…COME ALTERNATIVA ALL’INSODDISFAZIONE
Mi è arrivata questa mail…
D.
” Gentile Mariacristina sono un uomo, un medico di cinquant’anni con una solida posizione economica,lavoro in una grande città del nord. Ho alle spalle due matrimoni conclusi con separazione e non ho figli. In realtà credo di non essermi mai veramente innamorato di una donna, anche se ho voluto bene alle mie compagne e le ho aiutate nella vita in ogni modo. Tempo fa ho incontrato una collega più grande di me di cinque anni, abbiamo trascorso insieme alcuni anni felicemente fino a quando lei non si è impuntata sulla convivenza, sul rapporto definito che ho rifiutato per non sentirmi costretto ad una vita non libera,chiusa, finita e perché non ero convinto fosse completamente la donna giusta per me.
Ci siamo lasciati ed ora mi sento svuotato,solo, irritato e triste anche se certamente lei non rappresentava sempre la donna dei miei sogni. Ti chiedo sei puoi rispondere ad una domanda:” Perché la mia vita e forse quella di molti è una continua ricerca dell’amore che non esiste e si rifiuta tutto il resto per poi vivere coi sensi di colpa e da soli? So che è una domanda difficile ma conto sulla tua competenza, ti apprezzo e leggo tutti tuoi articoli “ Pierluigi 62
R.
Carissimo Pierluigi,
la questione che poni vale i famosi mille punti.
L’ insofferenza per i ruoli definiti o per la convivenza stessa sono difficoltà molto diffuse non solo tra le generazioni mature come la tua, ma anche fra i più giovani.
La complessità nel capire se si è veramente innamorati o se si prova vero amore possono divenire ostacoli reali ai rapporti troppo di frequente complicati anche dal nostro stesso modo caotico e costruito di vita.
Molti di coloro che cercano la perfezione o inseguono il sogno sono il più delle volte condannati alla delusione.
Nell’attesa che avvenga l’epifania dell’ideale sfugge il qui e l’ora e resta solo posto al pianto,alla frustrazione,allo sconforto e alla solitudine.
Può accadere di non lasciarsi andare a godere di un’empatia affettiva o di una relazione proprio per il timore di rimanere disillusi, per l’angoscia che la persona non sia quella giusta, quella che abbiamo sognato per la vita oppure per la paura stessa dell’essere abbandonati quindi di nuovo frustrati ed insoddisfatti…
Qui entra in gioco il terrore di perdere l’occasione vera, l’uomo o la compagna sognati, quelli destinati, quelli che come in certi film farebbero sentire le campane al primo bacio o al primo sfioramento di pelle.
Dovremmo far entrare maggiormente in campo la semplicità nei sentimenti, il chiedere semplicemente: sto bene insieme ora, lo/la desidero, mi diverto in due, condivido ideali, provo emozioni, soffro insieme, riesco a ridere, vorrei stare vicino più tempo, accetto la sua diversità, i suoi problemi, lo/la aiuto volentieri, gli /le voglio bene, ecc.
Il tutto riducendo al minimo alcune sovrastrutture mentali, ascoltando anche il cuore oltre la testa.
Chiaramente come fai tu, chi screma, screma, molto spesso resta solo nel suo isolamento affettivo, con la solitudine, il senso di colpa, il senso di perdita,l’abbandono e a volte anche con la depressione.
I comportamenti frequentemente dipendono dall’opinione che abbiamo di noi stessi, nel tuo caso evidentemente ti aspetti molto da te stesso e dall’altro della coppia, sei esigente, non accetti mediazioni, ricerchi l’eccellenza, la persona senza difetti.
Hai provato a chiederti per quale motivo questo accade, che persona veramente vuoi accanto e perché non ti è sufficiente l’essere amato e desiderato come uomo, come compagno di una donna “normale”, sincera che ti vuole poter amare in condivisione di vita?
Cerca se puoi di fidarti di più delle tue emozioni dell’attimo esistente, accordandoti il permesso di essere felice anche con chi non incarna perfettamente e in tutto il ruolo della principessa delle favole.
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