di Caterina Della Torre
Recentemente si è tenuto il Consiglio Regionale della Puglia che ha bocciato a voto segreto la proposta di Legge di iniziativa popolare ’50 e 50′. Sarebbe stato un passo avanti che avrebbe portato la Puglia all’avanguardia delle regioni italiane. Ma forse è capitata in un momento sbagliato in cui per la ”spending review” viene ridotto il numero dei consiglieri. E le donne restano ancora una volta” al palo”. Spinta dalla campagna che era stata fatta in tutta la regione Puglia per tre mesi ed aveva raccolto ben 30.000 firme è arrivata sul tavolo della regione per essere approvata. Ma la ragione ha detto no, con 15 voti a favore, 15 contrari e 1 astenuto. E voto segreto.
Abbiamo voluto intevistare a questo proposito Magda Terrevoli , ex assessore al turismo della regione, ex presidente della commissione pari opportunità e dei Verdi ed ora funzionario del consiglio regionale che si è battuta a lungo per l’approvazione di questa legge.
Ci parli un po’ di questa legge? Come ci sei arrivata?
Mi sono resa conto di quanto sia difficile muoversi per le donne in un mondo maschile come quello della politica.
L’approvazione di questa legge è stata sempre un desiderio molto forte per me e quando ho smesso di fare l’assessore e sono rientrata nella mia attività consueta, ho deciso di portare avanti questa battaglia, perchè era impossibile che si continuasse a dire che non si eleggevano donne perchè non ce ne erano e di giunta in giunta si rimandava di prendere una decisione che promuovesse e incentivasse la loro entrata in politica.
La scorsa legislatura in Puglia era stato presentato un emendamento ma poi essendo caduta la giunta l’emendamento non è andato più avanti.
E allora?
Abbiamo deciso di ”metterci in proprio”, cioè di avanzare una proposta trasversale ai partiti che fosse staccata dalle varie giunte ma che si rivolgesse a tutte le donne e tutti gli uomini che pensassero che la presenza femminile nelle liste fosse a vantaggio di una democrazia più paritaria.
Abbiamo preso in prestito la legge della Campania, che aveva già superato tutto l’iter e quindi era già ”confezionata” e non avrebbe dato adito a ricorsi, ma siamo uscite dal discorso delle quote ed abbiamo deciso che avrebbe dovuto essere paritaria nella composizione delle liste 50 e 50, uomini e donne. Questa cosa andava a sostenere la presenza nelle liste delle donne.
I partiti avrebbero dovuto avviare una politica di coinvolgiento maggiore di queste, senza aggiungerle all’ultimo momento per fare numero.
Ma in Puglia esiste già una legge del 30/70!
Sì, ma non viene rispettata e le multe che vengono comminate non vengono pagate. Per questo abbiamo deciso di uscire al di fuori dei partiti. Ed abbiamo fatto un movimento trasversale che coinvolgesse anche varie associazioni di donne ed uomini che credono a questa legge che coinvolga anche il genere femminile. Si richiedeva che la legge venisse supportata dalla raccolta di 15.000 firme in 6 mesi e noi e abbiamo raccolte il doppio in tre mesi.
Bel risultato e dopo?
Abbiamo presentato la legge al presidente del Consiglio e dopo 1 mese è stata passata alla commissione che esamina le leggi di iniziativa popolare. La settima commissione, dove sono presenti tutti i partiti, ha chincischiato un po’ non mostrando nessun interesse reale. Abbiamo affermato che era una legge lontana dalle quote e che la doppia preferenza era assolutamente facoltativa. Ci hanno poi salutato Per un mese non abbiamo avuto nessun riscontro. Abbiamo fatto allora un presidio sotto la regione e abbiamo incontrato sia Vendola che Introna che ci hanno detto che si sarebbero interessati. Siamo stati richiamati in settima commissione e ci hanno detto che la nostra legge con la nuova ‘spending review’ che riduceva il numero dei consiglieri doveva essere esaminata a livello nazionale.. Scaduti i tre mesi è approdata in consiglio regionale, dove non è stata più una legge di proposta popolare, trasversale ai partiti, ma una legge della sinistra contro la destra e dove hanno messo il voto segreto (richiesto dal centro destra) e quindi alla fine non è passata.,
Potete fare ricorso?
Non abbiano soldi, e poi sarebbe troppo forte e questa proposta era una legge di principio. Sarebbe un’azione troppo violenta. Abbiamo un’assermblea dove non ci sono donne (70 conasiglieri ha solo 3 donne), c’è una legge che dice che i comuni sotto i 15.00 abitanti devono favorire l’accesso delle donne, è assurdo che una legge del genere non passi.
Ma se fosse una legge decisa a liveli decisionali più alti, non potesse essere recepito dalla regione Puglia?
Le regioni hanno autonomia decisionale e quindi potrebbe essere recepita o no. Entrano poi dei meccanismi di rivalsa che non hano nulla a che vedere con la nostra proposta,a ma con i partiti.
Ma a questo punto non si può fare più nulla?
Alcuni articoli potrebero essere inserite in una futura legge ed essere valuati e votati in quanto tali. Ai posteri l’ardua sentenza.
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Lo dice un uomo
Mie carissime amiche,
ho imparato che quando si è in preda alla rabbia e allo sgomento è il momento di fermarsi e di sospendere ogni giudizio. Ieri ero come impietrito. Osservando i vostri volti provavo sentimenti solo in apparenza contrastanti: ammirazione, tenerezza, vergogna… Tranquille, non mi sento per nulla un femminista ma solo un uomo offeso e depredato da altri uomini della possibilità di vivere in una società più giusta.
Penso che non sia il caso di perdersi dietro i meandri dei tecnicismi e delle strategie, un terreno inaridito sul quale si muove agevolmente la politica al maschile che noi vogliamo contrastare. Penso invece che questa vicenda possa rappresentare una preziosa occasione di riflessione e di crescita. Abbiamo giocato una partita difficilissima su due fronti – quello politico e quello culturale – che andava a colpire alla radice il codice patriarcale. Gli uomini non hanno retto alla sfida portata dalle donne, non hanno retto ai loro sguardi, e così hanno preferito fuggire dalle proprie responsabilità riparando nel “comodo” nascondiglio del voto segreto dove hanno consumato la propria vendetta. Un copione da manuale che le donne conoscono benissimo, spesso sulla propria pelle.
Sarebbe molto interessante conoscere le storie personali di coloro che hanno votato contro la nostra legge. E non mi stupirei affatto se emergessero storie di rancori e di conflitti con donne non elaborati. Insomma, ancora una volta possiamo dire che la questione non è femminile ma è tutta quanta maschile. Gli ultimi colpi di coda sono spesso i più insidiosi, ma la storia fa comunque il suo corso. Dopo l’amarezza di ieri torno ad essere fiducioso: è stato l’ultimo colpo di coda di un regime ormai moribondo.
Le donne del comitato sono state meravigliose. Tutte! Permettetemi di citarne due in particolare: Annamaria Carbonelli per il coraggio che solo la passione poteva darle; Magda per aver saputo costantemente agire con competenza, fermezza e dolcezza ad un tempo.
Con affetto e gratitudine,
Orazio Leggiero