Made Expo, la fiera dell’Architettura e del Green tenutasi recentemente a Milano Rho-Fiera, ha dato agli appassionati ed ai professionisti del settore una speranza tangibile per un futuro urbano sensibilmente più verde. Nei padiglioni fra olivi millenari ed orti verticali, si ergevano case fatte con mattoni di canapa e tetti-giardino circondate da vialetti ammantati di verde. Sembrava di stare su un altro pianeta, uguale al nostro, ma decisamente più bello e più “buono”.
Il lavoro era la scusa. In realtà sono andata a MadeExpo per alimentare la mia fede in un mondo migliore, non solo dal punto di vista ecologico ed architettonico, ma soprattutto umano. E la fede è stata premiata :).
Capiranno bene le donne di Dols, abituate a leggere profili femminili importanti, ma anche straordinari aspetti di donne comuni, quanto mi abbia colpita la storia raccontatami da Lia Battaglin, giovane moglie di Matteo, artigiano ed imprenditore, che insieme al socio Emanuele hanno creato Africastyle, un’azienda italiana di design di interni ed esterni, ispirati allo stile africano. Matteo ed Emanuele si distinguono perché fanno parte di quell’esiguo gruppo di aziende che si battono per realizzare non solo profitti, ma anche dignità e benessere per tutti coloro che ne sono coinvolti, a partire dagli africani che si occupano di reperire e lavorare le materie prime.
Lia ha abbracciato la causa con forza ed entusiasmo, si capiva dal trasporto col quale mi ha descritto i progetti che sostengono, come la missione Esmabama in Mozambico, dove i padri comboniani hanno creato una struttura per la scolarizzazione e per il sostegno alla salute soprattutto di donne e bambini.
Anche in Mozambico le donne sono discriminate, maltrattate, vendute, non hanno assistenza sanitaria nonostante l’altissima incidenza del virus HIV e soprattutto non hanno accesso alla scolarizzazione, anzi, la cultura dominante nel loro caso la scoraggia. (Per chi volesse approfondire: L’IDENTITÀ FEMMINILE IN MOZAMBICO).
Esmabama quindi rappresenta, per tante donne e ragazzi (circa 7.000 gli studenti attualmente accolti), la sola speranza di una vita dignitosa.
La Scuola di Agricoltura inoltre, prepara gli studenti alla conoscenza delle risorse naturali del territorio ed alla sua produttività nel rispetto dell’ambiente, di contrasto al disboscamento ed alle licenze estrattive concesse sinora alle Multinazionali nordamericane ed asiatiche, che si stanno accaparrando l’Africa pezzo per pezzo.
Ho condiviso questi argomenti con Lia, sotto la loro capanna, seduta su un divano-piroga ricavato da un solo tronco. Viene da legname con sfruttamento controllato, gli artigiani e la manovalanza africana sono trattati e remunerati giustamente… E’ un altro sedersi.
Ringrazio Lia, Matteo e gli altri per aver piantato un altro paio di semi nel mio orto mentale. Esmabama non è così lontana per chi comincia seriamente a pensare che si può vivere dando importanza a ciò che ne ha veramente, ed agire di conseguenza.