L’anoressia come disturbo del comportamento alimentare, si nutre primariamente dell’insoddisfazione per la propria immagine corporea. La società inoltre enfatizza la desiderabilità sociale della magrezza, l’equivalenza magro=bello, intensificando e diffondendo il disturbo.
In Italia sono circa tre milioni òle persone che soffrono sono circa tre milioni le persone che soffrono di disturbi del comportamento alimentare e il loro numero è in costante aumento.
Secondo Eurispes ogni anno si contano in Italia 3500 nuovi casi di anoressia e 6000 di bulimia.
Ma esiste un’associazione ABA fondata da Fabiola De Clercq divenuta nota con la scrittura del libro autobiografico “Tutto il pane del mondo“, per lo studio e la ricerca sull’anoressia, la bulimia e i disordini alimentari.
Da vent’anni l’ABA è un luogo di cura, ascolto e conoscenza, dove insieme ai terapeuti si ricompongono frammenti di vita.
Ci parla di Aba di cui lei è fondatrice e presidentessa?
ABA è nata da un mio disagio alimentare circa 20 anni da cui sono uscita e di cui ho parlato nel libro ”Il pane per tutti”. Da allora vivo per l’associazione e dentro di questa.
Come funziona?
Abbiamo uno spazio aperto ad ascoltare sia i genitori che i ragazzi malati di anoressia/bulimia. Spesso i genitori quando si trovano ad affrontare questo problema con i loro figli sono sprovvisti di strategie di cura e spesso non riescono nemmeno a diagnosticarla per tempo.
Verso che età si palesa?
Verso i 17 anni e poi si protrae per tutto nel periodo univertsitario, togliendo forze ed energie a questi giovani.
Da cosa viene originata questa malattia?
Solitamente da problemi famigliari, da un abbandono, da un rifiuto.
Non possono essere condizionati dall’ambito siociale, scuola, amicizie, amori?
Sicuramente nasce da un ambito disastrato e poi viene ulteriormente picconato da altri problemi che vi si sovrappongono. L’importante è riconoscere il disturbo e muoversi per tempo. Spesso è sufficiente che vengano da noi anche i soli genitori con i quali parliamo. Sentendosi in un ambito caldo e accogliente, i parenti riportano anche sui figli questa sicurezza e affidabilità. I genitori vengono aiutati a imparare a come comportarsi con i figli.
Ci parla del progetto che ne è nato?
Per raccogliere soldi (utili a supportare anche famiglie meno abbienti) per l’associazione e la fondazione che ad essa fa riferimento, metteremo in scena questo mese ”La febbre del sabato sera” al Nazionale di Piazza Piemonte. Sarà allestita all’entrata anche una tavola apparecchiata.
Un’ultima domanda. Lei ha due figli e tra poco diventerà nonna per la seconda volta? I suoi figli non hanno mai sofferto di disturbi alimentari?
No, perchè penso di aver insegnato loro dei veri valori ed aver infuso coraggio accompagnandolo con amore.