di Caterina Della Torre
Violenza e solitudine. Se ne può riemergere.
Ne parliamo con un’avvocata Maria Pia Vigilante pugliese di Peschici (FG) che risiede a Bari da circa 35 anni. Da Lecce dove ha frequentato il liceo classico si è poi iscritta alla facoltà di Giurisprudenza di Bari ed è rimasta nel capoluogo pugliese per ragioni strettamente professionali. Sposata ma divorziata, senza figli.
Cosa hai fatto dopo la laurea?
Dopo la laurea ho intrattenuto un rapporto laico con l’allora Dipartimento del diritto del lavoro e delle relazioni industriali, partecipando a delle ricerche, di cui una sulla contrattazione collettiva dal dopo guerra ai giorni nostri che ha prodotto un libro con l’attuale professore (all’epoca anche lui aveva un rapporto come il mio) Pasquale Chieco e Aldo Balducci. Sono rimasta nel dipartimento per svariati anni. Poi sono stata presso l’università di Verona, in qualità di cultrice della materia, mentore la Prof. ssa Donata Gottardi. Quindi la mia specializzazione è in diritto del lavoro, che ho messo a frutto nell’attività forense. Tuttavia la mia curiosità e l’amore per il diritto (a dispetto di quanti lo considerano materia arida) mi ha indotto anche ad esplorare nuove strade.
E cioè?
Nel 1994 ho iniziato la difesa dei collaboratori di giustizia della terra di Puglia. Inizialmente mi è costata molta fatica perchè è stato come ricominciare nuovamente, studiando una nuova branca. Difendendo i collaboratori di giustizia mi è capitato di difendere una donna, testimone di giustizia. In questa difesa mi sono confrontata, per la prima volta, con la
tematica sulla violenza alle donne. La signora aveva subito gravi efferatezze. Tuttavia la forza e determinazione della signora mi ha insegnato che le donne insieme possono riemergere anche dalle situazioni più brutte.
Quindi, sono oggi un’avvocata che, pur conservando come primo amore ed attività il diritto del lavoro (pari opportunità , ecc), difende le donne vittime di violenza in tutte le sue declinazioni.
E l’associazione Giraffa onlus? Di cosa si occupa?
Dal 2002 sono presidente dell’associazione Giraffa Onlus che si occupa di violenza sulle donne. E’ nata come centro di ascolto per donne maltrattate. Dal 1998 Giraffa si è occupata di tratta delle donne a fine di sfruttamento sessuale, lavorativo, ecc, gestendo la postazione regionale del numero verde nazionale anti tratta 800290290.
Dal 2006 gestisce il 1522 , numero di pubblica utilità contro la violenza sulle donne. In quest’ambito evidentemente molte sono state le situazioni che mi hanno vista impegnata personalmente sia nella difesa legale che come presidente. In quest’ultimo ruolo ovviamente abbiamo realizzato varie azioni di comunicazione, volte a sensibilizzare l’opinione pubblica su queste tematiche.
Ci parli di Solitudini?
Prima di solitudini, con la drammaturga, Daniela Baldassarra, abbiamo portato in scena, in occasione della giornata internazionale contro la violenza sulle donne, “Libellule senza ali”.
Perchè Solitudini?
Solitudini è un progetto teatrale che non può terminare solo con la messa in scena del 25 settembre. Il tema delle solitudini si può, come sai, declinare in tanti modi. La donna che ha subito violenza si vergogna, quindi si auto emargina e soffre la solitudine. L’uomo violento, secondo me, in base all’esperienza maturata, soffoca una solitudine interiore che appunto sfocia in violenza. E così via….Solitudini, dunque, vuole essere un messaggio di inclusione sociale in tutte le declinazioni. Un momento di riflessione sulle tematiche sempre più difficili da affrontare. Ci piacerebbe molto portarlo nelle scuole e nelle altre città sia regionali che italiane.
Perchè è nato a Bari?
Bari rappresenta una società accogliente, aperta, dove si possono sperimentare le azioni e dove ci si può riappropriarsi delle parole.
Tuttavia, come nelle altre città risente della violenza..e su questo dobbiamo continuare a lavorare.