di Cinzia Ficco da tipitosti.com
Isabella Spagnolo, classe 71, ha abbandonato alcuni anni fa il mondo competitivo della moda, ma non ha perso la voglia di combattere.
E’ ancora parecchio frizzante, come le sue bollicine, quelle che ha prodotto, pensando alle donne incinte, ai bambini e al mondo islamico. Si tratta di uno spumante analcolico. Una novità della sua azienda, che si trova a Mareno di Piave, in provincia di Treviso http://www.irisvigneti.it/
Isabella ha lavorato come fashion designer di abiti da sposa italiani per atelier di alta moda. Ha iniziato a sedici anni e continuato sino a 20.
“Una fatica – racconta – conciliare questa passione con gli studi di Economia agroindustriale presso la Facoltà di Agraria di Udine. Per giunta studiavo pianoforte e praticavo equitazione. Ho partecipato anche a gare provinciali, monta western. In quegli anni ho fatto salti mortali per cercare di fare tutto, persino le sfilate, come modella. Un ambiente molto competitivo, affascinante, che rafforza l’ego e sviluppa il senso estetico. Ho smesso per limiti di età e perché non volevo continuare a fare diete. Avevo bisogno di forze per concentrarmi sugli esami universitari. E poi non mi piaceva più essere una bella tra le tante belle. Volevo sentir dire che sono brava. Nello stesso tempo, desideravo creare qualcosa di mio: un’azienda che mi permettesse di esprimere me stessa ed esplorare la vita attraverso il mio lavoro. Insomma, attraverso la moda ho riconosciuto il mio stile e capito cosa avrei voluto fare per tutta la vita: avere un’impresa con la natura in modo fashion”.
Isabella non lo nasconde. Lasciare quel mondo è stato triste. “La passerella – afferma – e’ fonte di adrenalina, dà sfogo al tuo egocentrismo, alla tua voglia di protagonismo. Un po’ mi manca. Ho un pizzico di nostalgia dell’ abito che danza a tempo di musica su di me. Una modella lo e’ per sempre. Comunque, non ho rotto in modo definitivo. Ho continuato a frequentare il mondo della moda da imprenditrice. E poi sfilo quando indosso un abito, che mi fa sentire viva e protagonista. Succede anche quando vado a comprare pane e latte”.
Tredici anni fa la svolta, che le è costata fatica e che è nata sulla passerella. “E’ stato sfilando – afferma – che ho deciso di dare sfogo alla mia creatività in modo diverso. Ma quanto ho penato! Provi ad immaginare il salto: dalle passerelle alla guida di un’azienda! E’ stato un bagno di sangue, dal sogno alla realtà, dalla passerella alla trincea. Sempre in guerra, ma è solo così che mi sento viva e felice. Anche se, talvolta, molto stanca”.
Isabella ha creato l’azienda da zero sui terreni di suo marito. Sì, nel frattempo si è sposata.
“Lui enologo – aggiunge – io da sola in giro per il mondo a vendere, creando una rete commerciale internazionale. Ripeto, sono partita da zero. Per fortuna ho avuto sempre l’ appoggio di mio marito e di tanti amici, come Sandra Chiarato. Gli aspetti più duri da superare? Diventare responsabile della gestione dell’azienda e battere la concorrenza internazionale”.
Isabella dice di essersi ispirata al modello di Kuki Galmann, una veneta in Kenya e di aver creato una sorta di salotto buono del vino. “Io e mio marito – dice – ci siamo buttati anima e corpo sull’azienda. Otto anni di duro lavoro”.
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