di Caterina Della Torre
Un gruppo di trentenni con passione civile e curiosità per tutto ciò che è politica, economia, affari internazionali e cultura dà vita e continuità ad un progetto culturale che fa perno anzitutto su una rivista mensile. Ma sotto il nome si nasconde un progetto culturale ed editoriale che, nato nel 2004, è cresciuto e si è fatto più ampio e oggi può vantare anche un semestrale in lingua inglese, Anthill.eu, una collana di libri con Marsilio, un programma di seminari a porte chiuse (Landscapes), una Fondazione onlus, un sito internet e Formiche social club, un cantiere di social networking.
La rivista non gode del finanziamento pubblico e non è organo di alcun partito o movimento politico.
Intervista a Elisabetta Parise di Formiche Giovani
Come è nata Formiche Giovani?
Nasce dall’esperienza della Fondazione Formiche onlus del Professor Alberto Brandani.
A chi è rivolta principalmente?
Formiche Giovani in fondazione è un movimento di giovani che condividono valori fondamentali comuni: quelli della cultura, della libertà, dell’eguaglianza, della giustizia, della solidarietà sociale, del rispetto, della tolleranza e della pace.
Quali sono gli obiettivi?
Quelli di realizzare la piena ed effettiva partecipazione dei giovani alla direzione della società, dello Stato e delle Istituzioni europee.
Poche le donne che vi collaborano. Come mai?
Guardi, non è così! Le donne presenti in Formiche Giovani sono numerose e assicurano il loro fattivo contributo alla realizzazione di quelle iniziative che, sempre più spesso, organizziamo. Abbiamo attivato, di recente, anche un Blog (www.formichegiovani.wordpress.com) che ospita dei loro interessantissimi interventi. Siamo anche su Facebook, con una nostra pagina, e su Twitter, con un nostro account. Stiamo, inoltre, lavorando su un progetto editoriale ma prima dobbiamo verificarne i costi e la loro sostenibilità. Queste attività di comunicazione e informazione hanno come collaboratori, preposti alla redazione delle notizie da veicolare sui mass-media, uomini e donne, in egual misura.
Lei che ruolo ricopre?
Sono la Responsabile del Gruppo Giovani.
C’è un ‘’filone’’ che oltre rivolgersi ai giovani si rivolge anche alle donne?
Le evidenzio che noi siamo impegnati a 360 gradi sulle tematiche interessanti gli uomini e le donne. Non c’è una selezione, in tal senso, o delle distinzioni. Cerchiamo di evidenziare, rispetto alle problematiche che man mano affrontiamo, delle nostre ipotesi di soluzione. Che, poi, sono frutto di un confronto interno. Posso dirle, comunque, che una speciale attenzione è rivolta gli aspetti legati alla maternità e alle incombenze che gravano sulla donna lavoratrice.
I problemi dei giovani uomini sono diversi da quelli delle giovani donne?
I problemi sono problemi. Toccano le sfere e le sensibilità delle singole individualità e della collettività. Certo, ci sono delle specificità legate all’essere uomini e donne. Ma, mi contenta di sottolinearlo, non è questo il punto: il nostro impegno è finalizzato, sempre e comunque, a cercare di migliorare la società e a fare in modo che in essa trovino più spazio l’etica, la solidarietà, il merito, la professionalità
di Elisabetta Parise
Occupazione giovanile
Elisabetta Parise (Formiche Giovani): “Purtroppo, non è essere schizzinosi ma coerenti con il mercato del lavoro”
ROMA – 25 Ottobre 2012 – “Come collocare – dichiara Elisabetta Parise, di Formiche Giovani -, stando ai dati Istat del 2011, i circa 30.000 laureati in medicina, i 15.000 architetti, i 39.000 laureati in politico-sociale e i 14.000 in insegnamento che, ogni anno, escono dalle università italiane? Non appare esserci – sottolinea – nessuna correlazione tra la domanda e l’offerta. Le parole sbagliate pesano e non permettono, a chi ascolta, di andare oltre all’espressione scorretta. E’ stato così per i “bamboccioni”, per gli “ingrati” e, ora, per i “choosy”. Ogni lavoro è degno di rispetto e dovrebbe essere svolto con le competenze e la preparazione universitaria idonea, senza essere costretti, per le necessita più disparate, ad accettare qualsiasi offerta. Ma un indirizzamento dei giovani alle professioni più richieste – conclude la Parise – sarebbe quantomeno auspicabile”.