Quarta parte
3 mesi dopo…
Il sole scendeva lungo la volta celeste intinta da variopinte sfumature di rosso, le acque erano calme e il mare sibilava sommessamente tra le increspature turchesi che le onde creavano a riva.
Non una nuvola sfiorava l’ora del crepuscolo, i gabbiani si rincorrevano in volo entusiasti di far ritorno ai loro alti nidi sparsi tra le maestose pareti della scogliera.
Lorelei contava i secondi restanti al tramonto, completamente immersa nelle calde acque della baia, fissava il sentiero che portava nella piccola casetta dimenticata da tutti, la dimora del suo uomo.
Irvin apparì dalle rocce, un sorriso sconosciuto illuminava il suo volto ormai da tempo.
Tutti avevano notato il suo repentino cambiamento d’umore, i suoi occhi spenti adesso sembravano luccicare di luce propria, le sue labbra perennemente imbronciate adesso apparivano più distese, mentre le sue sonore risate erano la melodia di cui ogni donna avrebbe perso la testa.
Aislinn non riusciva a spiegarsi cosa era accaduto di tanto importante al fratello da mutare completamente il suo spirito e aspetto.
Aveva sempre cercato di estrapolargli informazioni in merito, ma tutto ciò che aveva ottenuto erano solo magre risposte senza capo né coda.
Infine si era rassegnata giudicando un bene quel cambiamento positivo in lui.
– Oggi sei più felice del solito o sbaglio?- chiese Aislinn al fratello che non smetteva un attimo di contemplare il mare dalla finestra mentre lavava i piatti rimasti dalla cena.
Irvin sembrava assorto nel suo mondo, fissava il mare e al tempo stesso contemplava l’orologio, stava attendendo qualcosa, pensò la sorella.
– Come dici?- chiese lui del tutto spaesato, lei sospirò rassegnata, non c’era verso di riportarlo alla realtà!.
– Stai uscendo di nuovo stasera?- seguitò a chiedergli lei.
Irvin annuì afferrando il giaccone in pelle dal divano, – si, non aspettarmi sveglia- rispose infine lasciando un bacio sulla guancia della donna e uscendo così di casa.
Contemplò i due sassolini sul palmo della sua mano prima di gettarli verso gli scogli, avevano lo stesso colore dei suoi capelli , pensò trasognato.
Una volta che i due sassi colpirono le rocce, lei uscì dal suo rifugio, avvicinandosi verso la riva dove lui l’attendeva.
In lontananza Lorelei gli sorrideva tremendamente felice di rivederlo, quello era il momento stabilito.
I loro furtivi incontri si svolgevano sempre a quell’ora, tra il calar del sole e il sorgere della luna, nella baia circostante, dove nessuno li avrebbe scoperti.
Irvin si tuffò nelle acque fredde, percorse con lunghe bracciate la distanza che li separava, per poi abbracciarla una volta raggiunta.
Lorelei si strinse a lui con una risata, amava vederlo nuotare insieme a lei…
Restarono tutta la notte nella baia, inseguendosi tra i fondali, ascoltandosi l’un l’altro e guardandosi ardentemente negli occhi come avveniva da mesi a questa parte, nessuno sospettava di quei segreti incontri, nessuno avrebbe pienamente inteso i sentimenti che univano due anime completamente differenti fuori, ma sorprendentemente simili dentro.
Gli uomini non avrebbero mai percepito quell’amore sfuggente e irrazionale che li univa saldamente, solo loro potevano capirlo appieno.
– Ti amo- esordì una sera Irvin, mentre la contemplava intrecciare i lunghi capelli in una morbida treccia.
Lei si fermò di colpo aggrottando le sopracciglia delicate, -cosa significa?- gli chiese perplessa.
Irvin scoppiò a ridere, come poteva non conoscere il significato di una parola tanto profonda?, si chiese divertito.
– Beh ecco… come posso spiegarti… si dice “ti amo” alla persona che vorresti avere accanto per sempre, quella persona che riesci ad ascoltare anche se sta in silenzio e che quando la guardi negli occhi comprendi che è tutto ciò di cui hai bisogno per completarti e stare bene…-.
– Oh… capisco, come io e te?- chiese Lorelei, riflettendo sul concetto che lui aveva appena espresso.
– Esattamente- rispose lui sorridendogli, in attesa di una risposta.
Lei sembrò arrossire per un istante, alzò gli occhi verso quelli di lui che sembravano assumere il medesimo colore del mare.
– Allora, ti amo anch’io- esordì lei, scendendo dallo scoglio per abbracciarlo.
Lui la strinse a sé baciando lievemente la sua chioma corvina, aveva la stessa fragranza dei coralli azzurrini delle scogliere.
– Non ci separeremo mai- gli sussurrò infine Irvin.
Lei annuì, – mai e poi mai- esordì stringendosi sempre di più a lui, quella notte avrebbe percepito il suo calore perfino da i gelidi fondali dell’oceano.
I due si abbracciavano teneramente ignari che presto gli eventi per entrambi sarebbero mutati drasticamente, soprattutto adesso che aveva scoperto il segreto di quel pescatore.
Era stato fin troppo facile seguirlo per le insenature della scogliera e attendere l’arrivo della sirena.
Senan sogghignò nascondendo il cannocchiale dentro una tasca interna del suo impermeabile.
Catturarla non sarebbe stato poi così difficile, una volta che l’uomo si sarebbe allontanato lui e suo fratello, sarebbero scesi nella baia per chiamare la creatura in superficie e infine rapirla.
– Ior, prepara le reti e l’acquario, stanotte andiamo a prenderla- ordinò l’uomo al fratello che annuì prontamente.
I due fratelli O’ Donovan, i cacciatori di taglie più spietati di tutta l’Irlanda si erano messi sulle tracce della sirena ormai da anni, tuttavia lei gli era sempre sfuggita, tanto che avevano deciso perfino di abbandonare quella caccia priva della soddisfazione bramata, fin quando un giorno erano venuti a conoscenza del pescatore.
L’unico che riusciva a pescare grandemente in quella landa isolata d’Irlanda, lo avevano inseguito per tutti quei mesi, fin quando non avevano scoperto il mistero che quell’uomo custodiva con sé.
Un occhio di vetro venne rischiarato da i fiochi raggi lunari, l’uomo si diresse verso il sentiero che portava alla baia con il fratello al seguito, presto avrebbero stretto tra le mani la loro ambita preda.
Il suono chiaro e deciso dei sassi che sfioravano le rocce, per poi cadere nel fondo delle acque, ruppe il sonno di Lorelei.
Irvin era tornato?, si chiese costernata da quell’insolita visita notturna.
Risalì velocemente in superficie, su tutta la spiaggia era scesa una nebbia vaporosa, non si riusciva a vedere nulla oltre alla riva, la notte era sempre più buia e la luna si era dimezzata del tutto.
Lorelei avanzò verso la direzione della baia, lui di sicuro la stava attendendo li.
– Irvin?- lo chiamò a bassa voce come soleva fare, ma non udì alcuna risposta.
Ad un tratto dalla nebbia una sagoma scura iniziò pian paino a delinearsi.
Era una uomo ma non sembrava Irvin, constatò Lorelei.
Prima ancora che se ne rendesse conto una rete la imprigionò e un arpione affondò all’estremità della sua coda.
Lorelei gridò disperata, non aveva mai conosciuto un dolore così grande e profondo, cercò di divincolarsi da quella trappola, ma ogni suo sforzo fu vano.
Due uomini da i capelli scuri strinsero un nodo alla sua bocca per impedirle di gridare e legarono le sue mani con una corda ruvida e stretta.
La sirena lanciò uno sguardo supplichevole verso la casetta che spiccava tra le rocce in lontananza, di Irvin non vi era nessuna traccia.
<<continua>>