di Arianna Petrosino, rappresentante degli studenti del Liceo Scientifico “Fermi” di Bari,
Gli studenti di molti istituti superiori di Bari il 10 novembre 2012 accompagnati dagli insegnanti si sono ritrovati nel tardo pomeriggio in piazza Cesare Battisti a Bari, vicino all’Ateneo, per organizzare lezioni in piazza e coinvolgere la città nella protesta contro il pericolo di privatizzazione della scuola pubblica e dell’aumento dell’orario di insegnamento
Video su Repubblica: http://video.repubblica.it/dossier/protesta-studenti-autunno-2012/le-lezioni-in-piazza-di-prof-e-studenti/110374/108758
Riempire una piazza di sabato pomeriggio non significa necessariamente essere usciti per andare a fare shopping, anzi. E sabato 10 novembre piazza Cesare Battisti ne è stata la prova.
L’esperienza di fare “lezioni in piazza” insieme ai nostri professori, parlando (parlando, ecco, senza spiegazioni e compiti) della realtà che viviamo ogni giorno, dalla crisi, alla politica, all’ambiente e di eliminare, seppure per un pomeriggio soltanto, quella distanza che inevitabilmente si crea fra chi è dietro la cattedra e chi dall’altra parte, è stata sicuramente significativa.
E formativa, per tutti: per noi studenti, che ci siamo confrontati in maniera diversa dal solito con temi che raramente affrontiamo, per i docenti, che hanno potuto sperimentare nuove forme di aggregazione, e anche per chi si è trovato lì per caso e – visto questo strano agglomerato di persone – ha pensato di fermarsi per ascoltare un po’.
Ora, magari risulta difficile immaginare lo stesso insegnante che vediamo ogni giorno con il registro sedersi a terra insieme a noi e dialogare, riflettere e far riflettere, mettersi sullo stesso piano degli studenti, ma è proprio quello che è accaduto. Abbiamo potuto toccare con mano come basti utilizzare metodi differenti dal normale per creare davvero partecipazione, e quindi ci pare abbastanza ovvia la domanda: e se si facesse così anche a scuola?
Certo, magari senza sedersi sul pavimento, però fare una lezione non solo cattedratica, questo si potrebbe fare: brain storming, gruppi di lavoro, problem solving… tutte strategie da sperimentare per modificare ciò che viviamo quotidianamente.
Ma non è solo questo il senso di fare lezioni in piazza: si tratta proprio di riportare i saperi e la cultura fuori dai tradizionali luoghi della formazione, farli vivere nelle strade, nelle piazze, nella città che viviamo e che tutti, bene o male, vorremmo cambiare.
E se queste lezioni erano state pensate durante assemblee nella stessa piazza, esse stesse sono e saranno un trampolino di lancio non solo per il nostro autunno di mobilitazione, ma anche per una nuova fase di sperimentazione e cambiamento che parta dal basso in tutte le nostre scuole!
Video su Repubblica: http://video.repubblica.it/dossier/protesta-studenti-autunno-2012/le-lezioni-in-piazza-di-prof-e-studenti/110374/108758
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Riflessioni di Teresa Petruzzelli – scrittrice
Ieri nel tardo pomeriggio autunnale in piazza Cesare Battisti a Bari.
La temperatura è pungente ma al fresco le idee vengono meglio.
Incontro cerchi concentrici di ragazzi che parlano di politica e di futuro con alcuni insegnanti (quelli che lavorano poco e non vogliono fare ore in più). Al centro del cerchio una cassetta per gli attrezzi con dentro bigliettini con definizioni ma anche tanta concretezza.
Si parla, uno alla volta, si cerca di venirne a capo, nonostante l’ironia fuori luogo di alcuni passanti corredati di barboncini abbaianti. La voce del padrone.
Una professoressa parla delle profezie di Pasolini (del solito Pasolini?) regala ad uno di questi cerchi umani un libro e poi va via commossa.
E’ l’onda giovane di questo secolo disperato e confuso ma poteva essere la piazza di Atene con i filosofi a lezione , anzi a conversazione. A chi sta a cuore l’adolescenza, le sue incertezze, le contraddizioni. A chi non ha invidia nè opprime con la troppa responsabilità. Senza chiassosi, inutili e inconsapevoli cortei. A cosa sono serviti?
Ero lì.
1 commento
Ciò è stato possibile perchè bari ha un clima mite 🙂