di Antonio Turi
Non si può votare una donna solo perché è donna, questa affermazione non è un goffo tentativo maschile di salvare quel che resta della propria supremazia almeno nel territorio da sempre più maschile che esiste, la politica, ma la ragione addotta da molte donne per rifiutarsi di appoggiare Laura Puppato nelle primarie del centrosinistra nonostante lei della differenza di genere abbia fatto una delle proprie bandiere.
Ma se è vero che non si può e non si deve votare una donna solo perché tale, possibile che negli ultimi decenni il movimento femminile non sia riuscito a produrre delle candidature efficaci e capaci di coagulare consenso all’interno del proprio universo di genere?
Oppure il vero problema è che non esiste una soluzione di genere dei problemi? I problemi sono problemi e richiedono soluzioni che non hanno mai in sé, il segno indelebile del genere che l’ha elaborata?
Personalmente, resto sempre convinto che allo stesso problema un uomo e una donna troveranno una diversa soluzione espressione di una differenza di genere, di un modo differente di vedere le cose e di rapportarsi ad esse. Ma sono anche convinto che poi sia proprio questa differenza di genere a rendere problematica la vittoria di candidate donne. Perché è tipica della femminilità l’incapacità ad organizzarsi, a fare squadra, a strutturarsi.
Le donne, prese singolarmente, sono superiori in tutto agli uomini. Più brave, resistenti, capaci. Almeno le donne frutto di un secolo di lotte femministe. Ma in gruppo, semplicemente non funzionano. Scattano meccanismi competitivi, irrazionalità di ogni tipo, comportamenti che precludono la possibilità di costruire rappresentanza politica di genere.
Risultato finale, un disastro. Per le donne come genere e per il nostro povero mondo, ancora nelle mani dei maschi.
13 commenti
La Puppato è stata, vergognosamente, “sabotata” e mi dispiace dover dire che non vedo altro motivo oltre al fatto di essere donna perchè sindaca lo è come Renzi e quindi nemmeno questa la discriminante. In ogni caso credo che questa sia l’occasione per dimostrare, se ci si crede, che fare squadra si può… abbiamo detto infinite volte che se le donne votassero le donne, ovviamente di spessore e non solo perchè donne,la qualità finale di cui godremmo tutti sarebbe maggiore….io la voterò, mi sembra l’unica cosa che posso fare. Mi è stato fatto notare che rischio, insieme a tanti altri, di disperdere voti preziosi ma, così ragionando, chi vale ed è poco visibile non avrà mai una chance. Io, poi, che non sono neppure del PD, ci tengo a che vi siano qualità e coerenza unite al genere. Riferendomi all’articolo di Turi, mi riecheggia la frase, antica ma neppure poi tanto, “Le donne ragionano con l’utero”. Ecco, mi sa che Turi sarà sicuramente ottimo giornalista, uomo tollerante, padre amoroso e marito esemplare ma, in fondo in fondo, il concetto è sempre quello.
Cara Ileana, ha ragione e hai torto. Hai ragione nel dire che è stata sabotata, ma hai torto nel non ammettere che le donne non sappiano fare squadra. Sai che critiche le ho sentito muovere ANCHE dalle donne? Che non ha grinta, nè leadership, nè charme…
Secondo me tutti auspicano una Nilde Iotti…
Anche la Bonino che di leadership ne ha a bizzeffe, fu a suo tempo boicottata…
Credo anch’io che le donne, purtroppo, non sappiano fare squadra. Ho anche postato giorni fa su Dol’s un mio pensiero sul fatto che abbiamo da sempre assistito come l’apparente complicità femminile si sia materializzata in antagonismo controproducente. Per fare squadra tra donne sono necessarie una grande intelligenza ed una maturità che si acquisisce con l’esperienza/l’età. E questo antagonismo femminile (di cui mi dolgo profondamente) fa molto gioco agli uomini. Ma pensate, invece, se si muovesse veramente la “macchina donna” …..
Mi associo anch’io al giudizio di cui sopra sull’incapacità delle donne di fare squadra perchè molto spesso in competizione tra loro tanto da perdere di vista l’obiettivo primario del loro operato. Penso anche che la scelta del leader politico sia stata per troppo tempo associata ad una figura carismatica risolutrice di tutti i problemi che poi si è visto non essere più così, un sogno svanito! E’ necessario quindi che le donne imparino ad unirsi per il bene di tutta la collettività. Mi auguro vinca il migliore!
Non ne ho parlato specificatamente, hai ragione, perchè ho perso un pò di vista, nella foga, il fatto che stessimo parlando di politica. E comunque, totalmente d’accordo con Maria Stefania
ho detto che si può….. impegnandosi e facendo rete ma sì, sono d’accordo con maria stefania, ad un certo punto intervengono altri elementi e partono le sgomitate, le dita negli occhi ecc.
Nel girare e nell’ascoltare le persone che parlano delle primarie del PD ho notato che la scelta di un candidato o l’altro è talvolta vincolato ad altri elementi, sui quali forse occorrerebbe riflettere.
La competizione non è scevra da calcoli di opportunità.
Chi ha specifiche posizioni professionali o di rappresentanza legate alla politica, in prevalenza ha scelto quello che pare essere il candidato vincente, ovvero Bersani.
Chi, nella stessa posizione, è più giovane e posizioni meno forti, ha puntato su Renzi.
Tra gli esterni, ovvero tra coloro che non debbono il loro lavoro a posizioni politiche, credo si concentrino più su Renzi perchè ritengono che possa rompere certe dinamiche di potere all’interno del PD. Un voto di rottura, per rompere una situazione cristallizzata.
Meno si collocano su Bersani, e lo fanno perchè lo ritengono più affidabile nel ruolo di premier.
Chi è legato a Vendola, non sposta la sua opinione. Idem per chi segue Tabacci.
La Puppato ha raccolto il consenso tra donne (prevalentemente) non vincolate in posizioni di cui sopra e persone operative nella società civile.
Tra i giovani-giovanissimi/e senza legami di partito ma di area di sinistra, sento che si sentono più vicini a Vendola ma non lo ritengono in grado di esser leader di coalizioni, per cui optano per il rottamatore Renzi. Della Puppato dicono che non ha chances e che non riesce a sovrastare per leadership i due primi.
Per quanto mi riguarda, sceglierò la Puppato. Per dare un segnale e per continuare anche dopo con lei a presentare istanze di attenzione alle donne e agli uomini, più o meno giovani che vivono in questo Paese. Un Paese nel quale mi farebbe piacere incontrare anche una concreta attenzione ambientalista, che non mi è sembrato incontrare così di frequente negli ultimi tempi.
Poi, se le donne sappiano o non sappiano fare squadra, non so.
avevo scritto un commento,non c’e’.
??????????????????????????
Grazie Antonio, perchè grazie ai tuoi articoli mi dai spunti continui di riflessione e il punto di vista maschile, la sua visione che è importante. Che le donne dicano che non si può votare una donna solo perché è donna in generale mi sembra un’opinione legittima, come lo è non voler votare gli uomini solo perché sono uomini. Bisognerebbe capire PERCHE’ esprimono questo dissenso…. Il mio pensiero al riguardo è che le donne sono molto esigenti con se stesse (anche troppo) ed esigono anche molto dalle altre e dagli altri. Siamo “abituate” ad un modello di leadership politico maschile, con pochi esempi e modelli femminili, e allora si sente dire in giro che Laura Puppato non ha grinta o leadership o charme… intendendo che non ce la può fare, non ha ciò che serve per bucare lo schermo o convincere le persone. Ritengo che Laura Puppato sia una donna politica del FARE, più che dell’APPARIRE. La bandiera della Puppato in merito al suo programma politico, nel dettaglio “SGUARDO DI GENERE E POLITICHE PER LA DEMOCRAZIA PARITARIA è solo UNA PARTE DELLE 20 PROPOSTE DI PROGRAMMA e sottolinea che le POLITICHE DI GENERE RIGUARDANO TUTTI. Cioè il senso E’ che lo SGUARDO DI GENERE investe TUTTI I GENERI E LA RELAZIONE TRA DI LORO! NON solo genere femminile ma anche quello maschile. E’ questo il cambiamento auspicato ed è il motivo per cui la sostengo. Cito ciò che è scritto sul sito Le cosiddette “politiche di genere” riguardano tutti: la condizione delle donne investe trasversalmente tutta la società e non è un “problema” a sè (come riguardasse un diritto minore), e tantomeno va visto come un fronte su cui uomini e donne devono competere. Al contrario tutte le evidenze dimostrano che il progresso della condizione femminile ha sempre ricadute positive su tutta la società: è dunque un obiettivo nell’interesse di tutti i cittadini, uomini compresi. E il primo fronte su cui bisogna impegnarsi è quello per il radicarsi di una mentalità più evoluta, senza la quale anche l’applicazione di buone leggi risulta difficile. http://www.laurapuppato.it/le-proposte-per-amare-litalia/sguardo-di-genere-e-politiche-per-la-democrazia-paritaria/.
Per quanto riguarda l’INCAPACITA’ di cui tu parli io non mi riconosco totalmente in ciò che scrivi. Incapacità ad organizzarsi, fare squadra, strutturarsi? Forse non abbiamo ancora imparato a farlo in modo strutturato in POLITICA (e per questo chiediamo sostegno agli uomini che lo fanno da sempre..) ma in ALTRI AMBITI lo facciamo già…. e da SEMPRE: nel PRIVATO, nel VOLONTARIATO, e in alcuni MOVIMENTI più “nascosti alla politica o di cui la politica non si occupa pensando siano prettamente tematiche “femminili” (es. movimento NACITA che si sta diffondendo a livello MONDIALE…pensa che molti uomini dicono che la NASCITA riguarda “solo” le donne….ma anche loro sono nati da una donna….)
Dovremmo portare in politica le nostre CAPACITA’ che abbiamo ed esprimiamo concretamente già in molti ambiti. E se la politica non fosse solo charme e apparenza, ma dialogare e fare? E se ci fosse un altro modo di fare politica?
So che c’è un altro modo di fare politica, lo vedo fare da donne nel territorio in cui vivo e intravedo un cambiamento davvero importante.
Credo che allo stesso problema un uomo e una donna possano contribuire a SOLUZIONI POLITICHE che rispondano ad esigenze PER ENTRAMBI a favore DI ENTRAMBI e per il bene di TUTTA LA SOCIETA’, è un concetto nuovo forse…ma perché rimanere in vecchi schemi che tra l’altro è stato dimostrato non funzionano piu’?
Se sei convinto che sia proprio la differenza di genere a rendere problematica la vittoria delle candidate donne perché è “tipico della femminilità” non essere capaci di…. è chiaro che non dai fiducia alle ALTRE donne: non siamo mica tutte uguali? Come gli uomini del resto!
Non sono solo le donne a sostenere le donne, ma anche gli uomini. Se ti fai un giro sulle pagine fb di Laura Puppato scoprirai che anche uomini la sostengono. Sostenendo che le donne devono votare le donne rimaniamo ancora fermi sulla DIVISIONE dei generi, sulla competizione…e mi sembra che la situazione politica ed economica in cui siamo non ce lo possiamo più permettere.
Per le relazioni tra le donne è vero, anche nella mia esperienza diretta ho incontrato difficoltà in passato come anche relazioni difficili con maschilisti, ma ho avuto anche esperienze POSITIVE legate al mondo del lavoro, della politica, della pari opportunità, dell’associazionismo e volontariato in cui è possibile collaborare tra donne e con uomini e con donne E uomini. COLLABORARE SI PUO’, bisogna andare avanti e farlo più spesso, FARE PRATICA. In questo possiamo migliorare un po’ TUTTI.
le donne SANNO fare squadra, eccome.
Il problema che vedo io è ben altro: forse sono troppo fedeli!
Fino qui, dove chi gestisce tutto sono solo uomini, la squadra le donne l’hanno fatta con gli uomini; dunque unirsi alla donna che, eventualmente, rompe gli schemi (una a caso: Puppato), è vissuto come un TRADIMENTO.
Di chi? della bella compagnia di cui fai parte, dei tuoi boss che ti fanno pat pat sul crapino, ti dicono sempre quanto sei brava, ma le porte (quelle del sancta santorum) non te le aprono mai, né certo ti spianeranno mai la strada per arrivarci.
Quando ti risolvi a imboccarla da sola: giù una bella manciata di chiodi, e l’accorato appello, a tutti e TUTTE, a fare lo stesso. Fiato alle trombe del “voto utile”.
Ma per favore.
NON è vero che le donne non siano “capaci di fare squadra!. Tutte le nostre storie lo dimostrano. Ma sono squadre fatte da noi, a cui per varie ragioni lo status quo può avere poco da obiettare. Prova a creare un’altra squadra dove i giochi già esistono e sono fatti: puttana per sempre chi ci prova.
E le donne di questo ricatto restano vittime. Mica perché sono stupide: ma i retaggi e i ricatti sottili che ne derivano esistono, e avviluppano in ragnatele che a volte è difficile riconoscere. Le donne non sono “incapaci di fare squadra”; ma ancora ingannate, e più di quanto si rendano conto, si.
E vedi qui, per esempio: https://www.facebook.com/notes/la-rete-delle-reti-femminili/per-un-pantheon-al-femminile/380764578673717
Ritengo che il pezzo di Antonio Turi sia esclusivamente una “raffinata provocazione” per verificare, dalle nostre risposte, a che punto oggi noi donne siamo effettivamente capaci di fare squadra tra di noi ma, soprattutto insieme agli uomini!
nel mio ragionamento il caso della puppato era solo un punto di partenza. cmw il dibattito è molto interessante. lo sto seguendo con interesse ma non intervengo perché nessuno meglio di voi (donne) può riflettere su questo problema 🙂
Concordo con Graziella nel sostenere che Antonio abbia voluto stuzzicare la nostra capacità reattiva e quindi anche eventualmente una risposta coalizzata e a gran voce per dire “no!”.
comunque colgo l’occasione anche per dire ciò che penso.
personalmente ritengo che le donne siano assolutamente in grado di fare squadra, perché conosco varie realtà in cui invece proprio l’organizzazione femminile è il punto di forza di associazioni e anche di realtà lavorative. non ci scordiamo, peraltro, che la donna – proprio per il suo cervello femminile – ha abilità sociali e relazionali spiccate, tese anche alla cooperazione.
ritengo piuttosto che fino adesso, per vari meccanismi e dinamiche, sia stato dato poco spazio alle donne per emergere e per occupare posti e incarichi di ruolo e decisionali e che sia arrivato, invece, il momento – come forse Antonio in modo provocatorio ha voluto lanciare come messaggio – di unirci e di fare dell’unione femminile un valore e una forza per riuscire anche a farci portavoce delle nostre esigenze e richieste.