dal blog di Laura Preite una stanza tutta per sè, su La Stampa
Le donne sono le più votate in 16 circoscrizioni su 31 alle parlamentarie del Movimento 5 stelle
Il Movimento cinque stelle riesce lì dove nessun partito ha finora avuto successo. I capolista, ovvero quelli che hanno preso più voti in ciascuna delle 31 circoscrizioni italiane ed estere, sono per la maggior parte donne. Esattamente per uno scarto dello 0,5 ma l’effetto novità c’è.
In nessun partito italiano è andata mai così bene. Mai abbiamo visto più della metà dei capolista rappresentati da una donna. Si sfidavano 1400 candidati, i votanti sono stati 35 mila per 95 mila i voti (c’era la possibilità di esprimere fino a tre preferenze per scegliere i prossimi candidati alle politiche).
Diverso è se guardiamo alla totalità dei primi quattro eletti che, come spiega il piemontese Vittorio Bertola, consigliere comunale a Torino, hanno più possibilità di entrare in parlamento alle prossime politiche. Le donne sono 44 su 124, poco più di un terzo del totale.
Ma rimane il dato che le donne sono state scelte più che gli uomini, in 16 seggi su 31. Un po’ meno in generale al Sud, con eccezioni positive come la Sardegna (3 su 4), la Calabria e la Sicilia, dove c’è stata parità. Ha prevalso la forza delle donne attivissime sul territorio, tra banchetti e volantinaggio?
Una dimostrazione, queste parlamentarie, che in un paese in cui la maggioranza della popolazione è donna ma il potere ha la barba e indossa la cravatta, quando il gioco è “fair”, equo ce la si può fare.
Qualcuno obietterà che le regole del M5S non sono trasparenti, che molti non sono riusciti a votare. Ma si chiede al M5S uno standard di trasparenza e democrazia che a nessun altro partito italiano è richiesto. In Italia troppo spesso, la politica è stata e continua ad essere, un gioco a tavolino per pochi (barbuti) “eletti”, più spesso nominati. Le parlamentarie del M5s rappresentano un passo nella direzione opposta.
07/12/2012
4 commenti
Ho preferito riprendere questo articolo di Laura Preite piuttosto che scriverne uno io perchè mi sembra che centri il problema pienamente. Si è gridato al maschilismo di Grillo, al suo fare egocentrico e ducesco per alcuni versi, ma adesso come la mettiamo con tutte queste donne che entrano nel suo movimentro che di fatto è un partito che verrà rappresentato in parlamento. E entreranno tante donne con questa new entry!
Mi sono domandata se è stato un caso e se poi verranno ingoiate dalle pastoie partitiche per lasciare posto ai colleghi. Mi sono risposta: è probabile, ma le nuove generazioni sono più paritarie nei loro atteggiamenti e se anche i maschietti non ti cederanno la sedia a teatro, è anche vero che le giovani donne non si tireranno indietro per correre dietro alla maternità, chiedendo al compagno di aiutarle o sostituirle. Donne più agguerrite quindi, ma anche una parità che la generazione dele loro madri poteva solo sognarsi.
Quindi che ci siano tante donne nel movimento è dovuto al facile accesso ai posti in parlamento, non ostacolato da burocratismi e lughi percorsi di carriera, ma soprattutto dal fatto che le donne lo vogliono, lo possono e lo fanno. E soprattutto non si devono ”lavorare” il capo partito per farsi avanti.
Credo che siamo troppo abituate a vedere scendere in politica le donne che amano il potere ed il comando e che invece ce ne siano ancora troppo poche come Laura Puppato che scendono in campo perche’ amano e basta. Ovviamente nel senso piu’ elevato del significato, cioe’ donne sinceramente intenzionate a scendere in campo per donare, per dare qualcosa di se stesse alla collettivita’, quindi senza l’aspettativa, a volte ossessiva, di dovere per forza ricevere qualcosa in cambio, dalla politica. Se cosi’ non fosse, Laura Puppato avrebbe mollato, dopo tutte quelle che gliene ha fatte proprio il partito al quale appartiene, ad esempio quando era ad un passo per diventare Presidente della Regione e nessuna dei suoi l’ha appoggiata. Sarebbe stata una cocente ferita per qualsiasi uomo, ma non per un’Politico donna e con la lettera maiuscola come Laura, che sa di valere e che per questo e’ andata avanti fino a candidarsi per le Primarie, con le sue 10 proposte proprio per “Amare l’Italia”. E’ questo il modo piu’ naturale per le donne di fare politica, gli altri, quelli mutuati spesso anche dalle donne che si occupano di politica dal genere maschile, di fatto quasi sempre in lotta l’uno con l’altro, sempre a fare rissa come galli da combattimento non ci appartiene sicuramente ed in questo momento non e’ cio’ che serve alla buona politica e alla buona amministrazione ed e’ per questo che forse la gente sceglie le candidature femminili, sperando che chi li rappresenta sia capace poi di governare con serenita’ e naturalezza, essenzialmente per passione e convinzione e non per i suoi esclusivi interessi.(lucia mosiello)
Concordo nel ritenere e soprattutto nello sperare che questa attivazione delle donne possa davvero essere l’inizio di un cambiamento sostanziale, significativo e concreto anche in politica. Le donne possono apportare la differenza e in un periodo storico-sociale di profonda crisi come quello attuale, c’è bisogno anche di donne… di donne che sappiano rappresentare i reali bisogni delle famiglie italiane, della gente comune, dei lavoratori; donne che pensano al bene comune (e le donne sanno farlo, perché non ci dimentichiamo che siamo predisposte ad occuparci della prole). sinceramente questo potrebbe ridare un po’ di speranza a tutti, perché pensare che gli scenari politici possano essere in prospettiva gli stessi, fa molto tristezza e lascia molto sconforto.
Io penso che ,prima di tutto , ci sia bisogno di donne e uomini che fanno politica per il bene comune e non per il “potere”. Il potere non e’ di genere maschile o femminile, il senso del potere e’ uguale, sia che venga esercitato da un uomo che da una donna, e di esempi ne abbiamo tanti …