Malinconia non è necessariamente tristezza….
E’ una nobile mancanza, è il desiderio di qualcuno o di qualcosa che non si ha mai avuto o che non si ha più, è la preziosa nostalgia dell’Assoluto, del non conosciuto, di un esistente non del tutto appagante.
Sant’Agostino nelle Confessioni dice “Inquietum est cor nostrum, donec requiescat in Te, Domine”
“Inquieto è il nostro cuore, Signore finché non trova riposo in Te… “
e le parole di una canzone di Luca Carboni “ …La malinconia ti culla dolcemente come le onde del mare, va e viene, sta in silenzio e ti fa sentire tutto dentro…”
Non necessariamente la “melanconia” o “bile nera”come la chiamavano i medici umanisti, deve essere intesa come uno stato simil depressivo dominato da tristezza con una non ben chiara motivazione, ma può apparire come un’ indistinta scontentezza che rallenta e nobilita la vita e le azioni del quotidiano.
Ci sono tra le categorie di malinconici quelli che, pur essendo inquieti, non rinunciano a vivere la vita e la felicità, mantenendo semplicemente un atteggiamento saturnino nei confronti dell’esistente.
Non è un abito da dover sempre castigare e rimuovere, ricordiamo che dall’inquietudine malinconica e metafisica è nata l’arte.
Poeti, scrittori, artisti sono stati e sono i veri interpreti geniali dello spirito malinconico.
Malinconia non è necessariamente tristezza, a volte è noia, è un moto interiore spesso incompreso che vive in noi, è lo spirito irrequieto dell’insoddisfazione legata alla nostra vita, ai nostri evidenti limiti, al qui e ora che scorre veloce, a ciò che ci fa sentire impotenti di fronte all’eternità, chiusi in confini troppo stretti, a riflettere sull’esistenza dell’Assoluto…
Per i melanconici ogni gesto e qualsiasi decisione possono diventare difficili, l’angoscia domina e la paura caratterizza la scelta di appartarsi e di stare in solitudine, distaccati dagli altri.
Nei casi più gravi il desiderio di sparire appare come l’unica via possibile per sfuggire il tormento interiore, decisamente insopportabile.
Quando accade si può ricorrere a mezzi semplici per contrastarla: una passeggiata col cane, la contemplazione della natura, una lettura appagante, un happening di cioccolato fondente, le parole di un amico, concedendo un po’ più di attenzione a se stessi…e alla meditazione.
Esistono stagioni che poi la esaltano come l’autunno nuvoloso e grigio, periodo in cui si può diventare carenti di
melatonina, una sostanza generata dall’epifisi.
La produzione aumenta con la luce e meno melatonina produciamo maggiormente possiamo ritrovarci malinconici e tristi…
Meglio allora usare questa interminabile estate per fare bagni di luce, almeno 10 minuti al giorno, per alimentarne la produzione e cercare con l’aiuto del sole, di scacciare la tristezza, ma un po’ di inquietudine teniamola perché esalta la parte creativa del nostro cervello…
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1 commento
A me piace la malinconia…non la giudico negativa…