Quando eravamo noi italiani ad emigrare. Lo racconta Lucia Sallustio in ”La fidanzata di Joe” e tra due giovani cuori passava un oceano.
Lucia nata a Bari nel 1960, risiede con la sua famiglia “tutta al maschile” a Molfetta dove insegna Lingua e Letteratura inglese nella scuola superiore. Sin da piccola subisce il fascino delle parole che con moto ondivago si compongono e si scompongono in storie.
Gli studi umanistici rispondono per primi alla sua curiosità; lo studio delle lingue, i viaggi all’estero, il lavoro di traduttrice completano l’altra parte della personalità irrequieta e sempre alla ricerca della giusta dimensione, dell’equilibrio perfetto, “du mot juste”. Dopo un percorso di traduzione vissuto come impegno di ri-scrittura del testo, ritorna alla passione di sempre: scrivere per raccontare storie, scrutare i moti dell’animo soprattutto femminile. Essere madre di due figli maschi, comunque, l’ha attrezzata per entrare bene nella psicologia maschile e le ha completato una visione del mondo che ama vedere finalmente all’unisono e non contrapposta per generi.
È autrice di numerosi racconti e poesie pubblicati in antologie di Autori Vari edite da PerroneLab, Edizioni Nottetempo, Prospektiva, Laboratorio Gutenberg. “La fidanzata di Joe”, pubblicata da Faligi editore a luglio 2011, é la sua prima pubblicazione monografica.
Com’è nato questo libro?
Ad ispirare il racconto è stata una fotografia in bianco e nero trovata nell’album di mio nonno Joe, emigrato in America negli anni ’20 e ritornatosene in Italia in pensione solo a metà degli anni ’50. La foto, citata in prefazione, mostra una donna affascinante seduta nel patio antistante una casetta di legno. Dietro di lei, in piedi, una donna più giovane, probabilmente sua figlia, corrucciata e protettiva al tempo stesso. Posa, abbigliamento, doppia presenza femminile e sfondo hanno dato il la ad una serie di fantasticherie e supposizioni. Nel racconto mi sono immaginata che la casetta, dignitosa ma molto spartana, fosse ubicata nella campagna del Montana, stato d’origine della protagonista Lillibeth.
Da cosa nasce la storia? Esperienze personali o vissute da altri?
Benché l’idea nasca dal recupero di una vicenda familiare di emigrazione, tematica che mi interessa in modo particolare e della quale esploro emozioni e fatti storico-sociali da molti anni, il racconto prende una sua strada, intreccia, come sempre avviene nella scrittura, pochi particolari personali e storicamente datati con sviluppi e caratterizzazioni di mera fantasia. Non è decisamente autobiografico, ma in alcuni casi ho voluto utilizzare nomi di famiglia per i personaggi e alcune foto dell’album privato mi hanno aiutata nelle descrizioni dei luoghi come per la scena di Joe sul motopeschereccio verso l’Alaska e quella dei pic-nic nel parco delle querce secolari.
L’autrice: Lucia Sallustio
2 commenti
Album fotografici delle presentazioni di questo libro a Molfetta e Bisceglie (quest’ultimo in occasione dell’evento “Libri nel borgo antico” in svolgimento fino al 9 settembre 2012) sono visibili nel mio diario di Facebook.
Luciano Anelli
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