di Roberta Pinelli
In tema di Toponomastica Femminile, la provincia di Modena (come pure l’Emilia Romagna nel suo complesso) non si distingue dal resto d’Italia: su un totale di 10.514 toponimi, quelli dedicati agli uomini sono 4.708, pari al 44,77%, quelli dedicati alle donne soltanto 245, cioè il 2,33% del totale.
Anche analizzando i dati relativi solo ai 4.953 toponimi dedicati alle persone (escludendo cioè i nomi geografici, naturalistici, di fantasia ecc.) i toponimi “al femminile”, in provincia di Modena, sono soltanto il 4,94%.
Come noto, la Regione Emilia Romagna ha istituto l’Archivio Regionale delle Strade, pubblicato sul sito della regione stessa, cosa che ha semplificato di molto il lavoro, consentendo di censire tutti i comuni presenti sul territorio regionale.
In provincia di Modena sono stati così censiti tutti i 47 comuni (compresa la città di Modena). A parte Modena, solo sette comuni superano i 20.000 abitanti, mentre la maggioranza (27 comuni) si attesta sotto i 10.000 e addirittura due hanno meno di 1.000 residenti.
Nonostante le diverse dimensioni, i comuni modenesi, dal punto di vista toponomastico, hanno però caratteristiche pressoché simili, dimostrando che il pregiudizio nei confronti delle donne va al di là delle dimensioni, dell’orografia, degli orientamenti politici.
Innanzitutto, nessun comune raggiunge né tantomeno supera mai il 5% di toponimi femminili; a questa soglia si avvicinano solo i comuni di Camposanto, Castelnuovo Rangone, Fiumalbo, Nonantola, S.Felice sul Panaro e Savignano sul Panaro, mentre ci sono comuni con punte di poco superiori allo zero (ad esempio Guiglia con lo 0,57% di toponimi femminili) e addirittura 4 comuni (Bastiglia, Marano sul Panaro, Polinago e S.Possidonio) che non hanno nemmeno un toponimo femminile.
La maggioranza dei comuni modenesi (21) si attesta sotto il 2%, mentre il comune più “virtuoso” nei confronti delle donne è S.Felice sul Panaro, che si colloca al 4,92%. Balza agli occhi anche il caso di Maranello, comune di quasi 17.000 abitanti, il cui sindaco da anni è una donna e ha una delle percentuali più basse dell’intera provincia, lo 0,76%. D’altra parte, il numero dei sindaci donna nei comuni modenesi è esso stesso indicativo, poiché sono 10 su 47 comuni e nei comuni governati da donne la percentuale dei toponimi femminili non presenta significative variazioni rispetto alla media provinciale. Hanno infatti un sindaco donna il comune di Guiglia, come detto il comune con la minore percentuale di toponimi femminili, il comune di Marano sul Panaro, che non ne ha nessuno, il comune di Montefiorino (1%), il comune di Novi di Modena (1,16%), il comune di Serramazzoni (1,3%), il comune di Vignola (1,03%).
Non si riscontrano grandi differenze nemmeno fra comuni grandi e piccoli: ad esempio, Modena (184.600 abitanti) ha la stessa percentuale di toponimi femminili (il 2,47%) di Palagano, che ha solo 2.400 abitanti, e di Zocca, che di abitanti ne ha 5.000.
Percentuali pressoché identiche si hanno anche fra comuni montani e comuni della pianura; ad esempio Bomporto, Campogalliano e Finale Emilia, che sorgono in pianura, hanno la stessa percentuale di toponimi femminili (l’1,9%) di Frassinoro, che è il più alto dei comuni montani modenesi.
Non si riscontrano grandi differenze nemmeno analizzando dal punto di vista politico la realtà modenese; i comuni attualmente amministrati dal centro-destra, come Montecreto e Serramazzoni, hanno la stessa percentuale di toponimi femminili (fra l’1,2 e l’1,3%) di comuni amministrati dal centro-sinistra come Prignano sulla Secchia e Lama Mocogno. La stessa Soliera, nota come il comune più “rosso” d’Italia, in cui il voto al P.C.I. ha sempre raggiunto percentuali superiori al 60%, ha solo l’1,5% di toponimi femminili.
Nemmeno la lontananza dal capoluogo risulta essere una discriminante rispetto alla percentuale di toponimi femminili: il comune più lontano da Modena (Fiumalbo), che sorge nel cuore dell’Appennino modenese e ha appena 1.300 abitanti, presenta una delle percentuali più alte dell’intera provincia, pari al 4,44%.
Prima di analizzare le varie tipologie di donne presenti negli stradari modenesi, corre l’obbligo di segnalare un certo provincialismo, data la pressoché totale mancanza di donne non italiane. Sono infatti soltanto 8 le donne straniere ricordate: una Beata (Madre Teresa di Calcutta, che ha 5 toponimi dedicati), 4 figure storiche e politiche (Anna Frank, Anna Kuliscioff, Rosa Luxemburg, Maria Josè principessa del Belgio), una scienziata (Marie Curie), una donna di spettacolo (Maria Callas) e una letterata (Gabriela Mistral).
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