di Caterina Della Torre
Il titolo originario è ‘’Fill the void’’ forse più indicato a indicare il fulcro di questo film (il riempimento di un vuoto) , opera prima di Rama Burshtein, regista ebrea ortodossa, che scrive dall’interno della società chassidica di Tel Aviv a cui appartiene.
L’azione si muove intorno alla ‘’sposa promessa”, Shira una giovane ebrea in cerca di marito, figlia di un rabbino della comunità ortodossa di Tel Aviv e sorella minore di Esther, che attende un figlio dal marito Yochai.
Shira è spinta prima ad interessarsi di un coetaneo, che la famiglia le ha proposto come possibile fidanzato, ma quando muore la sorella Esther per parto viene rimandata la decisione. Il marito con il neonato, di cui si occupano Shira e la sua famiglia, viene invitato a sollecitato a risposarsi presto, ma per timore che possa andarsene con il nipotino in Belgio dove ha trovato una nuova sposa, la moglie del rabbino gli propone di sposare proprio Shira.
La ragazza si trova costretta da una scelta di rispetto familiare, il desiderio di avere un ‘’matrimonio’’ suo e non la replica di quello della sorella ed il rispetto della sorella maggiore (mediana) ancora senza marito.
Lo spettatore viene messo di fronte ad una comunità chiusa, in cui le regole familiari e di convivenza sono fortemente rispettate ed il sentimento amoroso tra uomo e donna come è comunemente concepito nelle realtà laiche ai nostri giorni, viene represso.
Anche lo spazio dei locali è molto stretto, come se rispecchiassero gli ambiti intorno a cui può muoversi la scelta ed il desiderio umano.
Lo spettatore esterno può comprendere o meno, accettare o meno, ma il punto di forza del film sembra proprio il non voler mettere un confronto tra il mondo laico e il mondo religioso. Lasciando posto ai sentimenti che noi tutti abbiamo provato, il dubbio, l’incertezza, il desiderio, l’amore, la paura di essere felici, l’orgoglio ferito dal rifiuto, fino ad arrivare alla scelta che appare come la liberazione di tutte le emozioni represse…
Un film di Rama Burshtein. Con Hadas Yaron, Yiftach Klein, Irit Sheleg, Chayim Sharir, Razia Israeli.