Vietare la diagnosi preimpianto – ha aggiunto Puppato- “è un’ipocrisia
E veramente assurdo che il Governo faccia ricorso contro una sentenza della Corte europea che evidenzia ancora una volta la barbarie e l’incostituzionalità di una legge anacronistica e fortemente penalizzante per la donna”.
Lo afferma Laura Puppato, intervenendo sulla legge per la fecondazione assistita, fortemente voluta dal centrodestra “che ancora qualcuno si ostina a difendere, nonostante la bocciatura di tribunali regionali, Corte Costituzionale e ora Europa”.
“Vietare la diagnosi preimpianto – ha aggiunto Puppato- “è un’ipocrisia che mette a rischio la salute delle donne e dei nascituri e costringe le coppie che possono pagare a emigrare all’estero per aggirare ingiusti divieti. Anche su questo tema, come quelli riguardanti i diritti civili, da quelli delle copie omosessuali al testamento biologico, – ha concluso Puppato – avrei voluto sentire posizioni chiare dai due candidati premier del centrosinistra nel confronto televisivo di ieri, ma ancora una volta il timore di perdere una parte del voto cattolico più conservatore, ha prodotto un imbarazzante silenzio
(Laura Puppato)
IL FIGLIO DELLA LUNA
Eccolo il bimbo tanto atteso, e’ la prima ecografia prenatale, quella che si fa nelle prime settimane di vita, l’embrione e’ lungo appena qualche centimetro, ma i suoi genitori lo guardano con lo stesso sguardo con il quale guarderebbero un neonato, ma lo sguardo e’ anche profondamente angosciato, perche’ il bambino e’ stato concepito in Italia con le tecniche di procreazione medicalmente assistita ed entrambe i partner sono portatori sani di una patologia genetica che si manifesta frequentemente e determina gravi sintomi, che peggiorano fino alla morte. Una delle tante possibili, non importa quale.
Quando i due potenziali genitori si sono recati al centro di fertilita’ sono stati rassicurati su quanto sarebbe loro accaduto, tutto molto semplice, la futura mamma si sarebbe dovuta sottoporre a dei trattamenti farmacologici per stimolare una iperproduzione di ovociti che sarebbero stati prelevati, fecondati in provetta con gli spermatozoi del futuro papa’ ricollocati nell’utero per attendere l’esito dell’avvenuta gravidanza. Unico inconveniente era che in Italia non e’ possibile analizzare alcune cellule dell’embrione e quindi reimpiantare quello sicuramente non affetto dalla patologia genetica e quindi i genitori devono accettare il rischio che il loro figlio sia ammalato. I due aspiranti genitori avevano avuto gia’ un altro bambino nato malato a causa dei gravissimi problemi determinati dalla patologia genetica, che se ne era andato tra grandi pene e sofferenze, era il figlio unico prediletto, volato via lontano, un bimbo bellissimo, intelligente, ma malato di una forma gravissima di patologia del sangue che lo rendeva a volte ceruleo, pallido come la luna che splendeva la notte che il loro bimbo li aveva lasciati per sempre. Non era mai trascorso un giorno senza un pensiero per quel figlio della luna, perso per un pezzettino di una stupida molecola chimica chiamata DNA capitata nel posto sbagliato, nel patrimonio genetico di loro figlio. Forse ne avrebbero avuti altri, ma possibile che in un mondo tecnologico e biotecnologico come il nostro non ci fosse proprio modo di capire fin dal momento del concepimento se questa stramaledetta sequenza di DNA era capitata proprio di nuovo in mezzo alla vita, al progetto di vita della loro famiglia ? Certo che c’e’ ma una legge della Repubblica Italiana, il Dlgs.40 impedisce che in Italia si possano eseguire quei controlli genetici e decidere di scegliere ed impiantare nell’utero della madre soltanto gli embrioni sani e su questo i medici erano stati chiarissimi, siete genitori, complimenti, ma al momento non possiamo sapere se il bimbo e’ sano, potrebbe essere anche malato. Purtroppo destinato ad essere per legge un altro figlio della luna.
1 commento
Sono assolutamente favorevole alla diagnosi preimpianto, il tuo articolo mi ha toccata nel profondo. Spero che prima o poi nel nostro paese governi qualcuno che ha il coraggio di legiferare nonostante il parere contrario della chiesa.