Cara umanità,
sono Babbo Natale e vi scrivo io, quest’anno. Per me è più facile, me ne rendo conto, a me basta scrivere una lettera sola che arrivi a tutti, poi chiedo ospitalità qui e lì e le mie parole vi raggiugeranno ovunque voi siate, qualsiasi lingua parliate, mal che vada c’è sempre il traduttore di quel coso lì, come si chiama, google.
Perchè vi scrivo? Perchè nonostante tutto vi voglio bene, e allora non mi va che rimaniate delusi o che pensiate che il vostro vecchio Babbo Natale vi abbia dimenticato, o peggio che gli possa essere successo qualcosa.
Voi pensate che io ci sia solo un mesetto all’anno e che il resto del tempo lo passi a grattarmi la pancia. Non è così. E’ vero, per un mese all’anno il mio lavoro è frenetico, ma io lavoro sempre, e il mio lavoro è guardarvi, vedere cosa fate e come vi comportate. Se vi meritate i regali che mi chiedete.
Ecco, perchè vi scrivo; perchè alla fine di quest’anno che è passato, per la prima volta dopo secoli e secoli, anzi, per la prima volta da sempre, non porterò nessun regalo, a nessuno. Per questo ho deciso di non aprire neanche una delle vostre lettere, anzi, per favore, smettetela di mandarmene, è tutta carta sprecata. Non le apro perchè so che poi mi farei intenerire, mi lascerei commuovere dalle parole dei vostri bambini, qualcuno dei miei gnomi si metterebbe in mezzo per convincermi e io, ancora una volta, vi porterei i regali.
Invece no. Nulla, niente regali quest’anno, neanche ai pochi, pochissimi veramente, che li meriterebbero. Perchè comunque non posso fare figli e figliastri. E poi lo so come andrebbe a finire, pensereste che tanto poi, alla fine, comunque le cose si sistemano, che può succedere qualsiasi cosa, potete fare qualsiasi cosa, ma tanto alla fine arriva Natale e arrivo io, e i regali li porto.
Era tanto che ci pensavo, da anni e anni, Natale dopo Natale. Alla fine ci sono arrivato, mi ci avete fatto arrivare. Quest’anno non ve li siete meritati, peggio, quest’anno non vi siete meritati neanche la speranza che i miei regali vi davano sempre.
Io ci ho sperato, fino all’ultimo, sapete? Che vi decideste a cambiare, a darmi un segno. Macchè, ovunque mi voltavo ad osservarvi, qualsiasi fosse la vostra religione, chiunque vi governasse non vedevo altro che le stesse cose. La sopraffazione dei potenti, l’ipocrisia dei governanti e della Chiesa, la malvagità dei delinquenti, fame, ingiustizia, il dio denaro che comanda su tutti voi, sulle vostre azioni, sui vostri comportamenti. Fateveli portare da lui, i regali, da questo vostro dio di serie “b”, fabbricato dagli stessi che poi ve lo vendono, che poi ve ne fanno sentire la necessità, per farvi ricomprare con quelle stesse monete quelle cose di cui loro vi fanno credere di avere bisogno.
Mi chiedete regali? Mi chiedete speranza? No, mi dispiace, è proprio perchè vi voglio bene, che non ve ne porterò; perchè io di speranze in voi non ne ho quasi più. Allora voglio provare così, il mio ultimo tentativo per provare a cambiare le cose. Per farvi scuotere, per farvi risvegliare.
Se anche questo tentativo fallirà, allora scordatevi di me, dimenticatevi di Babbo Natale, vorrà dire che non avete più bisogno di me, vorrà dire che avrete perso anche l’ultima illusione, quella di poter meritare un dono. Non basta sorridersi un giorno all’anno, sapete? No, non basta.
E giusto per togliervi ogni illusione, sappiate che sia il bambinello che la Befana sono d’accordo con me; ci ho parlato, anche loro son disperati e non sanno più come prendervi. Quindi hanno approvato la mia scelta, inutile che scriviate al bambinello perchè vi raccomandi o che speriate nella Befana, perchè compensi. La Befana quest’anno vi porterà solo carbone.
Cosa dovete fare, per ricevere di nuovo i regali? E’ semplice, è semplicissimo. Dovete svegliarvi, scuotervi, riscuotervi. Dovete riscoprire i veri valori, le vere priorità, le cose che contano e che sono importanti, quelle che non si comprano e non si pagano con il denaro, con il potere, ma con i gesti, con l’amore dato e dimostrato. Voi, popolo, voi gente umile, voi che siete quelli che rimarranno più delusi, perchè voi siete i tassati, i disoccupati, gli incerti, quelli che non hanno neanche più la sicurezza del diritto al lavoro e alla casa, voi, gli esposti, i deboli, le vittime delle guerre e delle case farmaceutiche, voi, gli ultimi della terra, che siete anche la maggioranza, dovete dare un calcio in culo – scusatemi, lo so che Babbo Natale non dovrebbe usare certi termini, ma pensate quanto mi avete esasperato! – a tutti gli altri; ai ricchi e ai potenti, ai banchieri – attenzione a non confondervi con i bancari – e ai fabbricanti d’armi, agli speculatori, ai “revisori dei conti” e a quelli che fanno i “rating”.
Ecco, figli miei; sono Babbo Natale, giusto? E allora voi siete figli miei. Ecco perchè quest’anno non porterò regali a nessuno, come un padre devo punirvi, perchè voi capiate dove avete sbagliato. Ecco cosa dovete fare, perchè io torni il prossimo anno a trovarvi, portandovi il dono più bello, la Speranza.
Perchè ricordate che se il peccato più grande dei potenti è l’arroganza, il peccato più grande degli uomini normali è l’ignavia. Non siate ignavi, figli miei, ribellatevi.
Ci vediamo il prossimo anno, a Natale 2013. Questa è la mia speranza, questo il dono che vi chiedo io in questo Natale, ribellatevi, perchè io possa tornare da voi.
Vi voglio bene,
Il vostro affezionato Babbo Natale.
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