di Roberta Dho
“Mai + Sole” il centro antiviolenza donna di Savigliano compie cinque anni e ci racconta una storia di donne per le donne.
“Mai + Sole” nato nel 2007 a Savigliano, importante cittadina del cuneese, quando il fenomeno della violenza sulle donne, soprattutto tra le mura domestiche, rivelava per la prima volta in modo documentato e impressionante i suoi dati. Le donne maltrattate e le vittime di violenza anche grave erano molte e cresceva la consapevolezza di dover agire concretamente sulla situazione.
Adonella Fiorito, tuttora presidente dell’associazione, e alcune amiche pensarono che fosse opportuno mettere a disposizione tempo, competenze e determinazione per raggiungere questo obiettivo.
Cinque anni dopo “Adonella e le altre” di strada ne hanno fatta molta: l’associazione “Mai + Sole” è un centro antiviolenza che conta quasi cinquanta volontarie, molti sostenitori, offre un servizio di assistenza 24 ore su 24 in rete con i principali servizi ed è un punto di riferimento su tutto il territorio provinciale.
E per i festeggiamenti del primo lustro, oltre ad un piacevole aperitivo musicale in una serata di fine estate, hanno voluto inaugurare un punto di ritrovo in pieno centro: una “porta aperta” sulla città dove, tra abiti usati (anche quelli da sposa!) e un sorriso accogliente, sia possibile trovare informazioni, conforto, un aiuto se richiesto.
Qual è il valore di questa scommessa e come crede potrà cambiare la vs attività?
Quando abbiamo iniziato questo percorso, non pubblicavamo mai le nostre fotografie, pensavamo che fosse più sicuro non farci vedere, poi la certezza di fare la cosa giusta ci ha portate ad essere più forti e l’apertura di questo punto di ritrovo su strada vuole dire che non abbiamo paura della violenza, anzi la combattiamo ogni giorno con tutta la nostra determinazione. Il messaggio è anche per chi la subisce: non deve aver paura di chiedere aiuto, perché solo condividendo i problemi si riesce a risolverli.
Avete saputo costruire molto dove c’era poco, superare la diffidenza generale su un problema tanto delicato quanto “tollerato”. Quali elementi hanno contato favorevolmente?
Abbiamo lavorato molto continuando a proporre corsi di formazione per nuove volontarie in tutte le città a noi vicine, cercando ogni occasione per crescere e fare rete. E’ grazie alla sensibilità di molte e molti che siamo giunte a questo risultato. Alle resistenze, che sono soprattutto culturali e per questo persistenti, hanno fatto da contrappeso la professionalità delle Forze dell’Ordine, dei Pronto soccorso, dei Servizi Sociali, delle altre associazioni di volontariato con cui abbiamo fin da subito iniziato a collaborare e che con noi, anche, sono cresciute. La rete si è poi arricchita di avvocati, psicologhe, aziende, Istituzioni, amici/che, che ci hanno rafforzate permettendoci di offrire un servizio 24 ore al dì.
Insomma, se ci credi veramente tutto è possibile.
Dare voce e visibilità a un problema spesso fa si che il problema emerga. E’ stato così anche per voi?
Purtroppo la violenza nei confronti delle donne è in continuo aumento, e i dati lo confermano, per mano soprattutto del marito o del compagno cioè dalla persona che dovrebbe “farti sentire sicura”. Quest’anno abbiamo già incontrato circa 80 donne e dato ospitalità per 389 notti, riscontrando un aumento, sì, forse dovuto proprio al fatto che iniziare a parlarne, offrire un servizio strutturato ha dato voce al problema. Si sono rivolte a noi donne molto differenti tra loro per cultura, età e condizioni economiche. La violenza è veramente “trasversale” e colpisce le donne italiane, per noi la maggior parte, come quelle che hanno una differente cultura di provenienza. Siamo consapevoli che non tutte le donne hanno il coraggio di chiedere aiuto, spesso non se lo possono permettere (e la crisi economica attuale non aiuta): di fronte a un percorso di autonomia sono costrette a tornare dal marito “meglio uno schiaffo che non avere cibo per i figli tutti i giorni” ci siamo sentite dire. Questo pesa e ci rende ancora più determinate ad andare avanti.
Come riuscite a contrastare questa difficoltà di autonomia che spesso limita ancora la possibilità di uscita da una situazione di violenza subita?
Recentemente grazie al contributo della Provincia di Cuneo abbiamo organizzato un corso di cucina per aiutare un gruppo di donne a crearsi una professionalità e quindi una possibilità per trovare un lavoro, rendersi autonome e per poter così decidere cosa sia veramente meglio per se e per i figli che troppo spesso assistono e subiscono situazioni troppo pesanti per loro. Questa è un’ottica importante con cui dobbiamo agire se vogliamo davvero rendere possibile un cambiamento.
Quando si parla di violenza si rileva spesso l’esigenza di un’azione culturale che apra gli occhi su un “tabù” che trova molte complicità e silenzi. Cosa emerge dalla vs esperienza?
“Mai+sole” si è data l’obiettivo di contrastare ogni forma di discriminazione e di promuovere la cultura del rispetto: per questo facciamo incontri con i ragazzi delle scuole superiori, corsi di auto difesa, concorsi che facciano riflettere sull’uguaglianza, laboratori teatrali. Inoltre, da anni sulle piazze più importanti della Provincia di Cuneo i sacchetti di pane, distribuiti in collaborazione con le panetterie, ricordano che “ la violenza sulla donna è pane quotidiano” e i cartocci di latte della ditta Biraghi riportano riferimenti dell’associazione. Sono messaggi che lanciamo alle donne che si trovano in difficoltà ma anche agli uomini, perché un uomo violento è il primo ad aver bisogno di un supporto. E’ necessario però che lo capisca, che non consideri normalità la violenza e in questi anni, più di un uomo ha richiesto il nostro aiuto.
L’assessore del Comune di Savigliano Silvana Folco ha sottolineato alcune caratteristiche significative che, a suo avviso, hanno contraddistinto la crescita positiva della vs associazione: intelligenza e discrezione prima di tutto.
Ha detto anche con noi è facile lavorare, che ci capiamo al volo: questa è la nostra forza !!!! Penso di interpretare il pensiero di tutte le volontarie se dico che ormai “Mai+sole” è un punto di riferimento per le donne che sanno di poter trovare una parola di conforto, un sostegno, senza paura di essere giudicate o costrette a fare scelte a cui non sono pronte, ma per trovare la forza per andare avanti.
Il suo apprezzamento è un riconoscimento importante per la nostra attività e ci fa capire che siamo sulla strada giusta e che il nostro impegno è utile. E sarebbe bello se, tra qualche anno, “Mai+sole” non avesse più motivo di esistere, fosse soltanto il ricordo di quello che un gruppo di amiche ha saputo condividere, con tutte le difficoltà e gli slanci di chi si avventura in imprese difficili.