Venerdì 30 novembre 2012, ore 16.30
Casa Internazionale delle Donne via della Lungara 19, Roma
ASPETTARE STANCA
e
DONNESENZAGUSCIO
propongono un momento di condivisione sui temi del libro
LE DONNE
IL MANAGEMENT
di governare le aziende
UN ALTRO MODO DI GOVERNARE LE AZIENDE
DI GOVERNARE LE AZIENDE
edito da Guerini e Associati
Il management che vediamo in azione ogni giorno ripete troppo spesso la stessa storia. In questo libro, nuovi pensieri e nuove pratiche dal confronto tra donne che, in posizioni manageriali alte, luoghi di uomini, anziché adeguarsi, si sono fondate sulla propria differenza. Mostrando che è possibile schivare l’aut aut tra assimilazione ed esclusione. Al centro dell’attenzione: il rapporto con il potere. Un potere che si manifesta troppe volte come dominio. Il punto di vista differente porta un altro modo di intendere l’azienda e il management. Di qui un nuovo atteggiamento, orientato al governo. La differenza femminile cambia gli orizzonti manageriali, si mostra come fertile e costruttiva rivisitazione del mondo dell’impresa e del lavoro.
Il libro è frutto di un progetto sviluppato da Luisa Pogliana insieme con Isabella Covili, Anna Deambrosis, Patrizia Di Pietro, Giuseppina Grimaldi, che hanno dato vita all’associazione Donnesenzaguscio.
Aspettare stanca ha promosso questo seminario giacché la faticosa attesa riguarda anche la possibilità per le donne di stare con agio nelle posizioni che man mano conquistano, portando innovazione e differenza nel pensiero e nell’azione.
Serena Dinelli, Vicepresidente Aspettare stanca, avvia la conversazione con Luisa Pogliana, consulente, Presidente di Donne senza guscio, Giuseppina Grimaldi, Direttore di Staff Centrale di un Gruppo privato e Ornella Chinotti, Amministratore Delegato di SHL.
La conversazione/discussione proseguirà con le partecipanti e i partecipanti.
Hanno aderito: AIF, CNA Impresa donna, Federmanager Minerva, Federprofessional, Manageritalia, Rete per la Paritaà, Soroptimist.
Chi è Serena Dinelli: Vicepresidente Aspettare stanca, l’associazione che ha promosso a Roma l’incontro insieme a Donne senza guscio.
Perché avete promosso l’iniziativa:
“Quando Aspettare stanca è nata, 6 anni fa, per promuovere la presenza delle donne nei in politica e nei luoghi decisionali, la situazione era molto difficile. Grazie al grande lavoro del movimento delle donne in questi anni oggi il numero di donne nei luoghi decisionali in parte è in aumento, ma soprattutto c’è una nuova consapevolezza dell’importanza che questo avvenga. E allora ci pare anche il momento di lavorare su due linee: più donne dove si decide, fino ad arrivare alla “massa critica”; ma anche l’utilità di riflettere sul potenziale innovativo straordinario che le donne possono rappresentare, dandosene l’autorizzazione. In questo senso abbiamo colto al volo l’originalità e l’interesse della ricerca sviluppata da Donne senza guscio, che ha saputo coniugare un’ analisi critica del potere e del management con aspetti del pensiero delle donne, non solo in termini di teorizzazione, quanto anche di esperienze vissute e reali. Ci è piaciuto il metodo, fatto di attenzione anche ai piccoli passi; lo sguardo”interno” sull’esperienza del potere, non immaginato, ma vissuto ogni giorno da vicino; la capacità di starci dentro mantenendo uno sguardo originale, differente, e sperimentando nuove strade. Insomma, se le donne stanno nei luoghi decisionali, in politica e nella società, è utile lavorare insieme a esplorare le dissonanze o il disagio per farne una corrente di trasformazione: allora la realtà, apparentemente “data”, può essere ripensata, immaginata, praticata in altri termini. Cosa tanto più necessaria e importante nel mezzo della crisi, che tra l’altro mette a nudo i limiti dei paradigmi a tutt’oggi prevalenti. Come associazione continueremo a lavorare per valorizzare e far conoscere esperienze che vadano in questo senso. Voglio anche ricordare che sia Aspettare stanca che Donne senza guscio intendono sviluppare il dialogo anche con uomini che si sentano stretti nella situazione data e abbiano desiderio di lavorare al “ripensamento”.