di Caterina Della Torre
Occulto, forse neanche tanto se la ministra Fornero se ne è lamentata. Sì, perchè la vignetta di Vauro era davvero oltraggiosa, ma non tutti forse l’hanno percepito, così affogati come siamo nella volgarità che ci avvolge, spesso annebbiando la vista del già miope lettore e telespettatore italiano. E la si vuole far passare per satira. Satira all’italiana forse, perchè la satira in altri paesi non è così sessista. La satira spesso esprime modalità di pensiero ormai assorbite dal comune sentire, sia maschile, perchè se ne ride, ma spesso anche femminile, perchè lo si dà per acquisito dalla morale comune. Ed è questo il motivo per cui dobbiamo ribellarci.
Abbiamo trovato quest’articolo scritto da Lorenzo Gasparrini (giornalista a me purtoppo sconosciuto, che incitiamo a continuare per questa strada) ma che esprime compiutamente quello che pensiamo. E considerato che è un uomo e quindi non può essere tacciato di vetero-femminismo, acquisisce ancora un maggior valore.
La prossima volta che in auto ci sentiamo apostrofare con aggettivi da bordello, pensiamo a questa vignetta.
2 commenti
Stamani ho letto su facebook l’articolo di Gad Lerner “Vauro, per una volta non sono d’accordo con te”. Avevo commentato che non si può chiamare satira l’offesa nè il maschilismo sotterraneo. Purtroppo ho visto che ci sono tanti commenti, anche di donne, che si sentono d’accordo con Vauro. Non è così che la donna potrà trovare la sua vera identità:
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