La paura della solitudine e della vecchiaia non devono far vacillare le nostra certezze.
D.
Gent.ma Dottoressa,
Vorrei riuscire a spiegare brevemente ed anche efficacemente la mia situazione personale affettiva che mi sta logorando testa e cuore.
Ho cinquantatre anni, che a detta di tutti non dimostro, un lavoro come insegnante, che mi ha sempre appassionato, un figlio di ventitre anni che ahimè comincia a navigare nel mare della vita,
e…la mia vita pare un gran disastro…
ma comincio dal principio…
Cinque anni fa, ho incontrato un uomo di cui mi sono innamorata follemente.
Entrambi separati (io con figlio che viveva con me; lui con figlia a custodia alternata)
Dopo meno di un anno, decidiamo di convivere.
Lui è fantastico, mi porta ai Caraibi, Parigi, Sicilia; mi fa regali costosi, è premuroso, generoso, gentile e la mia vita diventa una vita da favola.
Quasi da subito, però, emergono discussioni che se pur banali, rompono il nostro equilibrio.
Devo sempre fare le cose con lui, insieme a lui, non posso prendermi del tempo per stare con mio figlio, non posso sentire amici perché è geloso, non posso non passare il we sempre con lui.
Se non rispondo al cellulare è perché chissà dove sono, non è normale dimenticarlo in macchina (!); mi controlla la posta elettronica, i messaggi sul cellulare le carte di credito, pilotando in questo modo la mia vita.
E quel che è peggio non vuol sentire spiegazioni.
Lui ha ragione per definizione.
Dopo queste discussioni molto accese lui si chiude nel suo mutismo, mangia per i fatti suoi, dorme sul divano, torna a casa tardi.
E io sto male da morire..
Cerco cmq di tenere con le unghie e con i denti i miei spazi, ma è difficile.
A questo si aggiunge sua figlia che è molto invadente, opportunista, subdola anche se ha solo 14 anni.
Io sono costretta a passare con loro i we, le ferie, e ogni volta lui analizza i we dicendo che non sono stata abbastanza “disponibile”
Così ogni volta dopo queste discussioni sembra finire il nostro rapporto, ma paradossalmente finita la buriana, mi chiede di sposarlo e vivere con lui tutta la vita.
Inutile dire come mi sento. Destabilizzata a vita.
Mio figlio, sentendosi incompatibile con lui, dopo pochi mesi decide di trasferirsi dal padre. E questo per me è un colpo mortale.
Ultimo fatto scatenante è stato il ricovero recente in ospedale di mio figlio dopo un incidente in moto che poteva essergli fatale.
Non solo non mi è stato vicino, ma ha sempre criticato il mio operato (dal modo di stare in ospedale, troppo tempo, cosa serviva, sarebbe meglio fare in altro modo, ecc)
Non ci ho visto più…ho preso una casa per me e l’ho lasciato (mentre era in ferie con la figlia….)
Ora lui mi cerca disperatamente dicendo che ha capito, che senza di me la vita non ha senso, che solo con me trova il senso nelle cose che fa, che ha sbagliato, che se torno tutto sarà diverso, rinuncerà a sua figlia, non dormirà più sul divano, che sarò io a gestire l’economia, che gestiremo diversamente tutto.
E saremo felici.
E io sto vacillando sulla mia scelta, incapace di troncare, senza sapere se lo amo davvero.
E, quel che è peggio, non ritrovo in me la forza e la determinazione che mi hanno sempre contraddistinto nel corso della vita.
Ora, tutto sembra spaventarmi, non mi sento più all’altezza delle situazioni, e tutto ciò pare avere un denominatore comune: paura.
Dell’età che avanza, di possibili malattie, della solitudine.
E lui che continua ad insistere su questo amore folle che mi dichiara, che mi chiede di tornare a ri-fare un progetto con lui…
ed io che sono paralizzata dall’indecisione….
ma..cosa mi succede?
Mariapaola
R.
Cara Mariapaola.
la mail che ci scrivi è talmente lucida, puntuale e dettagliata nelle emozioni e nei tormenti che contiene già tutte le risposte che cerchi; penso infatti che tu l’abbia scritta più che altro per chiarire i pensieri a te stessa mentre digitavi sulla tastiera.
Comunque sia, gentile lettrice, provo ad analizzare insieme a te il tuo percorso partendo però dalle tue ultime considerazioni che potrebbero essere una delle possibili chiavi interpretative dei tuoi contrasti interiori.
Tu scrivi che ti spaventano alcune situazioni: l’età che avanza, le malattie, la solitudine.
Paure tutte più che legittime che non devono però condizionarci le scelte importanti e in qualche modo durature perché garanzie sul domani sia che siamo single che accoppiati, non ce le regala nessuno.
Ora tu hai un figlio già grande con cui stavi, prima di questa relazione, bene, hai un lavoro che ti soddisfa pienamente, sei piacevole e giovanile e sei soprattutto in salute.
Tutte situazioni positive e da sole appaganti.
Perché temi così tanto la solitudine da dover per forza adattarti ad un’ instabilità emotiva e sentimentale che ti tortura e ti rende insicura?
Non sono fattori di poco conto questi, nella ricerca, se possibile, di una serenità quotidiana di vita.
L’innamoramento è sì il grande motore del nostro vivere e l’uso del termine follemente ci fa comprendere il tuo bisogno d’amore e condivisione che ha avuto inizialmente momenti intensi e felici.
Amore è maturità, rispetto, fiducia, stima dell’altro e non intesi come parole vuote, ma cariche di contenuti sempre condivisi e rivalutati dalla coppia nelle situazioni critiche.
Dare corpo, nel rapporto di convivenza, a questi valori non è sempre facile anzi è veramente complesso, ma occorre provare e cercare di riuscirci se si desidera il bene e l’appagamento del compagno, la serenità delle famiglie pregresse e di figli incolpevoli, resi fragili dall’instabilità dei genitori.
Mariapaola ritrova, prima di ogni altra cosa, la tua forza e la tua autostima quindi analizza, come hai fatto in questa mail, la situazione attuale, bilancia il positivo e il negativo del rapporto, ti accorgerai, come ti ho detto, che la tua scelta è già scritta nella mail che hai inviato a Dols.
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1 commento
Se posso permettermi un consiglio, capisco la paura della solitidine, ma nulla è più importante della nostra libertà e di poter scegliere cosa e chi ci fa star bene con noi stesse.
Un caro saluto,
Mari