Primi due incontri nelle scuole con il mio lavoro sulla violenza di genere, racchiuso in un libricino colorato.
Un liceo misto ed un istituto professionale maschile.
Accanto a me uno psicologo, sensibile e delicato.
Abbiamo parlato di relazioni e potere, di cura e di piacere; di paura e di colpa, della necessità di ridefinire i labili confini tra violenza e amore.
Abbiamo parlato liberamente, utilizzando una terminologia cruda a volte, ma necessaria per descrivere un’esperienza drammatica come lo stupro.
Di fronte a noi una settantina di studenti di quarta e quinta. Non volava una mosca. Tutti attenti.
Molte domande e considerazioni.
Cosa chiedono i ragazzi?
Chiedono dove poter parlare senza essere giudicati, chiedono informazione, in rete ma anche alla tivù.
Chiedono perchè la colpa ricade sulle ragazze, chiedono se avere giustizia può lenire il dolore.
Chiedono dov’è la politica e se della violenza sulle donne pensa di occuparsi.
Un’insegnante mi ha scritto che il giorno dopo alcuni ragazzi hanno manifestato il desiderio di organizzare degli incontri anche per i loro genitori.
Non vi pare questa una grande prova di responsabilità e maturità?
I ragazzi capiscono al volo, sapranno inventarsi un modo nuovo di relazionarsi. Basterà raccontare loro la verità.
REGALATE IL LIBRO AI VOSTRI FIGLI … e poi fatevelo prestare!
E’ NATO UN BLOG TUTTO PER LORO!
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Bel Sito Complimenti