di Luciano Anelli
Per debellare la mercificazione del corpo delle donne, passiamo dal Non Fare al Fare
Al seminario “La mercificazione del corpo femminile” , tenuto dalla Prof. Letizia Carrera, presso l’Aula degli Affreschi dell’Università di Bari, agli studenti di Scienze dell’educazione, sono intervenuto per aggiungere elementi utili a quanto, già importante, Letizia ha detto al fine di far sorgere, a chi domani insegnerà ai futuri fruitori della società, una cultura di genere produttiva di effetti per il cambiamento.
Sul territorio è tutto un brulichio di donne e ragazze che fanno: organizzano dibattiti, protestano da attiviste se le pubblicità ci offendono, creano corsi, aiutano le donne in difficoltà, creano blog sul tema, diffondono cultura di genere: insomma una rivoluzione nemmeno tanto silenziosa di cui spesso i media non raccontano, per cui spesso diventa invisibile alle masse.
Però, manca in Italia la NARRAZIONE del POSITIVO, di giornaliste che raccontino le azioni positive che molte giovani donne e donne adulte stanno portando avanti: sarebbe rivoluzionario perché sapere che cambiare si può e con le proprie forze, può essere contagioso.
Certo cambiare si può anche con piccole azioni, con gesti apparentemente insignificanti, ma agire sulle menti dei bimbi diventa essenziale perché è da lì che si possono forgiare le menti del domani su una giusta e diversa cultura del CON al posto del CONTRO. Il maschilismo è contro l’emancipazione delle donne; il femminismo di un tempo era contro la condivisione con gli uomini. Oggi non si può prescindere dall’essere Con entrambi le culture paritetiche ma con differenze sostanziali e di valore .La follia di qualcuno è che la politica (altro ambito da cui si può determinare un cambiamento con leggi appropriate per le persone di ogni genere) sia solo maschile…o peggio, come si è ascoltato in Consiglio Regionale Pugliese, è Maschia !! Quindi anche il Potere.
In nessun altro Paese europeo si dicono idiozie simili. Come dice Lorella Zanardo (Il corpo delle donne) dalle pagine di Zeroviolenza: “Il potere si cambia. Se molte donne entreranno in politica, la politica cambierà connotati e diverrà altra cosa; la politica verrà trasformata dal Femminile che avanza. Il potere così come è inteso oggi è nefasto. Ma se molte si occuperanno di gestire il Paese, il potere cambierà di significato e potremmo anche creare un neologismo per ridefinirlo. Oggi siamo chiamate ad uno sforzo immaginativo, un atto creativo desiderante per immaginare una nuovo politica. Mi spiace che alcune preoccupate che le donne possano ricoprire posizioni autorevoli non abbiano letto con attenzione il “discorso di Oslo” contenuto nel mio libro “Il Corpo delle Donne”. Queste donne sono presuntuose nel ritenere che il verbo provenga solo da loro, si sono perse un’ importante paradigma che propone il partire da sé, dalla relazione tra donne per arrivare a governare il Mondo in modo nuovo. Trovo disgustoso che siano le donne a bloccare altre donne. Lo trovo un esercizio di distruzione ben più grave dell’esercizio di potere. Sbarazziamoci anche delle prefiche sempre a pensare male: si riconoscono perché ai dibattiti sono le uniche che non sorridono, senza mai un gesto di bellezza, di comprensione. Sospettano che molte di noi si sia lavorato per anni per arrivare poi a dire: “voglio un posto di potere” appunto. E se anche così fosse? Se ci sono donne che dopo anni di lavoro assiduo chiedono di ricoprire posizioni autorevoli? ben vengano! se le saranno guadagnate ,anziché averle ottenute per parentela o favoritismi.” Se molte donne entreranno nella gestione del potere (in senso di indirizzare per il bene comune) , anche le donne “omologate” al maschile, concentrate sul demolire il lavoro di altre donne per non perdere i favori dei Sultani o dei Branchi maschilisti, le regole si possono cambiare.
Chi ama il mondo e pensa che cambiarlo sia possibile si riconosce subito dall’energia che emana, dall’essere desiderante, dal coraggio di provare a fare. Imparate a misurare chi avete di forte dal suo livello di attivismo: se si limita alla critica sterile sui social network, lasciatelo/la perdere.
Il mondo si cambia in molti modi, anche con piccole azioni apparentemente invisibili.
Passiamo da NON FARE al FARE.
Di fronte a cartelli pubblicitari sessisti che usano il corpo della donna per ingannare la clientela, è difficile diffondere la cultura del Non comprare e boicottare i prodotti della ditta, ma è più efficace e determinante Fare azione, anche singola, di denuncia al Sindaco o agli organi di controllo perché i cartelli sessisti siano oscurati. Di fronte ai reality o trasmissioni televisive dove l’apparire e troneggiare siano posti come essenza della vita, specchietti per allodole o allocchi, spegnere il televisore o cambiare canale, NON vedere è difficile che provochi effetti di cambiamento, invece Fare azione di protesta con mail, sms, twitter e su altri social network verso le redazioni, le conduttrici, gli opinion leader, perché si penalizzino azioni e comportamenti irrispettosi verso le donne, piuttosto che bestemmie o pseudo tali, l’effetto di risonanza anche sulla problematica diviene evidente. Di fronte a partiti che NON attuano pari dignità nelle liste elettorali, Non andare al voto, incide relativamente e non rende visibile la protesta, contro al Fare azione di non voto esplicito, rifiutando le schede e facendo mettere a verbale la motivazione della impari democrazia di genere attuata o votare solo Donne capaci e non omologate, determina un’azione visibile e imprescindibile. Piccole azioni, che rendono visibili una voglia di cambiare con una Democrazia paritaria dei generi. Si può, se lo si fa in tanti !
Basta desiderarlo !