Una professione che poche conoscono, ma interessante ed attraente. Ne parliamo con Fabrizia Iacona.
Fabrizia Iacona nasce a Roma, subito dopo la maturità classica inizia da giovanissima a lavorare nel campo cinematografico e, catturata dal fascino del set; abbandona gli studi universitari a metà strada. Fabrizia svolge un lavoro molto interessante, che forse non tutti conoscono: la Segretaria di Edizione. Durante le riprese, la segretaria di edizione è una delle figure più importanti. E’ il braccio destro del regista e anche la sua memoria: registra e tiene l’ordine delle inquadrature che compongono una sequenza cinematografica, annota e distribuisce tutte le variazioni sulla sceneggiatura e controlla che tutto poi, in sede di montaggio, abbia la continuità giusta, sia per quanto riguarda costumi, fabbisogni e scena, sia per quanto riguarda i dialoghi e lo sviluppo del personaggio con l’attore. A lei è inoltre affidato la stesura del diario di lavorazione, nel quale viene scritto tutto ciò che accade durante una giornata di riprese.
Il curriculum di Fabrizia non è ricco, bensì ricchissimo, cito solo alcuni dei suoi lavori: per il cinema: Il Caso Moro diretto da Giuseppe Ferrara nel 1986, Ragazzi fuori con la regia di Marco Risi del 1989, Ultrà del 1990, regia di R. Tognazzi, Giovanni Falcone sempre di Giuseppe Ferrara del 1993.
Per la televisione: Incantesimo, Elisa di Rivombrosa, Piccolo Mondo Antico, Cronaca Nera, Iqbal, I ragazzi del muretto, Maria Montessori, il Clan dei Casalesi che vedremo prossimamente su C5.
Ha collaborato con alcuni dei registi più famosi e più bravi del nostro paese: come Deodato, Grimaldi, Virzì, Olmi, Th Torrini, Oldoini, Tavarelli, Angelini, solo per citarne alcuni. Inoltre Fabrizia ha lavorato nella post produzione e anche come aiuto regista. Conosco Fabrizia da un po’ di tempo, è una persona molto carina, gentile e sempre disponibile, anche se il suo lavoro la impegna molto.
Ha appena concluso il suo lavoro sul set. Attendo la pausa pranzo per poter fare due chiacchiere con lei.
Oggi tu sei una delle Segretarie di Edizione più brave, hai una lunga esperienza lavorativa alle spalle. Da bambina pensavi di fare questo lavoro?
Assolutamente no! Allo spettacolo mi ci sono avvicinata subito poiché mio padre era entrato in RAI da giovane, agli albori dell’azienda, e questo mi dette la possibilità di sentire parlare di film e televisione da sempre. Da bambina sognavo di fare la costumista e resta per me il più bel lavoro sul set, dopo quello di regista, si intende.
Tu vieni dalla maturità classica, si presume che dopo ciò si vada all’università….tu invece di laurearti sei entrata nel mondo del cinema e della televisione, mi puoi raccontare come è avvenuto tutto ciò?
Un po’ per fortuna un po’ per caso: mi fu proposto di coprire questo ruolo da mio fratello, che all’epoca faceva già l’aiuto regista, sapeva che avevo fatto qualche piccolo lavoro come assistente alla regia e la titolare li aveva lasciati due giorni prima delle riprese. Ovviamente la paga consisteva in un piccolo rimborso spese. Al primo film, qualsiasi ruolo ricopri, tutti ti aiutano ma da quello successivo devi cavartela da solo. Sono una assoluta autodidatta, ma ritengo che il modo migliore per imparare è seguire qualcuno sul set.
Nell’introduzione ho parlato un po’ del tuo lavoro, cioè di cosa fa esattamente una segretaria di edizione. Pensi di dover aggiungere qualcosa?
Troppo. Non basta un’ intervista. Diciamo che è ben spiegato in poche righe il nostro mestiere, ma che ovviamente si evolve in continuazione e cambia secondo le esigenze narrative e di linguaggio (film, fiction, seriale, soap).
Hai lavorato con molti registi importanti, a film altrettanto importanti. Ad esempio: Il Caso Moro un film di denuncia, che riportava alla ribalta, un brutto capitolo della storia italiana……tu molto giovane, come hai vissuto quel set? C’era un coinvolgimento e una responsabilità narrativa diversa, rispetto ad altri lavori?
Certo, Il caso Moro, oltre a lavorare con Gian Maria Volonté, ci coinvolse tutti anche politicamente. Tra l’altro fu girato solo 10 anni dopo, e la memoria era ancora viva in tutti, quando abbiamo girato la scena del rapimento e ricostruito tutta la sequenza, abbiamo fatto rivivere a tutti gli abitanti di quella zona quelle terribili ore.
Sempre nel caso Moro hai avuto l’opportunità di lavorare con il grande Gian Maria Volontè, che hai appunto già citato, cosa ricordi di lui?
Tutto. Un uomo e un attore che non si scorda.
Tu sei un’ amica e un’importante collaboratrice di Cinzia Th Torrini, con la quale hai avuto l’opportunità di lavorare molto, c’è differenza a livello lavorativo tra un regista uomo e una donna o è solo questione di feeling?
Si, c’è un a grande differenza. Certo non è la regola ma con Cinzia in particolare, si trova spesso il modo di sdrammatizzare con una risata anche i momenti più duri e complicati. Per quanto concerne il feeling quello è comunque necessario per portare avanti un lavoro così di fiducia e di collaborazione a volte per mesi e mesi, e per tante ore della giornata.
Tornando nello specifico al tuo lavoro, tu come segretaria di edizione, sei un po’ la “memoria del set… a te nulla deve sfuggire. Quindi presumo che non ci si possa distrarre un attimo, so che nelle varie produzioni ci può essere più di una segretaria di edizione. Come funziona, si lavora a turno?
Non è un lavoro facile da dividere in due colleghi, proprio perché si basa sulla catalogazione continua e elaborazione di informazioni che studiano in fase di preparazione, ma che si completano solo in fase di realizzazione e quindi durante le riprese. Certo ogni unità lavorativa, che si tratti di Seconda o Terza Unità, ha la propria Segretaria di Edizione che colloquia con la Titolare del lavoro che lavora in Prima Unità. Stiamo però lottando per conquistarci una assistente fissa per la lunga serialità.
Per le appassionate della fortunata fiction Elisa di Rivombrosa puoi dirci se ricordi qualcosa di simpatico, accaduto sul set, di cui ti va di parlare?
Mi è difficile privilegiare un aneddoto. E’ stata una grande lavorazione fortunata anche per noi tecnici che abbiamo vissuto accanto a Cinzia TH Torrini l’emozione del grande successo.
Spesso per lavoro ti trovi lontana da casa, cosa significa ciò per una donna, per una madre?
Sicuramente non è un lavoro che facilita un impegno familiare, anzi spesso lo ostacola. Ora, a differenza del passato e anche per l’avvento della lunga serialità che spesso si gira a Roma, di mamme a fare il set siamo in tante e quindi speriamo di col tempo di far valere anche qualche esigenza familiare…. Senza frenare la macchina produttiva che quando parte travolge tutto.
So che hai lavorato anche come aiuto regista e nella post produzione. Che cosa ti hanno lasciato queste due esperienze lavorative, diverse dal tua quotidiana professione?
Sono entrambi arricchimenti professionali ed io li accolgo sempre volentieri.
Valeria Massenzi – vive a Roma, laureata in Lettere – Dams presso l’Università Statale Roma Tre, si occupa di scrittura. Ha collaborato con varie produzioni cinematografiche e televisive. Nel 2007 un suo progetto di mini serie, scritto insieme a Massimo De Pascale, si è classificato alla finale del Festival Internazionale della Fiction di Roma (Roma Fiction Fest). Nel 2009 ha collaborato alla realizzazione del Corto Vite Parallele diretto da Fulvio Spagnoli, che ha vinto il primo premio al Festival del Cortometraggio di Roma. Nel 2010 esce il suo primo romanzo: Primavera a Novembre edito da Alpes Italia. E’ prevista l’uscita del suo secondo libro Io e Facebook – tra VIP e SVIP – nell’autunno del 2012. Attualmente sta lavorando al nuovo romanzo “Tre matrimoni e una fuga”.