di Caterina Della Torre
‘’Sarò sabbia nel deserto – Diario femminile di un viaggio e di un riscatto.’’ Ed. Gelso rosso.
Un titolo accattivante che promette molto – mi sono detta, mentre passeggiavo per gli scaffali della Feltrinelli a Bari. Il volume era piccolo, ma collocato in modo da emergere tra gli altri volumi. Cercavo qualcosa da leggere sulla spiaggia e mi sono detta ’’perchè non questo libro?’’ Lo apro e mi trovo di fronte ad una carta color sabbia desertica con disegni orientali che sembrano fatti a mano. Do’ un’occhiata al quarto di copertina e leggo: ‘’Il deserto non ha misure e non ha condizioni, come la verità’’ Mi piace il riferimento al deserto che amo molto anche io e la sua definizione, correlata ad uno stato emotivo, mi intriga e lo acquisto d’impulso. E mentre vado alla cassa leggo che l’autrice è nata a Pavia ma insegna a Bari in un liceo.
Mi trovavo in quella città per le vacanze e mi sono interrogata se intervistarla. Cerco e trovo il suo nome su facebook, la contatto ed eccoci a tu per tu con Claudia Lorusso nella penombra di un bar, al rifugio dalla calura pomeridiana.
Davanti a me, una bella donna, vestita in modo seducente ma rigoroso, che attira gli sguardi di molti frequentatori del posto. Claudia sembra non interessarsene, come tutte le belle donne che non hanno bisogno di un occhio che glielo confermi.
Quando hai cominciato a pensare di scrivere questo libro che è molto intimista, lasciando guidare la tua penna dal tuo viaggio in India?
In realtà tra l’idea e la scrittura non è passato molto tempo. Un giorno una mia amica mi ha consigliato di scrivere un libro sul mio viaggio. Non ho risposto subito al suggerimento, ma poi una mattina mi sono svegliata ed ho sentito che tutto il magma che avevo dentro potevo farlo venir fuori con la scrittura.
In questo libro parli di un viaggio in india, ma in realtà tu ne ha fatti due.
Sì, uno nel 2006 nel Rajastan e uno nel sud dell’India nel 2009. Due viaggi totalmente diversi in quanto il primo rappresenta l’India del nostro immaginario collettivo, invece il secondo è il paese dai mille colori e profumi. Dalla natura straripante.
Ma l’India è stato il mezzo che ha dato luogo al tuo cambiamento?
Sì è stato il confronto con il ”completamente diverso” che ha fatto venir fuori tutte le contraddizioni che abitavano in me. Ma il fatto che fosse successo proprio allora è stato perché probabilmente in quel momento ero pronta a farle venir fuori.
Cosa hai voluto precisamente raccontare nel tuo libro?
Volevo semplicemente raccontare il contatto che si è instaurato con i miei sensi. Quando arrivo a Jaisalmer è l’odore che mi aiuta a iniziare a riscattarmi. A far venir fuori la mia istintualità e passionalità tenuta fino ad allora repressa sotto un mantello di normalità.
Hai voglia di tornare in quel paese?
Nell’India ci vorrò sempre tornare e perché ormai fa parte di me. Il libro testimonia il ricongiungimento dell’occhio con l’anima che avevo invece tenuto sempre imbrigliato con la razionalità.
E’un libro che consiglieresti a chiunque?
Sì, sicuramente sì. Per scrivere il libro ho dovuto far il conto con due esperienze della mia vita, una passata quella della malattia ( n.d.r un cancro sconfitto) e quello più recente di un abbandono da parte di una persona che credevo potesse essere il mio compagno di vita. Ho dovuto affrontare, passare attraverso e superare queste due esperienze per potermi poi proiettarmi in un mondo diverso.
Adesso ti senti una donna nuova?
Sì, ma alla ricerca di una felicità possibile. In me c’è questa parte nuova di me che prima tenevo a freno e che adesso si è liberata.
Cosa farai quest’estate?
Mi sto dedicando molto alla lettura perchè ho una nuova idea per un una nuova scrittura e quindi credo che leggere mi faccia bene.
Ho un’idea già ben delineata ma rimettermi a scrivere non di me, ma pur sempre di una donna, in cui ci sono in parte anche io, ma in una storia che non mi appartiene mi spaventa e tiene la mano lontano dalla scrittura.
E pensi sia più difficile raccontare una storia non tua ma di terzi?
Sì, penso che sia molto più difficile anche se si pensa il contrario.
Hai fatto presentazioni del libro?
No, la presentazione ufficiale del libro sarà a settembre. Per adesso funziona il passaparola.
Tu cosa insegni?
Italiano e latino. Mi piace moltissimo, è la mia vita.
E tra insegnare e scrivere cosa sceglieresti?
Tra le due cose c’è un nesso inscindibile. Dopo aver scritto mi sembra di poter insegnare la scrittura con più nozione di causa.
Cosa hanno detto i tuoi studenti?
A parte il fatto che erano molto curiosi, ho notato che ognuno aveva un suo angolo di lettura: un libro ogni volta dato alle stampe non appartiene più allo scrittore ma a chi lo legge. Molti dicono che dopo aver letto il libro tornano e riflettono su alcuni passi di questo.
Quando hai cominciato a scrivere hai pensato a quello che avrebbero detto e pensato le persone che ti avrebbero letto?
All’inizio non ho pensato assolutamente a chi lo avrebbe letto. Poi ho fatto leggere a qualcuno delle cartelle della bozza del libro ed ho avuto degli incoraggiamenti. E quindi è nato il libro.
2 commenti
anche io sono libero come l?aria
Giulio, cosa vuoi dire con il tuo commento?