di Rita Cugola
In Mali la lapidazione non risparmia le madri…
La remota cittadina di Aguelhok, in Mali, è stata teatro di una barbara esecuzione capitale. L’evento non dovrebbe suscitare stupore ma solo orrore, purtroppo, dal momento che episodi di questo tipo si registrano quasi quotidianamente in molti paesi africani e spesso nell’indifferenza generale del mondo.
Stavolta, però è diverso. La novità è che si tratta della prima condanna a morte documentata in ogni sua fase, da quando il nord del paese è caduto sotto il controllo dei miliziani di Ansar al Din, affiliati ad al-Qaeda.
Protagonisti e vittime di questa triste storia sono due giovani, un uomo e una donna (quest’ultima madre di due bambini ancora piccoli), riconosciuti colpevoli di adulterio per essersi abbandonati a una relazione extraconiugale.
In ottemperanza alla Sharìa, la severa legge coranica vigente – talvolta interpretata in modo del tutto arbitrario dai fondamentalisti – i due sono stati condannati a una morte lenta e atroce.
Spinti in uno stretto buco appositamente scavato nel terreno, secondo alcune testimonianze, sono stati presi a sassate fino all’ultimo respiro.
“Non so quante pietre siano state lanciate e quanto tempo sia trascorso prima che la coppia morisse”, racconta un uomo, “ma anche se l’agonia fosse stata lenta e prolungata nessuno di noi presenti avrebbe mai osato intervenire per fermare quel massacro”.
Del resto, gli islamisti non hanno dubbi: i legami adulterini sono proibiti e vanno perciò condannati. “Quell’uomo e quella donna erano entrambi sposati ad altri”, puntualizza Allou Toure, commissario fondamentalista del Gao, “ma ciò non ha impedito loro di intrattenere una relazione. E’ inaccettabile. La Sharìa è molto chiara su questo punto: l’adulterio è un crimine che va punito con la lapidazione”.
Immediata la reazione dell’Ue, che attraverso le parole della portavoce Catherine Ashton, ha espresso profonda preoccupazione per la continua violazione dei diritti umani nel nord del Mali e ha insistito sulla necessità impellente di porre fine a una tale barbarie.
“La Ue è fermamente contraria alla pena di morte e in particolare alla lapidazione, crudele e disumana”, ha ricordato infine l’Alta Rappresentanza europea.
1 commento
Bisogna dire BASTA a queste barbarie !! I rappresentanti ed i governanti degli stati “CIVILIZZATI ” dovrebbero interrompere immediatamente i rapporti diplomatici ed eventualmente boicottare con embarghi economici quei paesi che non si adeguano al rispetto dei diritti umani !
queste persone giustiziate nel Mali hanno avuto l’unico torto di vivere in un paese in cui i diritti umani non esistono .