di Caterina Della Torre
Silvia Rizzardini, milanese del 1988, studentessa della cattolica ci racconta come i giovani non è vero che rimangano ad aspettare il lavoro fisso inattivi e se non lo trovano a casa…lo cercano altrove. Nuove emigrazioni quindi.
Diplomata al liceo classico si è laureata in Filosofia presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano nel 2010 e in Economia delle imprese e dei mercati presso la stessa università nel 2012. E’ attualmente studentessa magistrale, sempre presso la Cattolica, di economia (profilo economics). E’ la fondatrice e presidentessa di JECatt.
Come nasce il vostro progetto JECatt?
JECatt è una Junior Enterprise, un’associazione studentesca, registrata e con sede in Università Cattolica, che riunisce studenti di tutte le facoltà dell’ateneo con voglia di imparare, non solo attraverso la formazione, ma anche attraverso l’esperienza. Il progetto nasce quindi dall’esigenza concreta di confrontarsi con la realtà delle aziende, dei professionisti, delle istituzioni e dalla grinta e la voglia di fare di chi, insieme a me, ci ha creduto fin dall’inizio e di chi si è unito unito a noi.
Circa un anno e mezzo fa, infatti, sono stata contattata dal responsabile enlargement di JADE Italia, la confederazione delle junior italiane, che ha trovato il mio nome sul sito dell’università (sono rappresentante degli studenti della facoltà di economia). Mi ha raccontato di questa interessantissima realtà che sono le junior enterprises in cui gli studenti lavorano come una sorta di società di consulenza, offrendo alle aziende servizi e competenze, ma soprattutto motivazione e voglia di fare, ricevendo in cambio la formazione che deriva dall’esperienza. In una junior, infatti, nessuno viene pagato, tutto il guadagno viene reinvestito in formazione e progetti interni. Ero stata contattata allo scopo di dare una mano a trovare qualcuno in Università Cattolica, che fosse interessato a dar vita a questa realtà. Mi sembrava talmente entusiasmante che ho voluto buttarmi in prima persona in questo progetto, raccogliendo i consensi e il prezioso aiuto di amici prima, di persone catturate dal passaparola poi. E così è iniziata l’avventura.
Chi l’ha ideato? Quali gli obiettivi? Quali servizi offrite?
Le Junior Enterprises sono una realtà operante in tutto il mondo. Il nostro network, JADE Italia, a sua volta parte di JADE Europa, ci ha indirizzati nelle prime fasi. Abbiamo poi dovuto inventarci, nel senso che una volta radunate intorno a un tavolo le prime persone interessate, abbiamo iniziato a strutturarci in diverse aree (commerciale, comunicazione, legale, HR, network, qualità) e soprattutto a capire che cosa potevamo veramente fare per le aziende.
In realtà la fortuna ci ha fin da subito sorriso e abbiamo immediatamente incontrato la fiducia del nostro primo cliente (Applix s.r.l.) per la quale abbiamo svolto un’analisi di prodotto, una strategia di vendita e per la quale abbiamo fatto anche da veri e propri venditori. Poi c’è stata una collaborazione con la Junior del Politecnico di Torino in vista del loro evento di punta (un bellissimo carieerday), e adesso stiamo svolgendo dei piani di comunicazione per due associazioni. I servizi che offriamo vanno quindi dal commerciale alla comunicazione, dalla realizzazione di eventi alla raccolta di fondi, dalle traduzioni alle analisi. Su www.jecatt.it si possono comunque trovare tutte le informazioni.
Va poi aggiunto che il nostro ventaglio di servizi è in continuo divenire, perchè più studiamo, più ci formiamo, più facciamo e più impariamo e quindi siamo pronti a offrire. Proprio qui risiede la natura dei nostri obiettivi: imparare facendo. Learning by doing è un motto che non abbiamo certo inventato noi, ma che si confà perfettamente alla nostra realtà. Vogliamo crescere con un grosso bagaglio, pieno di armi affilate per un mondo del lavoro sempre più competitivo. Avere la possibilità a 20 anni o poco più, mentre si studia, di aprirci una finestra sul mondo, riteniamo sia la chiave di volta per il nostro futuro.
I giovani d’oggi sono davvero sfortunati e destinati a non trovare lavoro?
I giovani di oggi vivono nell’era delle offerte di lavoro in cui trovi scritto: “cercasi laureato con esperienza”. Mi sono sempre chiesta come fosse possibile: uno o è laureato (bene e in tempo) o ha esperienza (di qualità). Fare entrambe le cose richiede uno sforzo disumano, spesso ingiusto. Realtà come JECatt aiutano, in questo senso a maturare l’esperienza necessaria e rendono comunque possibile continuare un sereno percorso di studi. Io stessa, che sono presidente, ho una carriera universitaria d’eccellenza.
I giovani, inoltre, sono spesso abbandonati a loro stessi, intraprendono scelte universitarie poco consapevoli, nelle quali magari si trascinano per anni o per le quali non esiste lo sbocco lavorativo sperato. La realtà del nostro Paese è complessa, spesso le istituzioni sono mancanti, per questo è richiesto uno sforzo individuale ulteriore.
Si sentono in competizione tra loro o pensano che non sarà facile superare le generazioni che li hanno preceduti? Quando c’era un mondo da creare e non da far sopravvivere?
I giovani di oggi spesso se ne vanno. Vanno all’estero ad intraprendere o terminare un percorso di studi, vanno all’estero a fare ricerca, vanno all’estero a lavorare. Nel nostro Paese spesso mancano gli investimenti e quindi le opportunità. Le generazioni che ci hanno preceduti vivevano sicuramente in un mondo più comodo, in cui gli spazi c’erano e non si doveva andare a cercarli chissà dove. L’importante è non aspettare che le cose ci cadano dal cielo, non importa se ai nostri genitori è successo così. Impegno, determinazione, rispetto per gli altri, rispetto per l’ambiente, deontologia, preparazione, intelligenza. Con queste armi possiamo crearci delle vite di successo e nel frattempo fare la nostra parte nel mondo.
Cosa vorreste dire ai tuoi coetanei?
Vorrei dire loro di non lasciarsi abbattere. Viviamo in un mondo difficile, ma esistono comunque tante belle storie di successo. Basta solo cercare bene e non solo si possono scoprire, ma si possono anche scrivere.