E’ scandaloso assistere nel secondo millennio, al continuo scandaloso risalto negativo e degradante della figura femminile
Ogni volta che si apre un quotidiano o si sfoglia un articolo qualsiasi sul web non manca mai l’immagine sorridente della bonazza di turno, curvilinea o rifatta dichiarata e alquanto sgallettata che concede, a dire del giornalista che firma l’articolo, i suoi favori in cambio di ruoli o cariche socio-politiche di un certo rilievo.
Mi deprime, da donna del secondo millennio, assistere, a questo continuo scandaloso risalto negativo e degradante della figura femminile, quando di tutte le altre donne, quelle comuni,che non sgambettano felici ed abbronzate da costose barche di personaggi famosi o non nuotano appiccicate al palestrato di turno, in lontane spiagge bianco azzurre, di tutte quelle donne che sono più che in gamba e ricoprono con successo anche ruoli importanti, cariche pubbliche o istituzionali, dimostrano serietà, impegno, buon senso e intuito femminile, non si parla quasi mai e il fatto di per sé non fa notizia degna di nota.
Quanti sanno per esempio chi è Sabrina Saqeb, giovane parlamentare di Kabul che si è battuta per modificare la legge-scempio di Karzai che autorizza lo stupro coniugale o Rosa Giancola operaia che dal presidio notturno in fabbrica, spiega al figlio più piccolo perché non avrebbe dormito a casa o Giuseppina Maccari che con determinazione e amore per i bambini africani lascia tutto e dedica la sua vita a cercare di toglierli dalla miseria e dalla disperazione?
Tre storie qualsiasi, ma ce ne sono mille altre altrettanto forti e piene di coraggio, con la voglia di cambiare, di intervenire in situazioni difficili che dichiarano la forza di lottare in prima persona.
Ricordiamo come nella storia ci sono state tantissime donne di spessore che hanno modificato radicalmente il corso degli avvenimenti con il loro intervento e i loro pensieri e la loro vita…
Penso per esempio ad una quasi sconosciuta poetessa, Moderata Fonte, pseudonimo di Modesta Pozzo, morta al quarto parto nel 1592 che nell’opera “ Il merito delle donne “ pubblicata postuma, nel 1600, in un dialogo tra donne che parlano liberamente dei propri problemi, recita:
”Libero cuor nel mio petto soggiorna,
non servo d’ alcun, né d’altri son che mia”.
Ma è veramente tanto difficile rinunciare al successo, al ruolo ottenuto mercificando amori o affetti per cercare finalmente il merito, il valore personale,mostrando al mondo quanto le donne sappiano, conoscano e vogliano valere per se stesse essendo considerate esseri pensanti, intelligenze pionieristiche, coraggio ed audacia e non solo corpi sempre giovani e tonici, da esposizione?
3 commenti
Complimenti dottoressa sono perfettamente in accordo con quanto scrive. W le donne vere.
Maria
Perfettamente d’accordo. W le donne vere.
Un bellissimo articolo, per tutte noi…donne comuni…