di Loretta Junck
Nonostante la temperatura rigida e un velo di neve fresca a terra, un discreto gruppo di persone si è trovato la mattina di venerdì 14 dicembre in via Altessano 130, nella periferia nord di Torino, per presenziare alla cerimonia di intitolazione di un piccolo ma grazioso giardino a Marisa Bellisario.
In questo modo Torino (città in cui la top manager decise di stabilirsi e dove si spense prematuramente il 4 agosto del 1988, a soli cinquantatre anni) colma finalmente una lacuna, aggiungendosi a Milano, a Lecce e a una decina di comuni non capoluogo ( per esempio Barlassina e Canneto sull’Oglio in Lombardia, San Salvo in provincia di Chieti, Pianella in provincia di Pescara, Termoli in provincia di Teramo, Villabate in Sicilia ecc.) che già hanno ricordato la Bellisario, piemontese di nascita, in una targa stradale; finora in Piemonte un solo comune, Piossasco, l’aveva fatto.
Erano presenti il Presidente del Consiglio Comunale nonché della Commissione toponomastica Giovanni Maria Ferraris, l’on. Lella Golfo fondatrice e Presidente della Fondazione Bellisario, il nipote di Marisa Bellisario Andrea Zocchi, la presidente della Circoscrizione 5 Paola Bragantini, e alcune esponenti dell’associazionismo e dell’imprenditoria femminili in Piemonte (tra cui la referente piemontese di Toponomastica femminile, la presidente di DIVA, la destinataria del Premio Bellisario 2012).
Il Presidente Ferraris ha preso la parola per primo per rievocare “una delle figure più rappresentative nella storia dell’imprenditoria italiana del Novecento”, una donna che seppe ricoprire un ruolo tradizionalmente “maschile” senza rinunciare alla propria femminilità, di cui andava fiera. Ha ripercorso le tappe della sua carriera, dagli inizi alla Divisione Elettronica della Olivetti, al lavoro negli Stati Uniti per la General Electric e la Honeywell, e poi di nuovo alla Olivetti, fino all’approdo alla Italtel, dissestata azienda pubblica che nel giro di tre anni Marisa Bellisario riuscì a risanare trasformandola in una società dinamica con il bilancio in attivo. E ha citato le parole che lei scrisse nella propria autobiografia: “Una donna può farcela in qualsiasi carriera se lo vuole, se accetta le regole del gioco e se crede in sé stessa”.
Dopo di lui l’on. Lella Golfo ha ricordato l’importanza che ebbe per la propria formazione umana e politica la figura di questa donna eccezionale “che voleva vincere non per sé ma per il proprio Paese”, e poi anche lo scoramento alla notizia inaspettata della morte prematura, e la decisione immediata di istituire un Premio a lei intitolato; e quindi i contatti presi a questo scopo con il PSI allora guidato da Bettino Craxi, con l’Italtel e con Lionello Cantone, vedovo di Marisa.
Andrea Zocchi ha preso poi la parola per ricordare la figura della zia nel privato, in particolare durante le vacanze estive nell’anconitano, rimpiangendo la morte precoce non solo della parente, ma anche di quella che poteva essere una guida nel campo del suo lavoro di imprenditore.
Dopo gli interventi di Donatella D’Angelo, già responsabile della Fondazione Bellisario in Piemonte, e di Paola Bragantini, è stata scoperta la lapide alla presenza dei gonfaloni della Città e della Provincia di Torino, mentre si diffondevano le note dell’inno di Mameli.
Se a questa commovente cerimonia seguiranno, come è nelle intenzioni dichiarate dalla Presidente della Circoscrizione, altre iniziative per coinvolgere le scuole e i cittadini della zona e per diffondere la conoscenza dell’opera di Marisa Bellisario, questa dedica, la prima in Torino ad una donna imprenditrice, avrà una funzione veramente importante.