con se stessi e uno dei pochi in cui si attinge l’energia dall’universo e si acquistano le forze per continuare a vivere.
A ben guardare non si è mai soli veramente, il rumore del silenzio è spesso interrotto dalla meraviglia della natura che abbiamo intorno, dalla bellezza del cielo o dal colore dell’erba del prato o dal rumore altalenante del fuoco di un camino.
La solitudine non mette fretta, regala tempo che è un bene sempre più prezioso, regala credito personale, nato dalla riflessione, dalla lettura e dalla ricerca di sé.
Allora BEATA SOLITUDO SOLA BEATITUDO…
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3 commenti
non c’è dubbio l’uomo è un essere sociale. Tende naturalmente ad stare insieme ai suoi simili. Questo da sempre. Ma ha bisogno di ricavarsi degli spazi che siano personali, per guardarsi dentro, per capire dove andare, cosa fare, anche per farsi una costruttiva autocritica, insomma come si diceva negli anni deglla contestazione mettersi in discussione. Forse almeno nel Nord-est che conosco bene e dove la parola dominante è “fare schei” si preferisce lavorare, frequentare locali di tendenza, studiare e leggere mai, perchè se ci si ferma e ci si guarda dentro in solitudine si vede di quanta pochezza siamo.
Cordialmente
Valter Nicoletti
Chiedo venia per gli orrori ma avendo il terzo dito ingessato alle volte digito due lettere al posto di una è in più è stato inviato il commento involontariamente senza nemmeno rileggere ciò che avevo scritto a braccio
Cammino lungo e impervio quello che conduce alla consapevolezza che la solitudine, quando vissuta come momento triste della vita, è solo uno stato dell’anima.
Capire che la solitudine è la possibilità di vivere liberamente e interamente i propri spazi, godendo del tempo per riflettere e vivere esperienze e sensazioni che solo l’assenza di altri ci consentono di vivere, dipende dalla capacità che abbiamo di appropriarci della nostra anima e di nutrirla con tutto quanto ci fa stare bene.
Richiede convinzione e allenamento.