Solare e vulcanica come la città che le ha dato i natali, e in cui è tornata a presentare il suo romanzo, Loredana Limone, con Borgo Propizio (Guanda, 2012), trasmette ai lettori l’immagine di un paesino niente affatto sonnacchioso.
A Borgo Propizio, infatti, può succedere di tutto!
Da Napoli alla provincia di Milano, per lavoro. Poi l’incontro con l’amore, per il quale si è trasferita definitivamente al Nord. E, dopo tanti incarichi nel settore Estero di varie aziende, il grande salto in favore della carriera letteraria, con un romanzo divertente e delicato, ironico e profondo, che ha conquistato pubblico e critica. Oggi Loredana Limone vive in una piccola cittadina (che, ci tiene a dirlo, è “molto carina”) e fa la scrittrice. Di professione.
Hai definito la scrittura di Borgo Propizio “l’avventura più bella della vita”. Ci vuoi spiegare perché?
Innanzitutto, Chiara, sono felice che tu abbia partecipato alla presentazione alla Treves che, grazie anche alla squisita padrona di casa, la professoressa Elena Miranda, mi ha dato tanta soddisfazione. Permettimi di cogliere l’occasione per esprimere l’augurio che tutto il possibile venga fatto affinché si eviti la chiusura della libreria, che è un antico simbolo di Napoli.
Venendo alla tua domanda, Borgo Propizio è l’avventura più bella della mia vita perché è il viaggio che mi conduce al luogo dove posso fare ritorno, ritorno a me stessa, cioè, alla mia essenza; dove il cuore ride e l’anima danza sulle punte.
E che qui – su questo pianeta – non ho ancora trovato.
Nel tuo libro, i personaggi femminili hanno un ruolo di primo piano: Belinda, Mariolina, Marietta… Ed anche le altre donne del romanzo sono molto ben caratterizzate. A quale dei tuoi personaggi femminili sei più affezionata?
Sperando che le altre non s’immusoniscano, direi Mariolina e Marietta. Sono loro che hanno dato il “la” alla narrazione quando ho conosciuto due sorelle diversissime nel fisico e nel carattere ma con lo stesso nome, grazie alle (per colpa delle) nonne, e ho pensato: “Devono essere mie!” Di zia Letizia, posso affermare con serenità che è il mio alter ego, anche se non sono fedele agli oroscopi come lei; al Gran Musicante sì, però, eccome. La latteria, poi, è un progetto di quando, ragazza, dovevo decidere cosa fare nella vita: non realizzato, ma non per questo dimenticato. Infatti l’ho “regalata” a Belinda.
Quella che hai pubblicato con Guanda non è la tua prima prova letteraria: avevi già scritto racconti per bambini e libri di gastronomia. Ti sei sentita subito a tuo agio nei panni dell’autrice di romanzi?
In genere chi scrive lo fa lungo tutto il territorio della vita. Io iniziato con le poesie (poesiole) a nove anni, esprimendo il mio animo infantile e più avanti quello adolescenziale; poi racconti di ogni genere; poi fiabe e filastrocche, cucite sulla crescita del mio bambino; poi i libri gastronomici… Insomma, tanto esercizio (e le mie dieci pubblicazioni minori possono essere definite esercitazioni), necessario per giungere a un romanzo, diciamo decente, godibile. Quindi, dato che sono sempre stata a mio agio nei panni dell’affabulatrice, spinta da una storia sotto pelle che premeva per essere raccontata, ho scritto Borgo Propizio. Ma – ripeto – ho fatto una lunga gavetta prima del salto in una casa editrice importante.
Hai ideato il laboratorio di scrittura creativa «Sapori letterari», che sta avendo molto successo. In che modo si fondono in te la passione per la scrittura e quella per la gastronomia?
Più ancora che un laboratorio di scrittura creativa gastronomica, “Sapori letterari” è un luogo di incontri stuzzicanti dove si condivide una passione, dove si sazia la mente e si appaga lo spirito, dove si scrive, si legge, si chiosano libri e si degustano narrabili bontà. Non è assolutamente una scuola, io non pretendo d’insegnare nulla, ed ecco il motivo del successo: i partecipanti stanno bene, si esprimono in libertà e, intanto, vedono la scrittura che si apre, cresce, matura e dà loro soddisfazione.
In merito al mio fondere scrittura e gastronomia, esso nasce più che altro da una curiosità verso il mondo del cibo, anzi la sua storia, più che verso le pietanze in sé. E miei libri letterario-gastronomici sono una sorta di riscatto perché avrei voluto essere una cuoca sopraffina e invece…
Nel novembre scorso, il tuo romanzo ha ricevuto la targa straordinaria per la categoria “esordienti” al Premio di Narrativa “Federico Fellini”. In quali aspetti, secondo te, si potrebbe definire “felliniano”?
Un premio quanto mai inatteso ed emozionante! Una giuria generosissima: la sezione non esisteva, e l’hanno creata appositamente per Borgo Propizio su proposta di Andrea Vitali! Così ha spiegato in pubblico la presidente. Gli aspetti felliniani del mio romanzo? Forse il ritratto della vita di provincia, la suggestione fiabesca (molti hanno definito Borgo Propizio una fiaba per adulti), personaggi e toni e scene un po’ caricaturali che esprimono forti emozioni, il sapore agrodolce della nostalgia…
Borgo Propizio ha già un seguito, che verrà pubblicato da Guanda: E se le stelle. Ce ne vuoi dare un’anteprima?
Molto volentieri! Grazie alla latteria, diventata il centro propulsore del paese, e alla nuova, attivissima giunta, Borgo Propizio rinascerà. Sembrerà lontanissima l’epoca della pavimentazione ballerina, delle botteghe chiuse e della fontana che non sapeva più zampillare. Ci sarà un’aria tutta nuova, alla quale tuttavia si dovrà fare attenzione, perché la brezza di pendio rivoluzionerà gli animi e rimescolerà gli accadimenti. La narrazione ruoterà intorno all’apertura della biblioteca, per la cui cerimonia bisognerà organizzare qualcosa di ampia e alta portata letteraria, qualcosa di spaziale, come da richiesta di Tranquillo Conforti, neo assessore alla Cultura e ai Grandi Eventi.
Resteranno naturalmente i personaggi che abbiamo conosciuto, di cui i minori – Ornella, Marietta, Dora – troveranno (hanno voluto) più spazio. Ma ne appariranno anche di nuovi: oltre al menzionato Conforti, la misteriosa Antonia che avrà una vendetta da compiere, Rocco Rubino, un celebre giallista i cui occhi verdi saranno un oceano nel quale annegare, un misconosciuto Francesco che non sarà chi sembra…
Ma, in attesa di ritrovarmi con te e i lettori al borgo, sul sito della mia agente è possibile leggere la sinossi: http://www.meucciagency.com/books.php?id=421.
Loredana Limone, Borgo Propizio, Guanda, 2012, pp. 280, € 16,50. Guarda il trailer.
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