Eva Ferrarovà, dall’Italia a Praga con amore…per le pari opportunità.
Lo confesso, Eva tantissimi anni fa era la mia insegnante di russo ad Italia -Urss ( i cecoslovacchi imparavano, nel periodo ante caduta del muro di Berlino, obbligatoriamente il russo a scuola). Poi l’ho persa di vista, ma di lei ho un bel ricordo e ritrovarla in una posizione di prestigio come la sua e per di più in un settore a me così vicino mi ha riempito di gioia.
Nata a Praga 59 anni fa, Eva F errarovà, ha sposato un italiano ma poi alla fine è tornata a casa pr conseguire il Ph.D. alla Facoltá di Filosofia con un lavoro sul tema: Gender, potere e cultura.
Di cosa ti occupi al momento?
Attualmente lavoro come coordinatrice di pari opportunitá nel Ministero dell´Interno ceco il che vuole dire che propongo e valuto azioni che sono indirizzate sia all´interno cioé agli impiegati/e del Ministero, della Polizia e dei Vigili di Fuoco (asilo nido, orari di lavoro flessibili ecc.) che all´ esterno secondo quanto sia di competenza del ministero stesso (violenza sulle donne, traffico di esseri umani, asilo e migrazione ecc.). Inoltre sorveglio che non ci siano i casi di discriminazione di gender e preparo per il ministro tutti i materiali per le sessioni del governo (nel mio campo naturalmente).Inoltre faccio parte del Consiglio di Stato per le pari opportunitá, della rete per la pubblica amministrazione dell´EIGE (Istituto europeo dell´uguaglianza di genere), sono vice presidentessa del Comitato per la promozione istituzionale delle pari opportunitá del governo. Insegno anche le pari opportunitá all´Universitá.
Le pari oportunità in Boemia sono più rispettate che in Italia o sono la stessa cosa?
Credo che le pari opportunitá siano un po´piú avanti nella Repubblica ceca rispetto all´Italia. Secondo me questo é dovuto a diversi fattori come la quasi totale assenza della cultura cattolica, una lunga tradizione di femminismo militante che risale alla seconda metá del Novecento, il fatto che c´é un livello di occupazione femminile molto alta, una lunga tradizione di asili e asili nido ecc. Credo insomma che sia un fatto culturale perché anche se qui esistono naturalmente pregiudizi e stereotipi riguardo al gender, sono peró piú deboli e non cosí marcati.
I servizi che aiutano le donne sono più efficienti?
Le strutture che garantiscono il work/life balance esistono, ma sono insufficienti – come in Italia. Peró, anche qui, c´é una lunga tradizione di asili e scuole materne – giá mia madre ci andava negli anni 30 del secolo scorso. Esistono anche buone leggi per la violenza sulle donne, traffico di esseri umani, stalking ed altro. E queste leggi sono rispettate. In piú c´é una forte “societá civile” cioé le organizzazioni senza scopo di lucro, che si occupano dei problemi delle donne.
E la violenza sulle donne?
La violenza sulle donne esiste, ma secondo la legge, se la donna chiama la polizia, questa puó vietare al violento di avvicinarsi al domicilio per 10 giorni che poi sono prolungabili. Nel frattempo il violento viene contattato da uno dei centri di intervento (cosí si chiamano) e gli viene offerto una psicoterapia o cose simili (alla quale deve partecipare). Da parte sua, la vittima, puó sporgere la denuncia e le viene offerto aiuto e sostegno. Quando é il caso, puó usare una casa asilo (asylum) e insomma, funziona abbastanza bene. Si fa anche molta pubblicitá alla prevenzione della violenza da parte dello stato e del settore non governativo.
Si vive meglio a Praga o in Italia?
Dire se si vive meglio a Praga o in Italia, é difficile. Io vivo meglio a Praga perché ci sono nata e ci sono andata a scuola e ho qui tutti i miei cari. In Italia vivevo anche bene, peró lottavo sempre con una cultura diversa, lingua diversa, abitudini diverse e a un certo punto mi sono accorta che tanto cercavo di adeguarmi che rischiavo di perdere la mia “vera” identitá. Perció sono tornata a Praga. Questa era la ragione principale, le altre erano la perenne disoccupazione o lavoro a nero, voglio dire la prospettiva zero nel lavoro, il fatto che vivendo con mio marito, in pratica convivevo con tutta la sua “tribú”, la mancanza di un futuro per mia figlia ed altre cose.
Si vive meglio a Praga o in Italia?
Per le pari opportunitá esiste un programma a livello nazionale che si chiama Prioritá e principi del governo per far valere le pari opportunitá, questo documento viene ogni anno attualizzato e approvato dal governo. Ogni ministero poi ha il suo documento di Prioritá e principi per le pari opportunitá che si basa su quello governativo + provvedimenti propri. Per esempio il mio ministero ha nella parte del documento che si occupa delle situazioni interne (propri funzionari e poliziotti e vigili) provvedimenti di work-life balance come lavoro flessibile, contatto con le funzionarie in maternitá, scuola materna – stiamo per farne una ecc.). Nelle situazioni esterne mirate sulla societá abbiamo, secondo quanto di competenza, provvedimenti in campo di violenza sulle donne (prevenzione, soluzioni…), traffico di esseri umani, migrazione ed asilo (donne migranti), scuole di polizia (introdurre le pari opportunitá nel curriculum), amministrazione pubblica (abbiamo uno strumento per misurare quanto le amministrazioni regionali e comunali rispettino le pari opportunitá ed introducano i principi di gender mainstreaming nel loro lavoro) ed altro. Ogni anno poi viene valutata l´efficacia di ogni provvedimento e vengono eventualmente proposti nuove misure.