di Caterina Della Torre
Un libro al confine del politically correct, di cui innamorarsi o detestare.
In una giornata calda e afosa, cercando refrigerio nei bar con l’aria condzionata o nelle location all’aperto ma all’ombra, l’ho intervistata. Teresa Petruzzelli. Un volto simpatico, accogliente, amico che ogni intervistatrice si aspetterebbe di incontrare. Infatti, per entrare nel vivo del racconto, è necessario un buon ”feeling” e Teresa non ha bisogno di aiuti.
Avevo appena finito di leggere uno dei suoi ultimi libri, ”Storie di sesso e di ringhiera” ed ero appagata dall’aver trovato una scrittrice che mi ricordasse i classici russi. Una novella e italica Gogol’, avrei detto. Sorriso, ironia , ma cruda verità che può fare anche male. Tra i volumi che affollano le vetrine degli espositori d’estate, mi sembrava che il libro si stagliasse nettamente dalla massa.
Teresa Petruzzelli è nata a Bari 44 anni fa. Drammaturga e regista si occupa di Teatro e Disagio con persone disabili e in particolare con pazienti psichiatrici. Presiede l’associazione culturale Spettaculanti.
Ha pubblicato: Spazio di Prova, Schena ed.(1991); Dal Sud. Le fiabe nell’immaginario collettivo, Besa (1996) Pinocchio e il teatro (2004); Totò non te ne andare (2008); Bimba & Orco, Lupo Editore,2009 e l’ultimo nato ”Le storie di Bimba”
Quando le faccio la prima domanda ” sei sposata, hai figli”
Mi risponde quasi glissando : ”Si, sono stata sposata , separata, sono vedova etc.” Ho capito dalla sua nonrisposta affrettata” che non voleva parlare della sua vita privata, anche se poi durante l’intervista mi ha raccontato di avere storie di suicidi nella sua famiglia e di avere una madre sarta che con molta creatività trasforma abiti disusati.
Sei una vera scrittrice…ormai scrivi da alcuni anni
La scrittura è stata una proiezione natutrale della mia professione. Amo molto i bambini (sono un’insegnante elementare) ed ho scritto racconti che si occupano della loro fantasia e rivolti a loro, ma mi occupo anche di teatro e quindi entra anche il mondo adulto nei miei scritti.
Hai studiato teatro?
Sì, al Kismet di Bari. E’ stata proprio la mia formazione teatrale a condurmi alla scrittura del libro Storie di amore e di inghiera”
Sì, infatti, lo trovo molto tealtrale, un po’ gogoliano. Descrivi un’umanità pittoresca, ai limiti della realtà e liceità…
Si’ i personaggi che affollano questa casa di ringhiera nel quartiere popolare di una non meglio precisata città italiana, lontana dal centro cittadino, isolata tra il nulla e la polvere, vivono un’esistenza che
sembra ripetersi sempre uguale a sé stessa e cercano,ognuno a suo modo, di sbarcare il lunario. La signora Maria fa le pulizie da una ricca signora romena; Piero, ex studente universitario mai laureatosi, vive
di lavoretti saltuari, si relaziona solo col suo gatto isterico ed è refrattario a qualsiasi contatto umano, eccezion fatta per Gino, il quale inventa avventure di sesso con donne affascinanti nel tentativo di risvegliare
il desiderio, completamente sopito in Piero; Antonietta affitta camere a studentesse universitarie e dirige l’emittente Radiossessione; le sorelle Gessica e Marion, africane, si prostituiscono sulla statale e cantano nel coro gospel della chiesa.
Sono storie accattivanti che tentano di trascinare il lettore nel vortice di queste vite così diverse da quelle che loro stessi vivono e per questo lo incuriosiscono. Ma non hai temuto uscendo così fuori dalle righe di deludere i lettori?
La risposta per il momento è stata molto positiva, anche se devo confessarti che far uscire due nuovi libri, questo libro e ”Le Storie di Bimba” insieme è stata una bella e faticosa avventura.
Il libro è stato produtto da una casa editrice sarda Aisara, composta quasi tutta da donne. Il libro è piaciuto immediatamente e abbiamo scambiato idee e opinioni per la correzione del testo via e-mail.
Il lavoro è proceduto celermente grazie al feeling instaurato e allo spirito di squadra.