di Caterina Della Torre
Creare per i posteri o dare voce alle proprie emozioni intime?
Ne parliamo con Cinzia Accetti, architetta siciliana, nata a Sant’Agata Militello in provincia di Messina, il 18 agosto di qualche lustro fa. Dopo il liceo Scientifico consegue la laurea in Architettura a Palermo dove ha iniziato un’attività di ricerca e ha conseguito il dottorato di ricerca in “Conservazione e Restauro dei beni architettonici” presso l’Università di Napoli Federico II.
Di cosa ti occupi attualmente?
Sono architetto e docente a contratto del “Laboratorio di tecniche del restauro” e di “Orientamento contemporaneo delle teorie del restauro” del corso di laurea in Conservazione e restauro dei beni culturali, collaboro con la cattedra di Restauro architettonico della Facoltà di Architettura Palermo. Svolgo attività di ricerca presso il LIRBA, laboratorio d’Indagini e Restauro dei Beni Architettonici “Salvatore Boscarino” del Dipartimento di Architettura. Sono autrice del libro Sulle tracce dei Cavalieri di Malta, Caracoll editore, e di numerosi saggi e articoli scientifici.
Nel 2005 ho fondato lo Studio Arkitutto che si occupa di Interior design, Arte dei giardini, progettazione e organizzazione di eventi.
Ho partecipato al Rito della Luce di Antonio Presti ed 2011 e 2012, alla Giornata Mondiale della poesia Città di Palermo, ed 2010 e 2011 e alla Rassegna Internazionale del Melologo Extroversi, Palermo 2010.
Sei architetto quindi, ma fai anche di altro?
Si scrivo parole e scatto foto. Amo la fotografia che utilizzo come mezzo di espressione poetica e la poesia che, come nel disegno tecnico, mi permette di compiere un’astrazione, una selezione degli elementi che desidero mettere in evidenza per comunicare un messaggio.
Come sei arrivata alla scrittura e perché?
La scrittura ha sempre fatto parte della mia vita, scrivo da quando ero molto piccola, pensieri, riflessioni, alle medie scrissi anche una commedia grazie agli stimoli e al’incoraggiamento della mia professoressa di italiano.
Pian piano quelli che erano dialoghi interiori, tracce di un fatto privato, hanno assunto una forma più strutturata, come racconto di qualcosa che accadeva dentro di me ma diventava messaggio, comunicazione, transito emozionale.
Credo agli incontri predestinati che cambiano il corso della vita, cosi devo molto ad Antonio Saporito e a Patrizia Stagnitta che mi hanno sostenuto e criticato, spinto a migliorare e a superare i miei limiti, o almeno a provarci, penso ad Antonio Presti e a Daniela Thomas che mi hanno voluto al Rito della Luce, una delle manifestazioni di poesia più importanti in Sicilia e che mi ha permesso di confrontarmi con i grandi nomi della poesia contemporanea.
Cosa hai scritto e pubblicato?
L’esordio nella narrativa avviene due anni fa, con il romanzo Note di Passaggio, Eidos editore. In uscita è la raccolta di poesie, sempre per Eidos editore.
Alcune poesie giovanili sono state inserite nella antologia di autori emergenti contemporanei «Navigando nelle parole», Nuove Voci Antologia Poetica Il Filo edizioni e «Come un Granello di Sabbia», edizioni Pensieri Parole, «Verrà il mattino e avrà un tuo verso», Alletti editore, on line nei blog di poesia Poetarum Silva e nell’e-book Dinamismo poetico rivoluzionario del Movimento DinAmista . Racconti sono stati inseriti nella raccolta «I sentieri del cuore», AA.VV. Montag edizioni e on line del sito Storiealcubo.
Ti piace più creare architettonicamente o nella scrittura? Quanto dipende la seconda dalla prima nei tuoi scritti?
Ricordo che scelsi la facoltà di architettura perché narcisisticamente ero affascinata dalla possibilità di lasciare un segno, una traccia che mi sopravvivesse, si trattava quindi della creazione consapevole di un artefatto caricato di rimandi simbolici oltre che funzionali, non dimentichiamo che l’architettura è una forma d’arte che sposa estetica e funzione, che si contempla ma che ha nell’uso il mezzo e il fine della sua conservazione.
La poesia e la scrittura in genere hanno seguito un percorso diametralmente opposto, non nasce per essere mostrata non anela all’eternità, anzi al contrario si sviluppa dall’interno e per la maggior parte delle pagine scritte resta un fatto privato. Solo quando intravedo la possibilità di dire veramente qualcosa questi scritti diventano strumento di tra-mandamento emozionale, di significati e significanti. È fondamentale che ogni componimento racconti qualcosa, sia immediatamente comprensibile e fruibile da chi legge o ascolta. L’architetto aiuta lo scrittore a sistematizzare il pensiero, a passare dall’idea alla creazione, ad alzare pilastri in forma di parole.
3 commenti
complimenti, cinzietta, per questa bella intervista….brava! la tua pat
Grazie!!!!
Ottimo, articolo davvero interessante, era proprio quello che cercavo! Grazie per lo spunto!