di Caterina Della Torre
Oggi a Venezia si apre il festival del cinema. Un terzo della produzione presentata è femminile tanto da far acclamare qualcuno ad un ‘’festival di Venezia al femminile’’, come se le donne regista siano state scoperte solo ora.
Ma da un’altra parte d’Italia, a Sarzana si sta aprendo il 31 agosto la nona edizione di un altro festival, quello della mente in cui le donne invitate a parlare sono solamente due, soverchiate dalla stragrande maggioranza di uomini che discettano di tutto, dalla letteratura, al linguaggio, agli adolescenti alla filosofia pura, alla storia. Anche per parlare della donna nel medioevo, come si evince dal folto e vasto programma, è stato chiamato a parlarne un uomo.
Il Festival della Mente, è il primo appuntamento europeo dedicato alla creatività, diretto da Giulia Cogoli, promosso dalla Fondazione Carispe e dal Comune di Sarzana, che si terrà a Sarzana dal 31 agosto al 2 settembre 2012.
Numerosi gli incontri previsti, 90, sia iper adulti e bambini con filosofi, scienziati, scrittori,artisti, musicisti, psicoanalisti, storici, attori e registi, italiani e stranieri, con le loro riflessioni originali sulla natura e sulle caratteristiche di una delle più apprezzate tra le capacità umane. Ci si potrebbe domandare perchè non siano state incluse le pensatrici, quasi che queste non siano capaci di pensare o semplicemente non sono dentro ai giochi di cooptazione propri delle organizzazioni delle manifestazione. Eppure la direzione è di una donna.
Comunque per chi fosse interessato ci sono due donne, mosche bianche, invitate come relatrici:
Venerdì 31 Agosto 2012, ore 19.00. sala canale lunense – euro 3.50
Anna Salvo – Il dolore è un cannocchiale che porta lo sguardo lontano
Spesso si pensa al dolore come a qualcosa che pietrifica e blocca. Talvolta, tuttavia, la sofferenza è un’apertura, un passaggio capace di produrre nuovi sguardi, su noi stessi, sugli altri, con la possibilità di vedere ciò che prima non coglievamo. Per Marcel Proust il dolore è una sorta di strumento ottico che porta il nostro sguardo verso prospettive e orizzonti imprevisti e inediti. Ma in che senso una nuova percezione si lega alla creatività? Già Freud parlava di “romanzo familiare” per definire il racconto che tutti continuiamo a scrivere, creando la nostra storia. Il trascorrere del tempo è dunque segnato da un processo di creazione quasi interminabile, in cui il dolore, o meglio i passaggi nel dolore riescono talvolta ad aprire lo sguardo a nuove visioni. Il dolore viene a insegnarci qualcosa? Difficile rispondere, ma può essere un punto da cui partire per ricostruire o creare nuovi pezzi della nostra storia.
Venerdì 31 Agosto 2012, ore 21.30. Chiostro San Francesco – euro 7.00
Giulia Lazzarini – MURI. Prima e dopo Basaglia
La toccante rappresentazione, su testo e regia di Renato Sarti, tratta dalla testimonianza di un’infermiera casualmente entrata a lavorare nel manicomio di Trieste. Camicie di forza, lobotomia, elettroshock, questo era il manicomio prima della legge Basaglia: un luogo di isolamento in cui si perpetrava ogni tipo di violenza e di tortura. Poi il cambiamento. La mansione principale del personale ospedaliero non era più soltanto il custodire, ma il confrontarsi, il dialogare, l’ascoltare: inevitabilmente si metteva in moto uno strano meccanismo, in cui il confine che separa la normalità dalla follia rivelava tutta la sua precarietà. Con impalpabile leggerezza e stupefacente densità espressiva Giulia Lazzarini porta in scena la figura di un’infermiera, una persona semplice, che prende coscienza del significato e del valore umano, prima ancora che scientifico, della rivoluzione di quel medico atipico.’
Ci auguriamo che la prossima edizione ricordi le numerose pensatrici donne. Possiamo fare qualche nome?
Sono molte, basta cercarle e volerlo.
5 commenti
Quando l’ho scoperto, l’ho postato subito, tanto mi pareva incredibile che ci fossero solo due donne tra i relatori!
Ho trovato molto interessante vedere come Venezia stia valorizzando le registe. E’ una novità non troppo scontata. Per quanto riguarda il Festival della Mente (cos’ì come quello della Felicità che credo si sia tenuto nelle Marche), le donne appaiono più per sbaglio che per volontà degli organizzatori. Credo che sia doveroso segnalare il fatto, e disertare la manifestazione. Saluti.
Si stanno creando due mondi separati..non credete?
in realtà sono un po’ più di 2, le relatrici.. facciamo 4: complessivamente il 4,5% dei relatori. Comunque grazie Dols di avere sottolineato la notizia! 🙂
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Nel 1976 Le Nemesiache, gruppo femminista di Napoli creo’, tra lo scetticismo generale, il primo festival del cinema all’interno del festival di Sorrento.Per 17 anni si sono proiettati film di donne provenienti da tutto il mondo. Oggi sono una realta’ indiscutibile ma ancora si parla del cinema creato da donne come di una novita’.Il premio Elvira Notari, creato da Lina Mangiacapre (Nemesi)e’ oggi intitolato a lei. Ogni anno viene dato il premio a un film selezionato a Venezia e da alcuni anni il premio viene consegnato a Napoli. Anche questa e’ una realta’.Per quanto riguarda il Festival della mente di Sarzana mi stupisco che la direttrice Giulia Cogoli faccia parlare di creativita’ solo 2 donne. Troppo timida o troppo condizionata? Basta guardarsi intorno e cercare di uscire dagli schemi- ssi trovano donne splendidamente preparate e creative in ogni campo, filosofia, arte. storia, architettura, religione. ecc…donne apriamo gli occhi e la mente e ascoltiamo le altre donne. staremo tutte molto meglio Ciao